Nel 2022 sono state assistite nei 573 Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser.D), 129.259 persone dipendenti da sostanze (su un totale di 242.373 contatti), di questi 17.497 sono nuovi utenti (13,5%), 111.762 sono invece quelli già in carico o rientrati dagli anni precedenti (86,5%).
Sono soprattutto maschi (circa l’86%) con un rapporto di 1 femmina ogni 6 maschi, indistintamente tra nuovi e vecchi utenti. I pazienti in trattamento sono prevalentemente di nazionalità italiana (91,4%), soprattutto le donne (94,7%) mentre la maggior parte degli stranieri proviene dal continente africano (3,6%) e da altri paesi europei (2,5%).
Le classi di età più frequenti, sul totale, sono quelle tra i 35 e i 54 anni (classe modale 45-49 anni). Un‘età che si abbassa tra i nuovi utenti: hanno tra i 20 e i 44 anni (classe modale 30-34 anni), con un’età media di 35,9 anni rispetto ai 43,4 dei soggetti già in carico o rientrati.
Sul fronte dei consumi di sostenze, Il 63% dell’utenza utilizza principalmente oppiacei, una percentuale che scende al 34,6% tra i nuovi utenti, mentre tra quelli già in carico o rientrate arriva al 67,4%. L’eroina, rimane la sostanza primaria più usata dai pazienti in trattamento, anche se sta diminuendo negli anni la proporzione di coloro che la scelgono come sostanza di elezione. Tra nuovi utenti, la cocaina è la sostanza primaria d’abuso nel 38,5% dei casi, del 22,4% tra quelli già noti (24,5% nei pazienti totali). Per quanto riguarda l’abuso di cocaina si registra un trend in aumento nell richiesta di trattamenti. L’accesso ai servizi per uso primario di cannabis riguarda invece circa il 24,8% dei nuovi utenti (con un trend in decrescita) e il 9,1% dei pazienti già in carico ai servizi dagli anni precedenti (11,2% dei pazienti totali).
È questa in sintesi la fotografia scattata dal nuovo Rapporto Tossicodipendenze 2022 curato dal Ministero della Salute - Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica Ufficio II Direzione generale della prevenzione sanitaria che monitora l’attività principale dei Ser.D, la cui mission è la cura, la prevenzione e la riabilitazione delle persone con problemi di dipendenza.
Il personale dei servizi La dotazione complessiva del personale dipendente all’interno dei Ser.D al 31dicembre 2021 era pari a 5.987 unità. Tra le figure professionali gli infermieri rappresentano il 31,5% del totale (6.397 unità), seguiti dai medici (20,7%), dagli psicologi (14,7%), dagli assistenti sociali (13,5%), dagli educatori professionali pari (10,3%) e dagli Ota/Oss con il 2,1%. A livello nazionale, il rapporto tra infermieri e medici è di 1,5 e il rapporto tra medici e psicologi di 1,4.
Domanda di trattamento I pazienti già conosciuti richiedono il trattamento ai Serd prevalentemente in modo autonomo o attraverso familiari e amici (67,6% dei casi), mentre i nuovi utenti vi accedono in maniera differenziata: il 45,7% per accesso diretto o su richiesta dei familiari/amici, il 7,4% per invio dell’autorità giudiziaria, per invio da altri servizi per le dipendenze (8,6%) o da altri servizi sanitari (9,1%). Dal Rapporto emerge, per entrambi i sessi, che all’aumentare dell’età si arriva al servizio sempre più tramite un accesso volontario mentre diminuisce la percentuale sia di coloro che vengono inviati dall’autorità giudiziaria, sia di quanti usano un “altro” canale di accesso.
Modalità di assunzione delle sostanze. L’analisi dei dati sulla modalità di assunzione della sostanza di uso primario mostra che i pazienti già in carico utilizzano la sostanza prevalentemente per via iniettiva (30,7%) o fumata/inalata (37,5%). Nei nuovi utenti quasi il 49% (48,9%) fuma o inala la sostanza mentre la percentuale di coloro che usano la via iniettiva scende al 12,9%. In entrambe le categorie di utenti una quota assume la sostanza sniffandola (nuovi 20,4%; già in carico 14,6%).
Tra i nuovi utenti l’uso per via iniettiva è dichiarato dal 37,7% degli eroinomani e dall’1,4% dei cocainomani, mentre tra gli utenti già noti ai servizi questa modalità di assunzione interessa il 45,7% degli eroinomani ed il 3,4% dei cocainomani. Nei nuovi utenti ricorre alla modalità di assunzione “fumata/inalata” per l’eroina nel 37,3% dei casi e per la cocaina nel 38,3% dei casi, mentre negli utenti già in carico questa modalità viene utilizzata soprattutto dai cocainomani (40% vs 30,4%).
Infine la sostanza viene sniffata soprattutto dagli assuntori di cocaina, sia nuovi (47,7%) che già in carico (45%).
Per quanto riguarda la frequenza di assunzione, dal Rapporto emerge che, pur se il dato è influenzato da una elevata quota di informazioni mancanti, più del 30% degli utenti, sia nuovi che già in carico, usa la sostanza primaria quotidianamente. Limitando l’osservazione ai soli utenti per i quali è stata rilevata la frequenza di assunzione della sostanza di uso primario e analizzando singolarmente le sostanze più utilizzate (oppiacei, cocaina, cannabis) risulta che gli oppiacei vengono assunti quotidianamente dal 47,5% dei nuovi utenti e dal 47,1% degli utenti già in carico; la cocaina viene assunta più frequentemente 2-3 volte a settimana (28,5%) dagli utenti già in carico e quotidianamente (31,8%) dai nuovi utenti ma almeno il 21% degli utenti non l’ha consumata nell’ultimo mese; per la cannabis, anche se 10 oltre il 40% dei pazienti la usa quotidianamente, una percentuale di almeno il 21% (25,7% nei nuovi utenti) non vi ricorre da almeno trenta giorni.
Esaminando la distribuzione dei pazienti per classe di età e tempo trascorso dalla prima assunzione iniettiva (rispetto al totale di utenti per i quali l’informazione è stata rilevata) emerge che per la maggior parte la prima assunzione iniettiva risale ad almeno dieci anni prima, soprattutto per gli utenti già in carico (88,0%).
Le prestazioni erogate nei servizi per le dipendenze A livello nazionale, ogni utente ha ricevuto mediamente 19 prestazioni di tipo sanitario, 172 prestazioni farmacologiche, 13 prestazioni psicosociali. Il 78,8% dei pazienti ha avuto prestazioni di tipo medico-infermieristico, il 72,8% ha avuto un intervento psicosociale, il 55,6% è stato sottoposto a trattamenti farmacologici. A livello nazionale, il 66,1% degli utenti è sottoposto ad almeno 3 tipologie di prestazioni diverse.
Patologie concomitanti, malattie infettive e comportamento a rischio Nel 2022 presentano almeno una patologia psichiatrica 9.470 assistiti pari al 7,3% degli assistiti in trattamento presso i Ser.D. Il 58,4% è affetto da disturbi della personalità e del comportamento, il 13,9% da sindromi nevrotiche e somatoformi, il 12,6% da schizofrenia e altre psicosi funzionali, il 2,7% da depressione e l’1,8% da mania e disturbi affettivi bipolari.
Nel 2022 gli assistiti testati per HIV sono stati 43.158 (il 33,4% del totale dei soggetti in trattamento). Sono risultati positivi 2.082 soggetti (l’1,6% del totale dei trattati), con un range di valori compresi tra lo 0,1% e il 4,0%. I soggetti testati per HBV sono stati 32.976, il 25,5% dell’utenza totale: per lo 0,6% degli utenti trattati (772 soggetti) il test ha avuto esito positivo con una considerevole variabilità interregionale.
Sono stati 33.032 gli assistiti testati per HCV (il 25,6% del totale degli utenti in trattamento). Il 10,8% dei trattati (13.983 soggetti) è risultato positivo, con una sostanziale variabilità territoriale. Nel complesso, tra i soggetti testati il 4,8% è risultato HIV positivo, il 2,3% HBV positivo e il 42,3% HCV positivo, anche in questo caso con una ampia eterogeneità interregionale.
I consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva sono tra i soggetti che corrono un rischio elevato di contrarre malattie infettive (HIV, epatiti). Se si considerano coloro che hanno usato la sostanza per via iniettiva almeno una volta nella vita, sottolinea il Rapporto, oltre il 50% non è stato mai testato per l’HIV (53,1%); la stessa percentuale nei non iniettivi è pari al 62,8%. Solo il 33,7% degli utenti totali che hanno assunto la sostanza per via iniettiva almeno una volta nella vita è stato testato per l’HCV (6,9% negli ultimi 12 mesi). Se si considerano solo i nuovi utenti tale percentuale si riduce al 19,1%. L’informazione sulla condivisione di aghi e siringhe viene rilevata solo per il 22,0% degli utenti che hanno fatto almeno una volta nella vita uso iniettivo. Limitando l’analisi a questi soggetti (n=10.020) risulta che il 53,7% ha condiviso aghi e siringhe almeno una volta nella vita. L’attività ospedaliera
Dimissioni ospedaliere Nel 2022 si registrano 16.779 dimessi (16.185 in regime ordinario e 594 in regime diurno) con diagnosi correlate all’uso di droghe dalle strutture ospedaliere italiane: 96,5% in regime ordinario, 3,5% in regime diurno per un totale di 198.892 giornate di degenza, con una degenza media di 12,3 giorni, e 3.965 accessi in day hospital con un numero medio di accessi pari a 6,7.
Accessi al Pronto soccorso. Il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso per i gruppi diagnostici correlati all’uso di droghe è pari a 8.152 accessi (lo 0,05% del numero totale a livello nazionale). Il 12,4% del totale degli accessi in Pronto Soccorso per problemi correlati all’uso di droghe esita in ricovero, di cui il 34,2% sono accolti nel reparto di psichiatria. Inoltre il 72,2% dei ricoveri registrano una diagnosi di Psicosi indotte da droghe.
E.M.