Negli anni, aver applicato sistemi di finanziamento per DRG/ROD in coerenza con l’utilizzo delle SDO ha permesso notevoli passi in avanti in termini di controllo di gestione per l’intero SSN, o almeno per gli ospedali, ma ha contemporaneamente evidenziato il limite del “frazionamento operativo/retributivo” legato a questo sistema di pagamento.
Un DRG viene tariffato e questo importo dovrebbe coprire l’intero costo sostenuto dall’ente erogatore per quella prestazione, ma tutto nasce e finisce in quel “episodio di cura” e quindi non aggiunge valore per il paziente in termini complessivi di conoscenza e valutazione del suo percorso assistenziale in termini di appropriatezza, efficacia e produttività.
Al contrario permane la necessità di rendere unitario il percorso assistenziale del paziente e quindi nasce l’esigenza di predisporre un nuovo sistema di pagamento/finanziamento del sistema stesso.
Se a tutto questo aggiungiamo il concetto di “valore” dato dal rapporto fra gli esiti di salute raggiunti diviso tutte le risorse consumate, ovvero spostiamo la prospettiva sul reale raggiungimento di un miglioramento delle condizioni di salute intesa come “la capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive” (OMS, 2011), appare evidente che è necessario pensare ad un diverso sistema di finanziamento che segua il diverso modello di erogazione delle prestazioni sempre più orientate al percorso clinico-assistenziale completo e non più alla semplice retribuzione di singole prestazioni sanitarie spesso fra loro non coordinate.
Questa è la vera scommessa: rendere unitario il percorso assistenziale, indipendentemente dalla natura sociale dei diversi erogatori, tracciare in modo digitale questo percorso e prevedere il sistema unitario di pagamento/retribuzione dell’intero percorso.
Il VBHC individua nel “valore per il paziente” l’elemento su cui basare le politiche di riorganizzazione del sistema sanitario, secondo tre macroaree: outcome clinico, efficacia/efficienza e sostenibilità delle cure, includendo, tra l’altro, l’elemento di costo del percorso di cura.
Secondo il VBHC gli incentivi ai provider devono basarsi sul raggiungimento di alti valori di outcome e non sui semplici volumi delle prestazioni.
La Value Agenda si deve, quindi, coordinare con le diverse aree di innovazione:
La realizzazione di quanto descritto richiede l’attuazione di alcuni punti operativi[1]:
Come si vede è una vera sfida epocale ma è quella che abbiamo oggi davanti al futuro del nostro SSN/SSR e quindi auguriamoci di avere dei decisori politici all’altezza di questa sfida, dato che le linee di azioni sono abbastanza chiare, ora è il tempo delle scelte e di azioni coerenti.
[1] [1] ASIQUAS, Associazione Italiana per la Qualità della Assistenza Sanitaria e Sociale, “Quaderno n. 45 di “Quotidiano sanità” Titolato “L’ospedale flessibile: quale organizzazione e quali modelli per il futuro”.
Maurizio Dal Maso,
membro CDN ASIQUAS, Healthability, Firenze,
Antonio Giulio de Belvis,
membro CDN ASIQUAS, coordinatore CTS ASIQUAS e docente Gov Value Lab, Università Cattolica del Sacro CuoreGiuseppe Greco,
Gov Value Lab, Università Cattolica del Sacro Cuore
Edoardo Valentini,
Gov Value Lab, Università Cattolica del Sacro Cuore