Doverosa la richiesta della CIMO-FESMED di convocare tempestivamente un Tavolo per ivi avviare e concludere le trattative per il rinnovo del contratto 2022-2024. Quello vigente è infatti stantio e non affatto gratificante per medici, veterinari e dirigenti sanitari. E' quanto è dato leggere in un apposito comunicato stampa nel quale viene esplicitata una siffatta legittima richiesta indirizzata al Governo.
In un momento nel quale si discute di fare tanto pe riportare la sanità a livelli dignitosi, andati in fumo oramai da tanto tempo, non si può supporre di fare le "nozze con i fichi secchi". Prescindendo dai matrimoni riusciti o meno, occorre dare peso a quelli a rischio. A quelli che potrebbero legittimamente sfociare in un divorzio ove a pagare sarebbero esclusivamente
i figli, intendendo per tali quell'utenza massacrata da una assistenza che non c'è. Peggio, da un'assistenza promessa e non mantenuta da qualche anno. Da un'assistenza che non ci sarà, a meno di qualche miracolo. Da una assistenza a rischio di ulteriore abbandono degli operatori della salute che ci rimangono.
Il comunicato dice bene, facendo seguito ai risultati conseguiti ieri con la regolazione. La parte normativa non può essere assolutamente distolta da quella economica, in stato di assoluta insufficienza. La partita deve chiudere alla pari con lo scoperto economico valoriale di anni, atteso che le retribuzioni in essere non sono affatto compensative dei disagi sopportati durante la pandemia, dei costi di vita in netto rialzo a causa della guerra ucraina. Non solo. L'inflazione ha fatto, sta facendo e farà di peggio, abbassando i quantum in percezione a valori insufficienti a sostenere una adeguata condizione di vita delle famiglie di quei professionisti che hanno fatto una severa "dogana" all'espandersi, altrimenti incontrollato, del Covid.
La legge di bilancio per il 2024, prescindendo dalle difficoltà insuperabili della assenza di quattrini, dovrà fare di tutto per rintracciare risorse da dedicare ad una sanità che, se non garantita da risorse, porterà i cittadini oltre la porta dell'inferno. Se i medici rivendicano, la collettività deprivata di ogni genere di prestazione primaria di tutela della salute pretende.