Tutti i professionisti della salute dovrebbero valutare seriamente una copertura assicurativa contro gli infortuni. Ci occupiamo qui in particolare della polizza infortuni dei medici. Cercheremo di mostrare perché è opportuno sottoscriverla – anche se si è lavoratori dipendenti –, analizzando che cosa copre e come può essere adattata alle proprie esigenze professionali.
Cosa copre la polizza infortuni
In genere una polizza infortuni è strutturata nel modo seguente.
Innanzitutto essa può essere sottoscritta o come copertura H24 o con una formula limitata, che vale esclusivamente per gli infortuni subiti durante lo svolgimento della propria attività professionale. Il vantaggio della seconda soluzione è – a nostro avviso –, per un professionista sanitario, prevalentemente economico, nel senso che la polizza costa meno di una che copre ventiquattr’ore su ventiquattro. Supponiamo infatti che un chirurgo che svolge attività libero professionale perda – a seguito di un incidente durante il proprio tempo libero – l’uso di una mano. È ovvio che un trauma del genere avrà ripercussioni enormi sull’attività lavorativa del professionista, anche se non è capitato durante lo svolgimento della stessa.
Ma entriamo nel merito delle garanzie che un contratto infortuni contiene. Esse sono, generalmente, le seguenti:
-invalidità permanente;
-morte;
-rimborso spese post trauma;
-indennità giornaliera.
Più o meno ognuna di tali garanzie può essere declinata in modi diversi. Analizziamo di seguito le garanzie da invalidità permanente e da indennità giornaliera, in relazione alle esigenze che un medico può avere.
Invalidità permanente (IP)
Tale garanzia riconosce all’assicurato, a seguito di una invalidità permanente post-traumatica, un indennizzo pari ad una percentuale della somma assicurata, secondo una determinata “tabella di valutazione”. In genere le compagnie di assicurazione offrono la possibilità di scegliere tra una tabella interna (ANIA) e quella INAIL. La differenza è che la prima, che ha criteri di indennizzo più bassi, è più economica della seconda. Il chirurgo del nostro esempio precedente, ad esempio, se avesse avuto una somma assicurata IP pari ad un milione di euro, avrebbe ricevuto – secondo la tabella INAIL - il 60% o il 70% della somma assicurata, ovvero 600.000/700.000 euro. Ovviamente, bisogna considerare eventuali franchigie, spesso presenti in questo tipo di polizze. Ad esempio, se è presente una franchigia assoluta di 5 punti, significa che verrà liquidato il 60% (o il 70%) meno il 5%, ossia il 55% (o il 65%). Va detto però che:
è quasi sempre possibile eliminare le franchigie, pagando un piccolo premio aggiuntivo;
è possibile, in alternativa, scegliere una formula per la quale la franchigia si “riassorbe” al di sopra di una certa percentuale di invalidità (il 12%, il 20%, ecc.), oppure optare per franchigie differenziate per scaglioni: ad esempio, il 3% per i primi 150.000 euro, il 5% tra i 150.000 euro e i 250.000 euro, ecc.
Un’ulteriore opzione molto spesso presente nelle polizze infortuni è la cosiddetta “sopravvalutazione” dell’IP. Riprendendo l’esempio del nostro chirurgo, è evidente che per esso “valgono di più” gli arti superiori rispetto a quelli inferiori: la perdita dell’uso di una mano significa probabilmente cessare di lavorare. Per chi vuole è possibile pertanto optare per una formula nella quale determinate arti anatomiche possono essere valutate con percentuali ben più alte di quelle standard.
Indennità giornaliere
Si tratta di una garanzia molteplice. Le “diarie” possibili infatti sono almeno tre:
diaria da ricovero (e da convalescenza);
diaria da tutore/gesso;
diaria da inabilità temporanea.
La diaria da ricovero riconosce all’assicurato, nel caso che il trauma comporti un ricovero (e un conseguente periodo di convalescenza), un indennizzo giornaliero a forfait, pattuito in polizza, ad esempio, 300 euro al giorno. La diaria da tutore o gesso, analogamente, riconosce un importo quotidiano per il periodo in cui l’assicurato è costretto a tenere un dispositivo di immobilizzazione.
Più articolata la diaria da inabilità temporanea. Anch’essa corrisponde un importo forfettario quotidiano al traumatizzato, ma sia il periodo di corresponsione sia il quantum vengono stabiliti sentito il parere di un medico fiduciario della compagnia. L’inabilità temporanea al lavoro può infatti essere totale o parziale. Al netto della eventuale franchigia (calcolata in termini di giorni di non erogazione della diaria), quest’ultima garanzia è la più costosa tra le tre, ma è anche la più opportuna per un medico libero professionista.
Al fine di trovare la migliore soluzione assicurativa infortuni, perfetta per le proprie esigenze, è opportuno affidarsi ad un consulente qualificato, magari dello staff di SanitAssicura.
Riccardo Cantini