In principio fu il tram, tessera mensile con poche lire per tutte le corse su ogni linea. Quindi i ristoranti degli alberghi-casinò di Las Vegas, “all you can eat” con un paio di dollari. Poi fu la volta dei telefonini e di internet “flat”. La musica con Spotify e Co. Infine Netflix, e niente fu più lo stesso.
La chiamano “Subscription Economy”. Abbonamenti a quota fissa per accedere senza limiti (o quasi) a prodotti e servizi. Amazon, con Prime, ne ha lanciato negli USA il primo al mondo per i farmaci con ricetta.
Si chiama RxPass. Con $ 5 al mese, inclusa consegna, puoi ricevere quantità illimitate di 50 farmaci generici tra i più comuni per oltre 80 delle patologie più diffuse.
La domanda viene dalla spesa media annuale di ogni americano per farmaci con ricetta, ben $ 1300 l'anno. Con il nuovo programma buona parte di quei farmaci (l'85% delle ricette USA è per generici) sono coperti dalla suddetta tariffa “flat” di $ 5 al mese.
Qualcuno obietterà: ma funzionerà solo là negli USA dove i farmaci si pagano, mica da noi dove provvede Santo SSN. Mica tanto: per i farmaci con obbligo di prescrizione spendiamo ogni anno privatamente ben 6.7 miliardi (C ricetta 3.47, ticket 1.58, classe A acquistata privatamente 1.65, dati AIFA OsMed 2022), una cifra via dalle tasche di Italiani dalle pensioni minime, salari bassi, disoccupazione e sottoccupazione.
Il successo di un programma del genere dipende dall'assortimento dei farmaci forniti e dall’ammontare della tariffa fissa, in quei pazienti che oggi spendono di più, assumendo più farmaci.
Basilari le economie di scala: grandi volumi e bassi costi di acquisizione, interdipendenti tra loro. Grandi volumi per contrattare bassi prezzi così da attrarre più iscritti ed aumentare i volumi, e così via in un circolo virtuoso.
I Costi dei farmaci (COGS) sono ulteriormente riducibili disintermediando ed integrando verticalmente produzione e distribuzione, con le “private label”, la statina o l’omeprazolo Amazon. Già lo fa con "Amazon Basics", migliaia di referenze a proprio marchio in molte categorie commerciali.
Se poi farmacie online e grossisti offriranno programmi analoghi la concorrenza avrà l’effetto di ridurre le tariffe, aumenterà l'elenco dei farmaci forniti e migliorerà la qualità del servizio.
RxPass sarebbe funzionale anche se non direttamente profittevole (loss leader), capitalizzando le informazioni sanitarie da ogni ricetta di ogni cliente per indirizzargli offerte personalizzate sui suoi bisogni per altri servizi sanitari o di lifestyle, espandendo i suoi acquisti e spese nel mondo Amazon
Diceva il Nobel Friedman che nessun pasto è gratis. Ovvero, chi ci rimette? Le farmacie fisiche (“brick and mortar”), ancora di più scavalcate dall’on-line. E i produttori che venderanno a prezzi più bassi a grandi players dal forte potere contrattuale. E quelli dei farmaci non nel programma, che saranno molto meno prescritti.
E nell’insieme rischia di scendere il livello medio di qualità del sistema. Il mancato consiglio (e sorriso) del/della farmacista sotto casa, valore aggiunto non solo clinico, alla qualità del prodotto, messo a rischio dal taglio dei costi dei produttori per riuscire a vendere ai prezzi inferiori dettati dal big player acquirente.
Del resto, se si vuole pagare meno per i farmaci bisogna rinunciare a qualcosa. Nessun pasto è gratis. Bisogna poi vedere se ne valeva la pena.
Prof. Fabrizio Gianfrate