Ambiente, clima e salute sono concetti prioritari e la visione One Health deve davvero entrare a sistema. Questa la premessa alla base della cooperazione tra ministero delle Salute e Istituto superiore di sanità che ha portato a istituire un nuovo Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Snps), e che andrà ad affiancare del già attivo Sistema nazionale di prevenzione ambientale (Snpa). È in atto quindi un cambiamento di paradigma che porta necessariamente ad una nuova governance in salute-ambiente che dovrà lavorare in sinergia tramite norme e regolamenti nazionali e regionali.
Il 17° Forum Risk Management, che si chiude oggi, 25 novembre, ad Arezzo, è stato una occasione di confronto tra tutti gli attori coinvolti nel progetto in un simposio dal titolo “Il nuovo Snps (Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici): prospettive e opportunità”.
Analizzando i dati della letteratura è facile intuire il contesto e i presupposti. Dati Oms dicono, infatti, che tra il 2030 e il 2050 si prevede che i cambiamenti climatici causeranno circa 250mila morti in più all’anno, solo per malaria, malnutrizione, diarrea e stress da caldo. L’accordo globale di Parigi sul clima, gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il green deal dell’UE devono essere principi guida e percorsi politici per tutti gli esperti e la società in generale per contribuire a migliorare l’ambiente e la salute. Non solo. Sempre l’Oms ci ricorda che il 60% di tutte le malattie infettive che colpiscono l’uomo hanno origine negli animali. Ecco perché è necessario un approccio One Health per affrontare la resistenza antimicrobica negli esseri umani e negli animali. Da qui dunque l’importanza di un sistema che per la prima volta ruota attorno al concetto di sinergia tra salute, ambiente e clima.
Il Sistema è stato istituito con un decreto legge trasformato in legge nel 2021 “con la legge 79” e “pone i dipartimenti di prevenzione in condizione di essere sostenuti anche attraverso un finanziamento importante che deriva dal PNC”, ha proseguito Rossi. Come ministero “stiamo portando avanti una serie di progetti che dovranno costituire l’architrave del nuovo sistema”; 13 sono già stati approvati e riguardano tutte le possibili interazioni tra fattori ambientali, climatici e problemi sanitari e due sono in fase di approvazione e riguardano “due siti di interesse nazionale sottoposti a bonifica”.
I fondi nazionali destinati al Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici per il rafforzamento complessivo delle strutture e dei servizi a livello nazionale, regionale e locale in termini di infrastrutture e risorse strumentali ammontano a totale di circa 500 milioni di euro e derivanti dal Piano nazionale complementare (PNC).
“L’occasione data dal PNRR e dal PNC ha messo a disposizione mezzo miliardo quindi sono cifre eccezionali in tema di salute e nei prossimi anni il dipartimento di prevenzione del ministero della salute e noi dell’Iss cercheremo di implementare un piano”, ha sottolineato Marco Martuzzi, Direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto superiore di sanità. “In questi quattro anni il lavoro sarà potenziare le regioni nelle loro strutture, sviluppare programmi di formazione e di digitalizzazione e portare avanti progetti di ricerca in ambito ambiente e salute”.
Marzia Caposio