Dopo un mese si arresta la corsa del virus. L'incidenza sale a 448 ogni 100.000 abitanti rispetto 504 della precedente rilevazione. Per quanto riguarda l’occupazione dei letti sono stabili le terapie intensive: a livello nazionale il tasso è al 2,4% come la scorsa settimana. Sale invece il numero dei pazienti in Area non critica che si attestano all’11% rispetto al 10% della settimana precedente. In lieve calo l’indice Rt che si attesta a 1,27 rispetto all’1,30 della precedente rilevazione. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale curato dall’Iss.
Ecco i dati principali emersi dalla cabina di regia:
Cala l’incidenza settimanale a livello nazionale: 448 ogni 100.000 abitanti (14/10/2022 -20/10/2022) vs 504 ogni 100.000 abitanti (07/10/2022 -13/10/2022)
Nel periodo 28 settembre–11 ottobre 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,27 (range 1,19-1,39), stabile rispetto alla settimana precedente e superiore al valore soglia. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero diminuisce leggermente, ma si trova ancora oltre la soglia epidemica: Rt=1,09 (1,06-1,13) al 11/10/2022 vs Rt=1,20 (1,17-1,24) al 04/10/2022.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 2,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 ottobre) vs 2,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 13 ottobre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale all’11,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 ottobre) vs 10,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 13 ottobre).
Tre Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto, tutte e tre per la presenza di molteplici allerte di resilienza, ai sensi del DM del 30 aprile 2020; altre 16 sono a rischio moderato e due classificate a rischio basso. Dieci Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Tre Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza.
La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (10,5% vs 11%). Stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (54,7% vs 54%), come anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (35% vs 35%).