La Fondazione GIMBE torna a occuparsi di Covid e scuola dopo il suo report dell’ottobre del 2021 “Sicurezza COVID-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world”.
Lo fa con una survey realizzata in collaborazione con l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP) che ha coinvolto 312 dirigenti scolastici appartenenti ad altrettante istituzioni (tabella 1) che al proprio interno possono avere scuole di diverso grado per un totale di 649 scuole suddivise in infanzia (163), primaria (183), secondaria di primo grado (186), secondaria di secondo grado (111), Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (6) (tabella 2) rappresentative di tutte le Regioni italiane (tabella 3).
Vaccinazioni. Il 46,8% ha realizzato attività di informazione sulla campagna vaccinale anti-COVID-19 rivolte ad alunni e genitori, il 21,5% ha coinvolto esclusivamente gli alunni. Solo meno di un terzo delle scuole (31,7%) non ha effettuato alcuna promozione ulteriore della campagna vaccinale degli alunni rispetto a quella del Ministero dell’istruzione (tabella 4). Le ASL hanno effettuato vaccinazioni nei locali scolastici solo nell’11,9% dei casi (tabella 5) e il 45,1% dei dirigenti delle scuole dove non è stata effettuata non ritiene applicabile questa iniziativa per aumentare le coperture vaccinali (tabella 6), verosimilmente - commenta Antonello Giannelli, Presidente ANP – “perché la normativa vigente non facilita tali esperienze”.
Testing. Il 20,3% delle scuole ha partecipato alla campagna di testing delle “scuole sentinella” destinato alle scuole primarie e secondarie di primo grado (tabella 7), mentre 12 istituzioni scolastiche (5,9%) dichiarano che, pur essendo state selezionate e avendo dato la propria disponibilità, la campagna non è mai stata avviata dagli organi competenti.
Tracciamento e quarantene. Le classi sono state sottoposte a tracciamento e i provvedimenti di quarantena sono stati emanati nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa in circa due terzi dei casi (63,3%). Il mancato rispetto delle tempistiche era imputabile solo nel 4,5% per un ritardo da parte della scuola nella segnalazione all’ASL, mentre nel 32,2% dei casi il ritardo riguardava l’attivazione delle procedure di competenza dell’ASL (tabella 8). “Questo dato – rileva il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta – conferma quanto la carenza di personale sanitario nei servizi epidemiologici delle ASL continua a rappresentare un problema irrisolto”.
Misurazione della temperatura corporea. Ben il 96,5 % delle scuole ha acquistato dispositivi (termometri digitali e/o termoscanner) per la rilevazione della temperatura corporea (tabella 9), ma la misurazione della temperatura per gli alunni che accedono alla scuola nel 39,7% dei casi è stata demandata alle famiglie e nel 31,6% non è stata effettuata (tabella 10). “Un dato – commenta Giannelli – che attesta la carenza di personale dedicato nelle scuole per attuare queste misure”.
Mascherine. Nell’83% dei casi la Struttura Commissariale ha garantito tempestivamente la fornitura delle mascherine rispetto all’entrata in vigore delle relative normative (tabella 11), ma il 76,2% dei rispondenti ne ha ricevute in quantità superiori al necessario (tabella 12). Nell’88,4% dei casi le scuole ritengono di aver acquistato un quantitativo adeguato di mascherine FFP2 per le classi in regime di auto-sorveglianza (tabella 13). Nelle ipotesi previste dal DL 5/2022 le FFP2 sono state indossate da tutti gli alunni e per tutta la durata prevista nella quasi totalità dei casi (97,4%) (tabella 14).
Distanziamento. In due terzi delle scuole (66,6%) in classe è stato possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro fra gli alunni, mentre a causa di limiti strutturali aula-dipendenti nel 6,4% non è stato possibile e nel 27% possibile, ma non in tutte le classi (tabella 15). Le modifiche strutturali o organizzative implementate per adempiere agli obblighi del distanziamento hanno riguardato in larga misura la riconversione degli spazi comuni (n. 179), in misura minore, l’utilizzo di aree cortilive (n. 12) e di strutture extra-scolastiche (n. 17); altre modifiche che hanno riguardato principalmente interventi strutturali e/o riprogrammazione dell’orario scolastico (n. 85). In 82 casi (26,4%) non è stata implementata alcuna modifica (tabella 16).
Igiene delle mani. Gli interventi per garantire una corretta igienizzazione delle mani da parte di personale scolastico e alunni sono stati implementati in maniera ottimale: disponibilità di dispenser negli spazi appropriati (98,7%), procedure standardizzate (92,9%), interventi formativi per personale scolastico e alunni (91,6%) (tabella 17).
Igiene delle superfici. Per garantire l’igienizzazione delle superfici solo nel 39,9% dei casi è stato utilizzato nuovo personale (assunzioni o outsourcing); l’acquisto di attrezzature e prodotti specifici secondo indicazioni della scuola (98,4%) e l’utilizzo di procedure standardizzate (96,5%) sono stati di fatto implementati quasi ovunque secondo le indicazioni ministeriali che hanno finalizzato in tal senso l’impiego delle risorse (tabella 18). Le sanificazioni di superfici con detersivi e/o igienizzanti liquidi hanno continuato ad essere effettuate nell’89,7% dei casi (tabella 19) “nonostante le conoscenze scientifiche – commenta Cartabellotta – abbiano definitivamente confermato già dalla primavera 2021 che il SARS-CoV-2 si trasmette quasi esclusivamente per via aerea”.
Ventilazione e aerazione dei locali. Per migliorare ventilazione e aerazione dei locali ci si è affidati prevalentemente al protocollo “finestre aperte” (n. 285), in misura minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell’aria (n. 84) e solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata (tabella 20). Nel 46% dei casi non è stata ricevuta nessuna informazione, dal Ministero o dalle ASL, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o impianti per l’areazione degli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche (tabella 21). “L’assenza di interventi strutturali in grado di garantire un’adeguata ventilazione ed aerazione dei locali – commenta Giannelli – è il vero tallone d’Achille, in assenza del quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all’utilizzo delle mascherine”. In tal senso, continua Cartabellotta “la limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell’aria, per il quale ci si continua ad affidare prevalentemente al protocollo “finestre aperte”“
Fondi DL 265/2021. Nell’83,2% dei casi le scuole hanno utilizzato i fondi del decreto 265/2021 del Ministero dell’Istruzione per garantire l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico 2021/2022 (tabella 22).
“I risultati della survey – concludono Cartabellotta e Giannelli – restituiscono un quadro oggettivo delle misure implementate per aumentare la sicurezza COVID-19 nelle scuole, lasciando emergere varie criticità che, auspicabilmente, dovrebbero essere risolte prima dell’inizio dell’anno scolastico 2022-2023. Peraltro, a differenza dello scorso anno scolastico, alcuni interventi di prevenzione risultano “spuntati”. Innanzitutto, l’efficacia del vaccino nei confronti dell’infezione si è rivelata inferiore nella fascia 5-11 anni rispetto alle fasce di età superiori e la copertura attuale (con due dosi) si è fermata intorno al 35% con rilevanti differenze regionali, mentre la terza dose non è ancora stata autorizzata da EMA; in secondo luogo, con una variante così contagiosa come Omicron 5 le attività di tracciamento risultano di limitata utilità; infine, meno dell’1% delle infezioni consegue a contatto con superfici infette. Di conseguenza, per limitare la circolazione virale nelle scuole è prioritario migliorare la qualità dell’aria per evitare di affidarsi ancora una volta alla mera accoppiata protocollo “finestre aperte” e mascherine FFP2. Un aspetto ribadito dall’OMS Europa che ha recentemente definito i 5 “stabilizzatori della pandemia” per la prossima stagione autunno-inverno, di cui uno è proprio “ventilare gli spazi pubblici e affollati (come scuole, uffici e trasporti pubblici)”“.