L’82% degli europei aferma di essersi vaccinato contro il Covid e di aver già fatto o di essere pronto farsi anche la dose di richiamo. È uno dei risultato di un maxi sondaggio di Eurobarometer sulla campgna di vaccinazione anti Covid che ha sondato anche il giudizio degli europei sulla campgna stessa, sul ruolo della UE e del proprio Paese nonché sulle paure e sulla fiducia verso questi vaccini.
L’Italia si conferma tra i Paesi più positivi verso la vaccinazione (il 90% degli italiani si è detto pro vaccino) insieme a Sagna e Portogoallo. I più scettici i bulgari che si dichiarano pro vax convinti solo nel 42% dei casi.
In ogni caso i cittadini della UE, nella stragarnade maggioranza, sono ampiamente soddisfatti del ruolo svolto dall'Unione europea nel garantire l'accesso ai vaccini contro il Covid e hanno un atteggiamento positivo verso questa vaccinazione.
Secondo i risultati dell'indagine condotta nel febbraio 2022, più di sette europei su dieci (71%) ritengono che l'Unione europea svolga un ruolo chiave nel garantire l'accesso ai vaccini Covid nel loro paese. Inoltre, il 53% è soddisfatto del modo in cui l'UE ha gestito la strategia vaccinale, mentre il 38% non si ritiene soddisfatto.
A livello nazionale, il 48% degli europei è soddisfatto del modo in cui il loro governo nazionale ha gestito la vaccinazione. Una grande maggioranza (77%) pensa che "nel complesso, i benefici dei vaccini superano i possibili rischi", il 74% che i vaccini autorizzati nell'UE sono sicuri e il 71% che i vaccini sono l'unico modo per fermare la pandemia. Inoltre sette intervistati su dieci (70%) pensano che per fermare la pandemia è fondamentale che tutti i paesi del mondo abbiano accesso ai vaccini.
Tuttavia, il 55% teme ancora che i vaccini abbiano effetti a lungo termine che non conosciamo ancora. Infine, il 44% degli europei vorrebbe maggiori informazioni sull'efficacia dei vaccini, e il 42% vorrebbe ulteriori informazioni su come questi vengono sviluppati, testati e autorizzati. I professionisti della salute, medici, infermieri e farmacisti rimangono la fonte di informazione più affidabile (62%), seguiti dalle autorità sanitarie nazionali (49%).
E l'Italia? Il nostro paese, insieme a Spagna e Portogallo è quello con la più alta adesione nei confronti della vaccinazione contro il Covid (90%). A confronto di Spagna e Portogallo però l'Italia ha una quota doppia - per quanto bassa - di no vax (4%).
Scendendo più nel dettaglio e andando ad analizzare alcune delle risposte date al questionario possiamo poi vedere che, ad esempio, l'85% degli italiani è convinto che i benefici dei vaccini contro il Covid superino i possibili rischi, il 78% non comprende le esitazioni delle persone nei confronti della vaccinazione, e solo il 32% sostiene che i vaccini siano stati sviluppati, testati e approvati troppo in fretta per essere sicuri, dato più basso in assoluto a livello europeo.
Quanto ai rischi di possibili effetti avversi a lungo termine derivanti dalla vaccinazione, li teme il 47% degli italiani intervistati. Anche in questo caso si tratta, insieme alla Polonia, del dato più basso registrato tra tutti i paesi UE. E ancora, rispetto alla convinzione di poter evitare il contagio senza dover ricorrere alla vaccinazione, l'Italia con il 23% fa registrare il dato più basso in assoluto mentre il restante 69% è in totale disaccordo sul punto (l'8% non sa).
Il 55% degli italiani - anche in questo caso la quota più alta - è inoltre d'accordo con le restrizioni per i non vaccinati, e il 72% è totalmente o tendenzialmente favorevole alla vaccinazione contro il Covid per i più piccoli. In generale il 63% degli italiani giudica positivamente l'operato del governo nella gestione della campagna vaccinale e il 62% ha apprezzato l'operato in questo contesto dell'Unione europea. Per il 69% degli italiani i vaccini sono essenziali per porre fine alla pandemia. Rispondendo però alla domanda sulla difficoltà di trovare informazioni credibili sui vaccini, il 46% concorda con questa affermazione mentre il 49% si è detto in disaccordo. Le informazioni più credibili per gli italiani sono fornite dagli operatori sanitari subito seguiti dalle istituzioni sanitarie del paese.