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Covid. Alcuni dubbi sulla strategia per proteggere i più fragili

di Giovanni Rodriquez

Ieri l'Ema ha ribadito la raccomandazione di somministrare una quarta dose di vaccino per gli immunocompromessi sottolienando che per loro dovrebbe essere considerata come "la prima dose booster". La stessa indicazione la si evince già dalla circolare del Ministero della Salute dello scorso 14 settembre 2021 che disingue tra "dose aggiuntiva" e "dose booster". Ma da Ministero della Salute, struttura commissariale e Regioni non arrivano nuove indicazioni. Intanto è stata autorizzata la temporanea distribuzione dell'anticorpo monoclonale di AstraZeneca utile a prevenire il Covid per i più fragili. Manca però ancora il contratto di acquisto.

04 FEB - "Nelle persone con un sistema immunitario gravemente indebolito che hanno ricevuto tre dosi di vaccino mRna, una quarta dose è considerata la prima dose booster ed è per loro già raccomandata". Così ieri l'Ema ha ribadito la necessità di avviare la somministrazione di un ulteriore richiamo vaccinale contro il Covid per i più fragili.
 
Del resto leggendo la circolare del Ministero della Salute dello scorso 14 settembre 2021 che apriva alla somministrazione di una terza dose, si operava già lì una distinzione tra dose addizionale e dose booster, dove la prima riguardava proprio i soggetti più fragili con determinate condizioni di salute e veniva indicata a "completamento del ciclo vaccinale primario, al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria". Quanto alle tempistiche, questa doveva essere somministrata a partire dai 28 giorni dall'ultima vaccinazione ricevuta.
 
Il booster, invece, è definito come una "dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria". Questa, a seguito della circolare dello scorso 24 dicembre, può essere somministrata a partire da quattro mesi (120 giorni) dal completamento del ciclo primario.
 
I soggetti più fragili sono stati tra i primi a ricevere la dose aggiuntiva già dalla fine di settembre dello scorso anno. Dal momento che questa viene considerata come il "completamento del ciclo vaccinale primario", già oggi la campagna di vaccinazione dovrebbe contemplare la possibilità di offrire a queste persone una quarta dose vaccinale come booster. Come chiarito dall'Ema e spiegato nelle circolari ministeriali. Al momento però nessuna indicazione in tal senso è stata fornita da Ministero della Salute, struttura commissariale e Regioni.
 
Dallo scorso sabato 29 gennaio è stato poi reso disponibile in Italia l'anticorpo monoclonale di AstraZeneca, Evusheld. Si tratta di una combinazione di due anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione (Laab), creati in laboratorio per restare nel corpo per mesi, in modo da contenere il virus in caso di contagio. Al momento questo è l'unico anticorpo monoclonale utile a prevenire l’infezione, mentre gli altri vengono utilizzati per trattare persone che hanno già contratto il virus. Potrebbe quindi rappresentare un'importante arma in più per quelle persone fragili che non hanno registrato una risposta immunitaria abbastanza forte ai vaccini a causa di patologie pregresse. In tal senso è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto del Ministero della Salute che autorizza la temporanea distribuzione di questo anticorpo monoclonale. Al momento, però, l'azienda ci conferma che non è stato ancora siglato alcun contratto per l'acquisto di Evusheld.
 
Qual è quindi la strategia che si intende adottare per proteggere quelle persone, ad oggi senza booster, e per patologie pregresse più esposte ai rischi causati dal Covid? Manca chiarezza sul punto. Sarebbe fondamentale avere una risposta in tempi brevi.
 
Giovanni Rodriquez

04 febbraio 2022
© Riproduzione riservata


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