Covid. Iss: “Con terza dose la prevenzione dal contagio risale al 76,7%, ai livelli della 2ª dose”. Migliora anche la copertura da malattia severa e per un no vax il rischio di morte rispetto a chi ha fatto il booster è di 16,6 volte più elevato
Lo sottolinea il rapporto settimanale sull’andamento della pandemia dell’Iss che ha rilevato che dopo la dose di richiamo l’efficacia del vaccino per prevenire l’infezione torna ai livelli rilevati nei primi cinque mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale primario. Dopo i 5 mesi, senza booster, l’efficacia scende invece al 39,6%. Confermato poi il rischio molto più elevato di infettarsi, ammalarsi e morire per i non vaccinati rispetto ai vaccinati in tutte le classi di età. IL RAPPORTO.
11 DIC - Buone notizie dall’ultimo report epidemiologico dell’Iss: con la dose di richiamo (booster) effettuata dopo la conclusione del ciclo primario di vaccinazione, l’efficacia nella prevenzione dall’infezione risale ai livelli della copertura originaria raggiungendo una media del 76,7%.
Migliora anche la difesa dalla malattia severa che arriva al 93,3% a fronte di un livello di copertura che resta comunque alto anche in chi non ha ancora fatto la terza dose passati i cinque mesi (83,7%).
Nel dettaglio l’Iss rileva che dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età.
Su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa infatti dal 74,3% nei vaccinati con ciclo completo entro cinque mesi, al 39,6% nei vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi.
L’efficacia, però, come abbiamo visto, risale nei soggetti vaccinati con la dose aggiuntiva/booster a livelli simili a quelli osservati nei soggetti che hanno completato il ciclo entro cinque mesi (76,7%).
Nel caso di malattia severa, la differenza fra vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi rispetto ai vaccinati da meno di cinque mesi risulta minore.
Si osserva, infatti, una decrescita dell’efficacia vaccinale di circa nove punti percentuali, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di 5 i mesi è pari al 92,6%, mentre risulta pari all’83,7% per i vaccinati con ciclo completo da oltre 5 i mesi, rispetto ai non vaccinati.
Come nel caso delle diagnosi, l’efficacia risale nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster a un livello (93,3%) leggermente più alto di quella osservata nei vaccinati con ciclo completo entro cinque mesi.
Dall’Iss poi si conferma il rischio molto maggiore sia di infezione che di malattia severa e decesso tra vaccinati e no vax.
Il confronto è fatto calcolando i tassi di infezione, ospedalizzazione, terapia intensiva e morte ogni 100mila vaccinati (sia entro che oltre i 5 mesi) e i non vaccinati.
L’esito del confronto è netto (vedi tabella) e in tutte le classi di età il rischio di infettarsi, ammalarsi e morire è sempre molto più elevato tra i no vax.
Ad esempio, prendendo in considerazione la classe più fragile quella degli over 80, il tasso di ospedalizzazione per i non vaccinati (325 ricoveri per 100.000) si evidenzia come questo sia circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di cinque mesi (43 ricoveri per 100.000) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi (53 ricoveri per 100.000).
Analizzando il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi, sempre negli over 80, si osserva che nel periodo 22/10/2021 - 21/11/2021 il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati (19 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) è circa nove volte più alto di quello dei vaccinati con ciclo completo da oltre di cinque mesi (2 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e sei volte rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro cinque mesi (3 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) mentre, nel periodo 15/10/2021 - 14/11/2021, il tasso di decesso nei non vaccinati (127,5 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto sia ai vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi che entro i cinque mesi (14 per 100.000).
Con la terza dose poi il divario tra vaccinati e no vax aumenta ancora di più, con un rischio di morte ben 16,6 volte maggiore
11 dicembre 2021
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