Coletto (Veneto): “Tor Vergata ha indicato chiaramente la via futura: serve sempre più federalismo in sanità”
14 DIC - “E’ evidente che nessuno dei geni che volevano affossare le Regioni usando l’arma del sì al referendum ha studiato, e se sì male, all’Università di Tor Vergata, i cui Rapporti sulla sanità hanno il carattere della serietà scientifica e dell’imparzialità”. Lo dichiara l’Assessore regionale alla Sanità del Veneto
Luca Coletto, commentando gli esiti del dodicesimo Rapporto Crea (Consorzio Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università di Tor Vergata, secondo i cui esperti il federalismo in sanità non ha fallito, ed è anzi riuscito a risanare gli aspetti finanziari e a migliorare anche l’applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (i LEA).
“Ho sempre detto, e lo confermo – aggiunge Coletto – che si voleva buttare via il bambino con l’acqua sporca, perché il federalismo ha prodotto esempi virtuosi, come il Veneto che anche nel 2015 ha chiuso il bilancio sanitario in attivo di 12,5 milioni di euro, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana che, con le loro buone pratiche, possono ora far da traino alle Regioni più in difficoltà, ma non da tappabuchi per gli sprechi, che devono cessare con l’applicazione rigorosa dei costi standard in tutto il Paese”.
“Il risanamento finanziario di cui parla Tor Vergata – fa notare Coletto – è il frutto prima di tutto di gestioni oculate, come quella del Veneto che da tempo si autoapplica i costi standard, alle quali si vanno assommando i primi risultati dei Piani di rientro in alcune altre Regioni, tanto doverosi quanto, purtroppo, tardivi rispetto a ciò che si poteva fare prima”.
Per l’Assessore del Veneto, “Tor Vergata ha indicato chiaramente la via futura: serve sempre più federalismo in sanità e in generale: non fermare chi è più avanti, ma aiutare chi arranca, con una cura da cavallo. I costi standard vanno applicati alla lettera, perché in caso contrario verrebbero vanificati anche gli effetti dei Piani di Rientro, come se una persona grassa, dopo una dieta da trenta chili, ne riprendesse quaranta”.
“E non si dimentichi – conclude Coletto – che, sempre grazie prima di tutto alla virtuosità prodotta dal federalismo in alcune Regioni, in sanità dal 2014 finanziamenti e costi hanno raggiunto il pareggio, a differenza di altri settori fuori controllo ai cui buchi hanno contribuito i tagli al Fondo Sanitario Nazionale che tanto male hanno causato alle Regioni con i conti in ordine”.
14 dicembre 2016
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