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Lorenzin: “Spesa sanitaria ideale sarebbe intorno a 9% Pil”

di G.B.

10 NOV - “Dobbiamo capire quanto siamo realmente disposti a spendere per la sanità, in modo da garantire una corretta programmazione anche in funzione degli altri settori. Per me la spesa sanitaria dovrebbe collocarsi intorno al 9% del Pil, ma questo comporterebbe sacrifici in altri ambiti e bisognerebbe verificare se il sistema Paese sarebbe disposto a effettuarli”. E’ allo stesso tempo calibrato sull’oggi e prospettico il ragionamento formulato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, durante l’intervento che ha chiuso l’edizione 2015 di ‘Meridiano Sanità’.

Nel complesso un eventuale incremento del Fsn nei prossimi anni “è legato all’aggiornamento della situazione economica, che finalmente registra miglioramenti – ha osservato – E’ vero che la nostra spesa sanitaria è molto contratta rispetto a tanti altri Paesi della nostra area, ma non possiamo dimenticare che ci siamo dovuti misurare con il tema della sostenibilità del sistema regionale e in particolare della spesa extrasanitaria. Un minor aumento del Fsn è servito, per esempio, a ripianare il settore del trasporto pubblico”.

Lorenzin ha ribadito l’importanza di aver affermato, durante il suo dicastero, il principio che i risparmi ottenuti in sanità devono imprescindibilmente restare all’interno del comparto. “Senza dimenticare però – ha avvertito – che possiamo attuare ancora una spending review pari a circa il 15% per quanto concerne beni e servizi. Credo che ci stiamo avviando lungo la buona strada e molto di quanto abbiamo attuato in sanità andrebbe applicato anche nel resto della Pubblica amministrazione”.

Parole di elogio e riconoscenza sono poi state spese per il personale sanitario che “in questa fase di enormi difficoltà ha giocato un ruolo decisivo. E dopo anni di politiche deficitarie abbiamo il dovere di mettere in campo interventi a sostegni dei precari, che sono altamente qualificati e specializzati e che con le loro competenze hanno tenuto in piedi il sistema negli ultimi dieci anni”. Proprio in quest’ottica Lorenzin ha garantito che “stiamo cercando nuove risorse, tra le pieghe del Bilancio, da indirizzare per il contratto dei medici. Su questo aspetto stiamo portando avanti un confronto costante con il ministero dell’Economia e delle Finanze. Dobbiamo rimettere in moto il turn over, per garantire un ricambio generazione soprattutto nelle Regioni in Piano di Rientro che da anni patiscono sotto questo punto di vista”.

Non poteva mancare una road map relativa alle priorità che la sanità dovrà affrontare senza possibilità di deroga nei prossimi anni. “Innanzitutto dobbiamo investire di più nella prevenzione – ha spiegato – poiché si tratta di un vettore che costa poco e rende molto. C’è per esempio un preoccupante aumento delle malattie sessualmente trasmissibili tra le giovani, come ho riscontrato stamane in un incontro al Consiglio Superiore di Sanità. Si tratta di comprendere pienamente che la salute è anche un investimento. Per questo serve uno sforzo maggiore per promuovere corretti stili di vita, una corretta alimentazione e la lotta al fumo. Ma anche l’obesità, con campagne finalizzate in particolare a bambini e anziani. Bisogna dunque incentivare la medicina di iniziativa, supportare progetti mirati e rinforzare l’alfabetizzazione scientifica”.

Altro aspetto dirimente riguarda la spesa farmaceutica. “In particolare quella ospedaliere è troppo elevata, probabilmente anche perché nel passato è stato fissato un tetto troppo ottimistico che ha determinato uno sforamento della soglia di oltre 2 mld”. Allo stesso tempo Lorenzin ha ribadito l’importanza di investimenti nei farmaci innovativi che “sono indispensabili per garantire sostenibilità e universalismo al sistema”.

A livello sistemico per il ministro è ancora necessaria “una riforma della governance che, nel rispetto dell’autonomia delle Regioni, rimetta al centro alcuni asset per recuperare omogeneità. Dobbiamo lavorare nel solco tracciato dal Patto della Salute, che ha rappresentato un momento di grande speranza e che ci ha consegnato una visione organica della sanità. E’ fondamentale imparare a velocizzare i meccanismi decisionali – ha concluso – perché i processi scientifici e le necessità reali viaggiano rapidamente”.
 
Gennaro Barbieri

10 novembre 2015
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