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Cipomo: “Non discriminare le oncologie del Sud, sono uguali a quelle del Nord”


07 FEB - “La pubblicazione dell’accurato studio di popolazione  sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici (EUROCARE 5 High Resolution Study) non può essere strumentalizzata per quelle che sembrano apparire operazioni di marketing oncologico. Che esista un divario tra Nord e Sud Italia si constata quotidianamente e a molti livelli. Anche a livello sanitario è innegabile che questa differenza esista”. Ma Salvatore Palazzo, vice presidente Cipomo, contesta nettamente l’uso dei dati Eurocare 5 “come dimostrazione che gli oncologi medici meridionali erogano peggiori cure oncologiche ai propri pazienti”. Un’interpretazione che definisce “intollerabile”, così come il rischio che “questo possa incitare ad un maggior ricorso alla migrazione sanitario”.

Palazzo sottolinea peraltro come lo stesso studio rilevi che a parità di tutti gli altri aspetti (età, sesso, sede), la sopravvivenza dei pazienti oncologici del Nord è del 89% e quella dei pazienti del Sud è del 85% (complessivamente  il 4% in meno). “Questo significa che forse la faticosa e costosa ‘ricerca dell’altrove’ e della migrazione sanitaria dal Sud non porta probabilmente quei miglioramenti risolutivi sperati rivolgendosi al Nord”.

Ricordando poi i dati del Rapporto Aiom 2012, che dimostrano come il tasso di mortalità standardizzato per tutti i tumori sia maggiore al Nord  rispetto al Sud, sia tra i maschi (236.7 vs  219.9)  sia tra le femmine (133.2  vs 119.8), il vice presidente Cipomo sostiene che “risulta chiaro come i semplici dati di sopravvivenza a 5 anni vadano commentati con particolare cautela, in quanto imputabili o a un ‘falso’ miglioramento dei risultati terapeutici, esclusivamente ricollegabile al tempo che aggiunge l’anticipazione diagnostica, o a una migliore accuratezza degli esami diagnostici di stadiazione, per la quale i pazienti transitano da uno stadio favorevole ad altro meno favorevole e fanno registrare un contemporaneo quanto mirabilmente illusorio miglioramento prognostico di entrambi (fenomeno di Willy Rogers)”.

Inoltre, “i dati dello studio di Milena Sant – coordinatrice dello studio dell’Istituto Tumori di Milano - sull’uso estensivo di trattamenti sistemici (ricordiamo che il cancro è anche e soprattutto una malattia sistemica ed e è per questo che porta a morte i pazienti) sono spesso migliori al Sud rispetto al Nord specie per quanto riguarda il trattamento adiuvante del carcinoma del colon allo stadio C e il trattamento adiuvante chemioterapico e ormonale del carcinoma della mammella. Questi dati lasciano pensare che il comportamento degli Oncologi Medici meridionali sia tutto fuorché inadeguato”.

Per questo, secondo Palazzo, “i dati non possono essere letti come invito a farsi curare al Nord né possono servire come suggestione per attrarre pazienti in maniera ingiustificata. Indicano invece un fatto incontrovertibile: nonostante tutte le difficoltà in cui versa l’Oncologia Medica del Sud, i pazienti possono assolutamente essere tranquillizzati. L’aderenza alle linee guida è garantita in tali regioni da parte dei Colleghi oncologi medici. Cipomo vuole così rassicurare i pazienti oncologici meridionali. I famosi viaggi della speranza non trovano la loro ragione d’essere”.
 
 

07 febbraio 2013
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