In Italia "occorre tornare a programmare e ad implementare un piano sanitario nazionale per l'accesso equo e rapido alle cure. Le reti sono importanti, perché sono un modello che garantisce una presa in carico efficiente e rapida e una qualità di vita migliore perché il paziente rimane sul suo territorio. Da quello che ho visto dall'indagine Agenas, ci sono analisi dettagliate. Emergono variazioni significative tra Regioni e al loro interno", ed è "interessante notare come queste disparità sono legate a differenti tipologie di modelli organizzativi delle varie Regioni". Lo ha detto Francesco Saverio Mennini, capo Dipartimento Programmazione, dispositivi medici, farmaco e politiche in favore del Ssn del ministero della Salute, nel suo intervento alla presentazione a Roma della terza indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti curata dall'Agenas.
"Sono emerse criticità per ogni singola rete", ha sottolineato Mennini. "Nella rete cardiologia dell'emergenza - ha precisato - serve approfondire l'uso di indicatori di percorso clinico; nella rete dell'ictus serve individuare outcome per le evidenze cliniche e per i modelli organizzativi innovativi, mentre "nella rete trauma sono evidenziati problemi nella raccolta e omogenizzazione dei dati".