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Rezza: “Non parliamo più di immunità di gregge ma di ritorno alla normalità”


10 SET - "Non parliamo di immunità di gregge ma di ritorno alla normalità, e di evitare la malattia grave e la congestione delle strutture sanitarie. Riuscire a ridurre al minimo la circolazione virale è un obiettivo secondario che saremo molto felici di raggiungere".
 
Così il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, durante la consueta conferenza stampa settimanale sul monitoraggio.
 
"Nessun vaccino protegge al 100%. Ma ricordiamo sempre che è stato un miracolo avere in un anno vaccini con un'efficacia pari al 95% nei confronti della malattia. Quando qualcuno dice che non sono così buoni per la protezione più bassa contro l'infezione afferma il falso, sono tra i migliori che abbiamo mai avuto a disposizione", ha aggiunto.
 
Sulla terza dose: "Aifa ha dato un'indicazione alla terza dose per gli immunodepressi e trapiantati perché rispondono meno al vaccino e queste persone saranno dunque le prima ad avere una dose aggiuntiva a settembre. Poi ci saranno altre categorie come over 80 e operatori sanitari". Nelle prossime ore arriverà anche una "circolare del ministero sulla terza dose, o dose aggiuntiva che seguirà le indicazioni date dall'Aifa e dal parere Cts. La circolare sarà generica ma seguiranno note tecniche e dettagli per la migliore definizione delle categorie di immunocompromessi. Ma allo stesso tempo si sta valutando con Aifa, Cts e Regioni come proseguire la campagna vaccinale", ha aggiunto Rezza. 
 
La terza dose verrà intesa come "il completamento del ciclo vaccinale per gli immunodepressi, e come un booster per over 80 e residenti nelle Rsa". Quanto poi alla necessità di test sierologici prima del nuovo richiamo: "C'è ancora grande incertezza su veri e propri correlati di protezione, per questo faremo a prescindere un richiamo per alcune categorie".
 
Riguardo l'attuale quadro epidemiologico, questo "mostra un'Italia che si sta schiarendo, indice di un'incidenza leggermente in calo con alcune regioni, però, dove la circolazione è ancora presente - ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro -. Siamo in una situazione stabile, lievemente decrescente. L'andamento negli ultimi 14 giorni vede alcune regioni in decrescita, altre ancora con una lieve punta di crescita".
 
Infine sui tamponi: "Il vaccino è uno strumento che stimola il nostro sistema immunitario e ci fa sviluppare una protezione, degli anticorpi che in qualche modo fanno sì che se entriamo in contatto con il virus si riduce la probabilità dell'infezione e il rischio che si trasformi in una patologia importante. Il tampone non è nulla di tutto ciò, è un test che vale nel momento in cui è eseguito, è una certificazione e non una protezione. Non c'è equivalenza. La persona che fa il tampone non è protetta - ha concluso il presidente Iss - ma semplicemente, con un risultato negativo, ha la certezza che quando ha fatto il test non albergava il virus nel suo organismo". 
 

10 settembre 2021
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