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Il 118, il caso Sicilia e l’esigenza di un dialogo serio

01 LUG - Gentile direttore,
ci risiamo con la storia dei più bravi e meno bravi. Ci risiamo con le statistiche e analisi che mirano a stabilire la superiorità dei medici anestesisti sui Medici EST (Emergenza Sanitaria Territoriale) in termini di rendimento e di capacità organizzative. Ci risiamo con l’alzata di stupidi steccati che tardano a sparire, malgrado i medici EST hanno conquistato, con meriti e spesso con assoluta dedizione, quei campi una volta di pertinenza “dell’improvvisazione”.
 
La mia non vuole aprire un contraddittorio fatto di accuse e/o rivendicazioni,  ad ognuno le sue competenze. Trovo inopportuno parlare di un sistema Siciliano normato da D.A. emanati dal Parlamento Siciliano e poi confrontarli con altri sistemi e disquisendo  in seguito delle competenze o meno.
 
Non  lo ha stabilito il Medico EST di sostituire l’anestesista sulle Ambulanze ma un preciso  (D.A. 30 aprile 2010) dove il legislatore assegna alle MSA la specificità di equipaggio (Medico di Emergenza Territoriale – Infermiere–Autista soccorritore).
 
Normale ricambio dettato da D.A. e non sgomitate dei MET e che l’utilizzo degli anestesisti-rianimatori nel servizio di emergenza ripeto per la regione Sicilia doveva essere limitato solo ad una breve fase di avvio del sistema in attesa della formazione dei MET (Medici di Emergenza Territoriale).
  
Caro Direttore, la nostra non è e non vuole essere una posizione di scontro tra professionisti, ma solo vogliamo rendere chiare le regole contrattuali i MET che hanno risposto agli anestesisti siciliani, hanno scritto sul suo quotidiano in quanto desiderano la giusta applicazione dei D. A. emanati dall’assessorato Regione Sicilia.
 
Se qualcuno è meritevole di accuse, se dobbiamo puntare il dito su qualcuno questo si chiama “Politica Sanitaria Nazionale”. Siamo in un’Italia dinamica dove ogni regione applica un modello di comportamento in tema sanitario extraospedaliero.
 
Leggere su un autorevole quotidiano il calunniarsi tra colleghi, lo trovo deplorevole, fini per cui potrebbe essere utile finirla con queste e combattere per il bene dell’utenza, perché le rivendicazioni di parte mortificano la professione, falciano l’utenza, cestinano tutti i percorsi formativi e di aggiornamento perseguiti in ambito nazionale che hanno tanto ridotto invalidità e decessi.
Proprio per questi fatti abbiamo sempre detto in tutte le salse che occorre un applicativo nazionale che assicuri la parità contrattuale dal nord al sud e linee guida su protocolli terapeutici univoci da adottare in tutto il territorio nazionale.
 
Il sottoscritto parla a nome dello Snami Nazionale settore EST e rilancia con una proposta che vuole contrapporsi alle proteste, “I medici EST 118 sono favorevoli, entusiasti a condividere con i medici specialisti in Anestesia e Rianimazione il lavoro sul territorio purché si lavori in un sistema di emergenza territoriale dedicato, quindi sotto lo stesso tetto, anche perché  non è possibile ancora nel 2016 lavorare in incentivazione e in plus ora per ovvi motivi.
 
Eppure il 118 svolge, un servizio essenziale volto alla sopravvivenza del cittadino rappresentando il primo anello fondamentale di assistenza ma anche il primo anello debole della catena per mancata presa di coscienza dei burocrati politici, continua ad essere vittima di chi si ostina a non  intraprendere un dialogo serio con chi lavora e mette in campo la propria professionalità.  Non si può pensare a vivere alla giornata e garantire questo fondamentale servizio senza aver programmato un contratto di lavoro univoco e disciplinato. E’ impensabile immaginare che il nostro SSN si possa reggere sulla buona volontà degli operatori sanitari sottovalutando le carenze organizzative e contrattuali per poi fare ricadere le colpe su chi ogni giorno mette a rischio la propria vita per salvarne delle altre. Costruiamo insieme una emergenza territoriale su base nazionale efficiente e univoca.
 
Dott. Vito D’Angelo
Responsabile Nazionale Snami Est

01 luglio 2016
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