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Palermo. Ddl concorrenza, da Federfarma-Utifarma appello ai cittadini: “Difendete la vostra farmacia sotto casa”

“Rischiamo di chiudere perché alcune forze politiche, sotto la pressione di grandi gruppi commerciali e finanziari che hanno nel profitto il loro unico interesse, stanno cercando di inserire, nel ddl Concorrenza, la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C”, spiegano i titolari di farmacia. Per i quali "la battaglia per il modello italiano di farmacia è una battaglia per i diritti del cittadino”.

18 FEB - I 329 titolari di farmacia aderenti a Federfarma Palermo-Utifarma lanciano un appello ai cittadini per “difendere la farmacia, quella sotto casa, che rischia di chiudere a causa del fatto che alcune forze politiche, sotto la pressione di grandi gruppi commerciali e finanziari che hanno nel profitto il loro unico interesse, stanno cercando di inserire nel ddl Concorrenza, che il Senato dovrebbe approvare definitivamente nei prossimi giorni, la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C (quelli a pagamento e con obbligo di ricetta medica) anche presso i supermercati e la grande distribuzione”.
 
Secondo Federfarma Palermo-Utifarma a rischio sono non solo le farmacie, ma anche il servizio che rendono ai cittadini. “Si tratta – affermano infatti - di farmaci ‘importanti’, come gli psicofarmaci e gli ormoni sessuali, finora venduti solo esclusivamente mediante i criteri di etica, professionalità e qualità dell’assistenza garantiti dal farmacista di fiducia, il cui primo interesse è la salute del cittadino; mentre questa riforma si limiterebbe a spostare sotto la sfera di interessi esclusivamente commerciali un settore che vale in Italia 2,3 miliardi di euro”.

“La farmacia è un bene comune – spiega nell’appello il presidente di Federfarma Palermo-Utifarma, Roberto Tobia – ma la farmacia è anche conveniente e va difesa”. Federfarma Palermo-Utifarma cita l’Aifa per evidenziare che con le liberalizzazioni del 2006 “non vi sono stati risparmi per i cittadini, la spesa a loro carico è aumentata. A fronte di un paziente che per effetto della crisi tendeva a contrarre il volume dei propri acquisti di medicinali da banco, il sistema produttivo e della grande distribuzione ha ‘compensato’ sfruttando la nota attitudine al consumo del mondo occidentale con un costante incremento dei prezzi di questi medicinali”.

“La liberalizzazione della fascia C – conclude Tobia – sarebbe un colpo che metterebbe a rischio la già difficile sostenibilità del sistema farmacia in Italia e soprattutto in Sicilia. Trovo assurdo che la salute possa essere oggetto di concorrenza. Chi vuole sostituire la farmacia col supermercato, ricordi che sostenere il profitto dei grandi gruppi commerciali farà venire meno uno storico baluardo di professionalità, qualità dell’assistenza, tutela massima della salute e oculata politica dei prezzi”.

18 febbraio 2016
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