Covid. Ema: “Situazione epidemiologica in Europa molto preoccupante. Prossimo passo potrebbe essere terza dose a tutti”
L’Agenzia europea del farmaco invita per questo a proseguire nella vaccinazione. Confermato che a dicembre dovrebbe arrivare l’ok per il vaccino Pfizer per la fascia di età 5-11 anni. E poi sulla pillola Merck: “Siamo pronti a dare assistenza agli Stati che vogliano dare il via livera all'uso di emergenza prima dell'autorizzazione Ue”.
04 NOV - “La situazione epidemiologica del Covid in Europa è molto preoccupante. È di assoluta importanza che tutti si vaccinino, perché nessuno è protetto fino a quando tutti saranno protetti. Occorre seguire tutte le precauzioni con attenzione”. Così l'Ema in conferenza stampa.
Affrontato anche il tema della pillola Merck. I tempi per l'ok di Ema al farmaco “non sono prevedibili, ma siamo pronti a dare assistenza agli Stati che vogliano dare il via libera all'uso di emergenza prima dell'autorizzazione Ue”. Ha detto Marco Cavaleri, responsabile vaccini dell'Agenzia europea del farmaco che ha annunciato anche come “le conclusioni sulla somministrazione del vaccino Comirnarty di Pfizer-Biontech per la fascia d'età tra i 5 e gli 11 anni dovrebbero arrivare a dicembre” salvo complicazioni.
In conferenza stampa si è parlato anche della terza dose di Moderna: “La terza dose di Moderna, che è metà delle prime due, ha mostrato un importante incremento degli anticorpi contro la variante Delta. È una buona notizia vista la crescente diffusione della variante”, ha aggiunto.
A proposito di terza dose, l'Ema ha sottolineato come al momento "la maggior parte degli Stati membri ha iniziato ad somministrare dosi aggiuntive alle persone più a rischio. Il prossimo step potrebbe essere quello di allargare l'offerta alla popolazione generale".
Infine toccato anche il tema della dose aggiuntiva per chi ha effettuato la vaccinazione con il monodose di Johnson&Jonhson che ieri è stata tra l’altro approvata in Italia. “Ci attendiamo dati sulla dose di richiamo di Janssen somministrata 6 mesi dopo la prima dose. In parallelo, prenderemo in considerazione i dati di uno studio clinico che ha valutato se una somministrazione due dosi aumenti la protezione rispetto a quella di una dose”.