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Nuove prospettive sulla Vitamina D

di Sandro Giannini

La pandemia da Sars-Cov-2 ha dato una ulteriore spinta all’incremento del numero di studi scientifici pubblicati sulla vitamina D ed ha permesso di postularne un ruolo centrale in ambiti clinici non ancora esplorati, aprendo dunque la strada a prospettive diagnostiche e terapeutiche nuove. Sono stati questi i presupposti che hanno portato alla stesura del quaderno “Vitamina D: Nuove Prospettive”.

14 OTT - La Vitamina D è un ormone da sempre al centro di grande interesse scientifico e clinico, sia per i suoi noti effetti scheletrici, sia per gli aspetti extra-scheletrici, sui quali è chiaro il coinvolgimento di diverse specialità mediche, che vanno dalla diabetologia, alla dermatologia, senza dimenticare tutti gli aspetti immunitari. Proprio su quest’ultimo aspetto, la pandemia da Sars-Cov-2 ha dato una ulteriore spinta all’incremento del numero di studi scientifici pubblicati sulla vitamina D ed ha permesso di postularne un ruolo centrale in ambiti clinici non ancora esplorati, aprendo dunque la strada a prospettive diagnostiche e terapeutiche nuove, che vanno oltre gli ambiti culturali di origine e diventano importanti strumenti per la cura di altri organi e apparati.
 
Sono stati questi i presupposti che hanno portato alla stesura del quaderno “Vitamina D: Nuove Prospettive”, coordinato sotto l’egida del G.I.B.I.S. “Gruppo Italiano Bone Interdisciplinary Specialists” e realizzato in collaborazione con un panel multidisciplinare di esperti di eccezione che hanno visto coinvolti: Francesco Bertoldo (Verona), Davide Gatti (Verona), Andrea Giusti (Genova), Giovanni Iolascon (Napoli), Nicola Napoli (Roma), Giovanni Pellacani (Roma).
 
Il duplice obiettivo è stato quello di voler ribadire il grande valore di questo nutriente nel metabolismo di svariate patologie e di stimolare l’interesse per le recenti evidenze riguardanti l’efficacia della sua supplementazione; per fare questo sono stati selezionati specialisti di diversi ambiti, che si sono lungamente misurati con patologie comunemente associabili alla carenza di vitamina D o che hanno potuto constatarne la validità di studio anche in contesti fino ad oggi esclusi. Definite le doverose puntualizzazioni sul sistema endocrino dal punto di vista biochimico, chimico, farmacocinetico, il lavoro si è concentrato sulla possibilità di fornire aggiornamenti anche sulle nuove possibilità di somministrazione e i vantaggi che ne derivano, con implicazioni molto diverse dal punto di vista del corrispettivo beneficio clinico. Altro argomento di chiaro interesse è quello, trattato dal punto di vista dermatologico, del già noto rapporto biunivoco che sussiste tra sole e sintesi di questo elemento, ponendo qui l’accento su preconcetti fuorvianti circa l’esposizione solare.
 
Per quanto riguarda la fisiopatologia, resta doveroso affrontare i meccanismi di azione della vitamina D nel contesto muscoloscheletrico, da secoli cuore delle maggiori evidenze, ma ancora oggi bacino di osservazione prezioso per lo studio del suo pathway biologico. La lunga esperienza in questo campo permette senz’altro di concentrare l’attenzione sulle diverse modalità di supplementazione e sui vantaggi di una dovuta prevenzione. È stato poi scelto di affrontare alcune patologie, largamente diffuse, per le quali la vitamina D è di interesse recente e allo stesso tempo oggetto di notevoli evidenze, come il legame con l’andamento del diabete mellito e con quello della demenza, qui affrontate dettagliatamente e puntualmente sostenute da risultati scientifici. Non si poteva infine non contemplare l’attualissima prospettiva del sistema immunitario, tanto dibattuta in quest’ultimo anno che ci ha visti impegnati a contrastare la pandemia da Sars-Cov-2.
 
E se da un lato molto ancora deve essere fatto dal punto di vista diagnostico, poiché la stima di una carenza di vitamina D nei soggetti patologici è gravata dalla difformità nelle misurazioni di laboratorio a livello nazionale ed internazionale, la ricerca scientifica tout court guarda lontano e ne evidenzia il valore e la versatilità di approcci clinici. Ecco allora una disamina parziale ma senz’altro attuale e stimolante sul valore della vitamina D, che tanto ancora può offrire in termini di ricerca per svariate patologie e che oggi, grazie ad una più facile supplementazione, rappresenta un complemento terapeutico imprescindibile nella cura dei nostri pazienti.
 
Professor Sandro Giannini
Presidente G.I.B.I.S. “Gruppo Italiano Bone Interdisciplinary Specialists”


14 ottobre 2021
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