Tre studi retrospettivi di Real World confermano efficacia di Remdesivir contro il Covid
Esaminati i dati relativi a 98.654 pazienti ospedalizzati. L’analisi condotta da Gilead ha mostrato che Remdesivir ha ridotto i tassi di mortalità nei pazienti ricoverati con Covid-19 dopo un ciclo di cinque giorni di trattamento e ha aumentato le probabilità di dimissioni dall’ospedale entro il ventottesimo giorno di degenza
22 GIU - Gilead Sciences Inc. (Nasdaq: GILD) ha annunciato oggi i dati positivi provenienti da tre studi retrospettivi sul trattamento nella pratica clinica dei pazienti ospedalizzati con Covid-19, dati che vanno ad aggiungersi a quelli relativi ai tassi di mortalità e di dimissione tra i pazienti trattati con Remdesivir.
Presentate questa settimana al
World Microbe Forum (WMF), tutte e tre le analisi “real-world” hanno rilevato che, nella popolazione generale dei pazienti, quelli che avevano ricevuto il trattamento con l’antivirale Remdesivir presentavano un rischio di mortalità significativamente inferiore rispetto ai corrispondenti controlli. È stata osservata una riduzione di mortalità in diverse condizioni di ossigenazione al basale. I risultati sono stati costanti e coerenti nelle diverse fasi della pandemia e in tutte le aree geografiche. Due degli studi hanno inoltre osservato che i pazienti che avevano ricevuto Remdesivir presentavano una probabilità significativamente maggiore di dimissione dall’ospedale entro il giorno 28.
Le tre analisi dei dati “real-world” presentate al Wmf includono 98.654 pazienti ospedalizzati con Covid-19. Due studi retrospettivi hanno osservato le tendenze e gli esiti terapeutici negli Stati Uniti secondo i database HealthVerity e Premier Healthcare. Una terza analisi ha confrontato i risultati clinici nei pazienti che avevano ricevuto un ciclo di trattamento di 10 giorni con Remdesivir nella fase di estensione dello studio globale in aperto SIMPLE-Severe con quelli nei pazienti che avevano ricevuto cure standard in uno studio di coorte longitudinale retrospettivo “real-world”. Tutte e tre le analisi hanno utilizzato endpoint predefiniti e metodologie statistiche di alto livello, inclusi solidi approcci di abbinamento e ponderazione, e analisi di sensibilità sono state condotte in collaborazione con esperti indipendenti nella ricerca sull’efficacia comparativa nella pratica clinica.
Nello studio clinico in doppio cieco controllato con placebo (ACTT-1) condotto su pazienti ospedalizzati con COVID-19, nella popolazione complessiva dello studio si è verificata una tendenza verso una riduzione della mortalità al giorno 29 (11% vs 15%, HR: 0,73, IC 95%: 0,52-1,03) nei pazienti trattati con Remdesivir (n=541) rispetto al placebo (n=521); questo risultato non era risultato statisticamente significativo. Data la gamma di gravità della malattia osservata nella popolazione complessiva dello studio, è stata condotta un’analisi post-hoc senza aggiustamenti per test multipli, al fine di determinare se vi fossero differenze di mortalità in base allo stato clinico al basale dei pazienti. In questa analisi, i pazienti che al basale richiedevano ossigeno a basso flusso e che avevano ricevuto Remdesivir hanno ottenuto una riduzione statisticamente significativa del 70% della mortalità al giorno 29 (4% vs 13%; HR: 0,30, IC 95%: 0,14-0,64). La differenza di mortalità in altri sottogruppi, sulla base dello stato clinico basale, non era statisticamente significativa. L’effetto sulla mortalità osservato in altri studi pubblicati è variabile, sia per il risultato sia per il metodo di analisi.
“Gli studi clinici – ha affermato
Robert L. Gottlieb, MD, PhD, Cardiologo presso il Baylor University Medical Center e il Baylor Scott & White Research Institute – ci aiutano a comprendere l’efficacia e il profilo di sicurezza di un trattamento, ma le loro dimensioni possono limitare la nostra capacità di valutare tutti i potenziali aspetti dell’effetto di un trattamento, a causa dei bassi tassi di eventi nel corso degli studi. I grandi set di dati della pratica clinica, grazie alle maggiori dimensioni del campione e alle robuste metodologie, possono essere utili per valutare gli effetti del trattamento sia nella popolazione complessiva di pazienti sia nei sottogruppi clinicamente rilevanti. Queste analisi “real-world” forniscono ai medici dati aggiuntivi sull’efficacia di Remdesivir nei pazienti ospedalizzati con Covid-19, compresi i suoi effetti sulla mortalità e sulle probabilità di dimissione”.
Mentre gli studi clinici randomizzati (RCT, Randomized Clinical Trial) rimangono lo strumento migliore per valutare l’efficacia e la sicurezza di un medicinale, le evidenze della pratica clinica (RWE, “real-world” evidence) forniscono dati importanti sull’uso di un trattamento nella pratica clinica, dati che possono integrare quelli degli RCT. Questi studi assumono una maggiore importanza incrementale nel corso di una pandemia, durante la quale la gestione clinica di una malattia continua ad evolversi e può perfino precedere l’avvio di nuovi studi clinici e dove gli operatori sanitari in prima linea hanno bisogno di RWE che guidino e rafforzino le decisioni terapeutiche in tempo reale. Gli studi “real-world” devono essere interpretati in base al tipo e alle dimensioni dei set di dati a disposizione e alle metodologie utilizzate per mitigare potenziali elementi confondenti o devianti.
In Europa, Remdesivir è indicato per il trattamento di Covid-19 negli adulti e negli adolescenti (di età pari o superiore a 12 anni e peso pari ad almeno 40 kg) con polmonite che richiede ossigenoterapia supplementare (ossigeno a basso o alto flusso o altro tipo di ventilazione non invasiva) all’inizio del trattamento ed è accessibile in Italia non a carico del paziente per soggetti richiedenti ossigeno a basso flusso.
22 giugno 2021
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