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Seconda dose vaccino Pfizer dopo 5 settimane. La doccia fredda dell’azienda americana sulla raccomandazione del Cts: “Attenersi agli studi, seconda somministrazione dopo 21 giorni”


"Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. E' una valutazione del Comitato tecnico scientifico italiano, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l'autorizzazione". Così il direttore medico di Pfizer Italia Valeria Marino a Sky Tg24.

11 MAG - "Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. È una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l'autorizzazione". Lo ha detto a Sky TG24 Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia, commentando l'allungamento a 5 settimane della finestra per la somministrazione della seconda dose.
 
"Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito". Nei giorni scorsi il ministero della Salute, con il parere favorevole del Cts, ha emanato una circolare con cui ha raccomandato che la seconda dose del vaccino Pfizer venga somministrata a 42 giorni di distanza dalla prima, invece che 21 come originariamente previsto.
 
"Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. E' una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l'autorizzazione", ha aggiunto Marino.
 
"Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose, abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. Potrebbe essere possibile una terza dose ma forse anche non necessaria, a meno che non intervengano eventuali varianti, in quel caso una dose 'buster' potrebbe essere utile", ha aggiunto.
 
"Sul vaccino annuale bisogna essere molto cauti, potrebbe essere necessario entro l'anno o magari entro due". Infine ha ricordato come "gli studi dimostrino l'efficacia del vaccino sulle varianti, in particolare la sudafricana. Vale lo stesso su quella brasiliana. L'allarmismo è più relativo alla capacità di diffusione".

11 maggio 2021
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