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Cardiologi chiedono prorità vaccinazione Covid per pazienti ad alto rischio, a prescindere dall’età


Solo due le categorie considerate vulnerabili nel piano vaccinale ma i malati a rischio sono molti di più e l’età non può essere l’unico fattore discriminante. Anche i pazienti giovani con i forme dovrebbero avere accesso prioritario al piano vaccinale. L’allarme della Società Italiana di Cardiologia in un documento appena pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia

30 MAR - I pazienti con insufficienza cardiaca hanno un rischio doppio di non sopravvivere in caso di Covid rispetto alla popolazione generale “Le malattie cardiovascolari sono tra le patologie più frequentemente associate alle infezioni severe da Covid, determinando spesso una prognosi sfavorevole. Questo è vero in tutte le fasce d’età non solo per gli anziani, che sono da considerare come categoria vulnerabile, ma l’età non può essere l’unico fattore discriminante. Anche i pazienti di età giovane adulta che presentino gravi forme dovrebbero avere accesso prioritario al piano vaccinale”.
 
Lo riporta un documento della Società Italiana di Cardiologia (Sic) dal titolo “Priorità del vaccino Covid-19 nei pazienti con patologie cardiovascolari”, appena pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia e anticipato in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
 
Gli esperti della Sic hanno costruito una piramide con i gruppi di soggetti più esposti a conseguenze gravi e diviso in tre i livelli di rischio tra i cardiopatici: alto, intermedio e basso. Questo ‘triage’ permette di stabilire in base alla gravità della patologia cardiaca, una gerarchia di accesso alle vaccinazioni, che tenga conto del peso di tutte le patologie cardiache, indipendentemente dall’età.
“Purtroppo, il piano di priorità per le vaccinazioni include nella Categoria 1, tra i pazienti ad elevata vulnerabilità per le patologie cardiovascolari, solo due categorie di cardiopatici: chi soffre di scompenso cardiaco grave e le persone con post-shock cardiogeno – dichiara Ciro Indolfi, presidente Sic – una scelta che taglia fuori una larga parte di pazienti ‘dimenticati’, che rischia così di non essere adeguatamente protetta”.
 
“Una presa di posizione inaccettabile, scientificamente non motivata e difforme dalle raccomandazioni della comunità scientifica internazionale – sottolinea Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic – da qui l’allarme della Società Italiana di Cardiologia e l’appello alle istituzioni di riconsiderare la priorità della vaccinazione per proteggere tutte e non solo alcune categorie di pazienti cardiopatici a rischio di sviluppare un’infezione più severa e potenzialmente mortale”.
 
“Sono tantissime le condizioni che richiedono maggiore attenzione. La classificazione proposta nel nostro documento – aggiunge Indolfi – prevede una suddivisione delle patologie cardiache in tre livelli di gravità individuati, valutando in base alle più recenti evidenze scientifiche, la severità della patologia e l’impatto del Covid in termini di gravità e mortalità”.
 
“Fanno parte del primo gruppo – tra gli altri – coloro che hanno cardiopatie ischemica severa, ipertensione e diabete non controllati, alcune patologie congenite dell’adulto, ipertensione polmonare e tante altre cardiopatie che richiederebbero un’inderogabile priorità vaccinale e un aggiornamento delle categorie, come sottolineato nel documento appena pubblicato dalla Società Italiana di Cardiologia”, conclude Perrone Filardi.

30 marzo 2021
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