Tumore al seno. La preservazione della fertilità aumenta le chance di avere figli
di Lisa Rapaport
I trattamenti per la preservazione della fertilità offrono maggiori probabilità alle donne con tumore al seno di rimanere incinte e dare alla luce un bambino. Questa evidenza emerge da uno studio condotto dal Karolinska Institute di Stoccolma, condotto su 425 donne con diagnosi di carcinoma mammario tra il 194 e il 2017.
02 DIC -
(Reuters Health) – Le donne con carcinoma mammario che si sottopongono a un trattamento per la preservazione della fertilità hanno maggiori probabilità, rispetto a quelle che non lo fanno, di veder riuscire I trattamenti con tecnologia riproduttiva assistita (ART) e di dare alla luce feti vivi, senza un rischio di mortalità aggiuntivo.
È quanto emerge da uno studio in cui i ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 425 donne che hanno ricevuto diagnosi di carcinoma mammario e si sono sottoposte a trattamenti per la preservazione della fertilità in Svezia tra il 1994 e il 2017, e i dati su una coorte di 850 donne appaiate per età, regione e tempo di diagnosi di carcinoma mammario che non si sono sottoposte a preservazione della fertilità.
Le donne che hanno ricevuto trattamenti per la preservazione della fertilità presentavano maggiori tassi di parti di feti vivi (hazard ratio aggiustato 2,3) e tassi più elevati di uso di ART (aHR 4,8) rispetto alle controparti. Anche la mortalità per tutte le cause era minore nel gruppo che aveva preservato la fertilità (aHR 0,4).
“Per una giovane donna che riceve diagnosi di carcinoma mammario, le future possibilità di avere dei figli sono notevolmente ridotte se non si sottopone alla preservazione della fertilità”, spiega l’autrice principale dello studio
Kenny Rodriguez-Wallberg, specialista in medicina riproduttiva presso il Karolinska Institute di Stoccolma.
La preservazione della fertilità può essere ottenuta con sicurezza quando le donne che ricevono diagnosi di un cancro sono prontamente inviate dagli oncologi a specialisti in medicina riproduttiva per assicurare una discussione tempestiva delle opzioni di fertilità.
Nel gruppo dello studio che si è sottoposto a preservazione della fertilità, 97 donne (il 22,8%) hanno avuto almeno un figlio dopo la diagnosi di carcinoma mammario (follow-up medio 4,6 anni), rispetto alle 74 donne (8,7%) nella coorte che non ha ricevuto trattamenti per la preservazione della fertilità (follow-up medio 4,8 anni).
Vi erano più donne nullipare nel gruppo della fertilità (71,1%) che nella coorte che non ha ricevuto la preservazione della fertilità (20,1%).Le donne nel gruppo che ha visto preservata la fertilità presentavano anche maggiori probabilità di avere più di un figlio dopo il trattamento per carcinoma mammario (37,3%) rispetto alle controparti (17,7%).
Le donne che si sono sottoposte a preservazione della fertilità erano più giovani (età media 32,1 anni) rispetto alle altre (età media 33,3 anni). Inoltre, quelle del primo gruppo avevano maggiori probabilità di presentare tumori con recettori per gli estrogeni positivi (68%) e di essere sottoposte a chemioterapia (93,9%) rispetto alle donne che non avevano ricevuto trattamenti per la preservazione della fertilità (rispettivamente 60,6% e 87,7%).
Fonte: JAMA Oncology
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
02 dicembre 2020
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