Emofilia A. Da Roche nuovi dati positivi sulla sicurezza di emicizumab
I dati di un’analisi separata suggeriscono, inoltre, che i pazienti in terapia con emicizumab potrebbero essere sottoposti ad alcuni interventi chirurgici minori senza ulteriore trattamento coagulante preventivo, e che gli interventi chirurgici maggiori potrebbero essere gestiti mediante un trattamento di profilassi con fattore della coagulazione supplementare.
13 LUG - Al congresso virtuale 2020 dell’International Society on Thrombosis and Hemostasis (ISTH) sono stati presentati i risultati della seconda analisi ad interim dello studio di fase IIIb STASEY, che rafforzano il profilo di sicurezza di emicizumab, anticorpo bispecifico del fattore IXa e del fattore X prodotto da Roche, già testato nel programma clinico di fase III HAVEN.
Nello studio STASEY, emicizumab è risultato efficace in adulti e adolescenti affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII, senza nuove segnalazioni in merito alla sicurezza, in linea con le precedenti osservazioni.
Altri nuovi dati ad interim suggeriscono che i pazienti in terapia con emicizumab potrebbero essere sottoposti ad alcuni interventi chirurgici minori senza ulteriore trattamento preventivo (di profilassi) con fattore della coagulazione.
“Questi importanti dati di sicurezza continuano ad aggiungersi alle numerose evidenze cliniche, rafforzando le potenzialità di emicizumab nel ridefinire la terapia standard per i pazienti con emofilia A”, dice
Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “Lo studio STASEY riflette il nostro obiettivo costante: fornire informazioni preziose che soddisfino i bisogni della comunità emofilica e aumentino la nostra conoscenza di emicizumab nella pratica clinica”.
La seconda analisi ad interim dello studio STASEY ha valutato i dati di 193 pazienti affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII sottoposti a profilassi con emicizumab una volta alla settimana. Non sono stati riferiti casi di microangiopatia trombotica (TMA) né gravi eventi trombotici (TE) correlati all’uso della terapia e non sono emerse nuove segnalazioni in merito alla sua sicurezza. 33 (17,1%) pazienti hanno riferito un evento avverso correlato a emicizumab.
Gli eventi avversi più comuni, verificatisi nel 10% o più dei pazienti dello studio STASEY, sono stati rinofaringite (12,4%), cefalea (11,9%) e reazioni nel sito di iniezione (ISR; 11,4%). Le ISR riferite sono state di intensità lieve o moderata e nessun paziente ha interrotto il trattamento. I tassi di sanguinamento annuali (ABR) sono a loro volta risultati coerenti con quanto riportato in precedenza negli studi di fase III HAVEN.
La gestione degli interventi chirurgici
È stata effettuata un’analisi separata che ha descritto la gestione e gli esiti di interventi chirurgici minori e maggiori imprevisti in pazienti in terapia con emicizumab, nonostante nello studio STASEY non ci fosse un endpoint formale sulla chirurgia.
I risultati suggeriscono che i soggetti affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII sottoposti ad alcuni interventi chirurgici minori durante la terapia con emicizumab potrebbero non necessitare di ulteriore trattamento preventivo con fattore della coagulazione.
La maggior parte degli interventi chirurgici minori (n = 20/31) è stata effettuata senza trattamento preventivo con fattore della coagulazione (64,5%) e, di questi, l’85% (n = 17/20) non ha comportato sanguinamenti postoperatori trattati.
Tra gli interventi chirurgici maggiori imprevisti (n = 9), otto sono stati gestiti mediante profilassi con fattore della coagulazione, quattro dei quali hanno comportato sanguinamenti gestiti con successo con fattore VIIa ricombinante.
Questi risultati sono in linea con quelli osservati in una precedente analisi degli interventi chirurgici negli studi registrativi HAVEN.
Primi dati dello studio Haven 5
In occasione del congresso ISTH, Roche ha anche condiviso i primi dati dello studio di fase III HAVEN 5 condotto su persone con emofilia A con e senza inibitori del fattore VIII nella zona del Pacifico asiatico. Dai primi risultati emicizumab è risultato efficace e ben tollerato. Lo studio ha raggiunto gli endpoint primari e secondari relativamente al sanguinamento.
L’insieme di questi dati conferma la sicurezza e l’efficacia di emicizumab, già dimostrate dal programma di sperimentazione clinica HAVEN, e il suo potenziale per ridefinire lo standard di cura per tutte le persone che convivono con l’emofilia A.
13 luglio 2020
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