Coronavirus. Confermata l'efficacia del Tocilizumab sui casi più gravi. Lo studio piemontese su Clinical Experimental Rheumatology
Quello piemontesi è uno dei primissimi contributi scientifici in letteratura mondiale in una coorte di pazienti numericamente rilevante: 63 pazienti che presentavano indici di infiammazione particolarmente elevati e compromissione respiratoria. I dati sono stati elaborati dai Ricercatori del CMID, Centro di Immunopatologia e Malattie Rare dell'Ospedale San Giovani Bosco e sono il prodotto del lavoro congiunto di Infettivologi, Intensivisti, Rianimatori, Internisti, Pneumologi, Nefrologi, Farmacisti e Patologi Clinici di tutti gli Ospedali dell'ASL Città di Torino.
04 MAG - “Nelle sue forme più gravi l'infezione da COVID19 può innescare una grave risposta infiammatoria da parte dell'ospite che può esitare nel decesso del paziente. Questa risposta infiammatoria, denominata "tempesta citochinica" (ad intendere una produzione massiva di citochine, molecole infiammatorie) può essere contenuta con la somministrazione di Tocilizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro l'interleuchina 6, uno dei più potenti mediatori implicati nella tempesta citochinica”. La conferma arriva dalla Asl Città di Torino, che in una nota riassume gli esiti di uno studio elaborato dai Ricercatori del CMID, Centro di Immunopatologia e Malattie Rare dell'Ospedale San Giovani Bosco e sono il prodotto del lavoro congiunto di Infettivologi, Intensivisti, Rianimatori, Internisti, Pneumologi, Nefrologi, Farmacisti e Patologi Clinici di tutti gli Ospedali dell'ASL Città di Torino, e pubblicato il 1 maggio su Clinical Experimental Rheumatology.
“Il Tocilizumab - spiega la nota - , è correntemente impiegato nel trattamento dell'Artrite Reumatoide e di alcune severe infiammazioni dei grossi vasi, come l'Arterite di Horton. Alcuni ricercatori cinesi lo hanno impiegato con successo in 20 pazienti. L'istituto Pascale di Napoli ne ha verificato l'efficacia su due pazienti.Gli Ospedali dell'ASL Città di Torino hanno condiviso un algoritmo di trattamento dei pazienti con severa infezione COVID19. Il lavoro riassume gli effetti del Tocilizumab, somministrato endovena o sottocute, dopo due settimane dalla sua somministrazione a 63 pazienti che presentavano indici di infiammazione particolarmente elevati e compromissione respiratoria”.
Questi i principali risultati:
- sia i parametri clinici che di laboratorio sono significativamente migliorati;
- il miglior predittore di mortalità è stato il livello di d-dimero all'esordio, uno dei parametri scelti dal gruppo di lavoro per monitorare i pazienti;
- il Tocilizumab somministrato endovena o sottocute è stato parimenti efficace;
- la somministrazione precoce di Tocilizumab (appena presenti i segni di infiammazione evocativi di un'imminente tempesta citochinica) è associata a maggiori possibilità di sopravvivenza.
La mortalità complessiva è stata dell' 11%.
Il lavoro, pubblicato il 1° Maggio su Clinical Experimental Rheumatology costituisce, dunque, uno dei primissimi contributi scientifici in letteratura mondiale in una coorte di pazienti numericamente rilevante.
“I risultati, elaborati dai Ricercatori del CMID, Centro di Immunopatologia e Malattie Rare dell'Ospedale San Giovanni Bosco, diretto dal prof. Dario Roccatello, sono il prodotto del lavoro congiunto di Infettivologi, Intensivisti, Rianimatori, Internisti, Pneumologi, Nefrologi, Farmacisti e Patologi Clinici degli Ospedali dell'ASL Città di Torino (San Giovanni Bosco, Martini, Maria Vittoria e Amedeo di Savoia). – dichiara il Commissario dell’ASL Città di Torino,
Carlo Picco - Si tratta di un grande lavoro di squadra che attesta la professionalità dei nostri professioni nella lotta al COVID19”.
04 maggio 2020
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