Coronavirus e nutrizione artificiale. Da nutrizionisti e anestesisti le raccomandazioni per i pazienti Covid positivi
Elaborate congiuntamente da Sinuc e Siaarti si basano sulle evidenze disponibili. L’obiettivo è fornire agli operatori coinvolti nel trattamento multimodale dei pazienti critici e post-critici adulti affetti da Covid -19 alcune utili indicazioni sulle modalità di trattamento nutrizionale. IL DOCUMENTO
08 APR - Dalla scelta sui tipi di nutrizione artificiale da adottare (quella nutrizione enterale ad esempio è da preferire a quella nutrizione parenterale totale nella fase acuta della malattia critica nei primi 5-7 giorni) alle tempistiche su quanto utilizzarla passando al target calorico proteico da osservare fino alle gestione delle complicanze e alle controindicazioni.
Arrivano dalla collaborazione tra la
Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (SINuC) e la Società Italiana di Anestesia Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti) le nuove Raccomandazioni pratiche per il corretto impiego della nutrizione artificiale (NA) nel paziente ricoverato in Terapia Intensiva per grave insufficienza respiratoria da Covid-19
Sviluppate da un gruppo di lavoro multidisciplinare si basano sulle evidenze disponibili, in particolare le recenti linee guida ed expert statements Espen ed Esicm, al fine di fornire agli operatori coinvolti nel trattamento multimodale dei pazienti critici e post-critici adulti affetti da COVID-19 alcune utili indicazioni sulle modalità di trattamento nutrizionale.
“Le caratteristiche cliniche dei pazienti critici Covid-19 evidenziano infatti una diffusa malnutrizione – sottolineano Sinuc e Siaarti una nota – la cura della nutrizione è vitale, in particolare nei pazienti con infezioni e insufficienza d’organo. La sepsi è solo una delle numerose aree terapeutiche in cui il supporto nutrizionale è stato associato a una riduzione della durata in terapia intensiva e della mortalità. I pazienti ricoverati malnutriti sono inoltre associati a costi ospedalieri più elevati, degenze prolungate e aumento della mortalità. L’espansione e la sfida senza precedenti ai servizi di Terapia Intensiva, richiede quindi inevitabilmente una pianificazione e ristrutturazione dei servizi dietetici, di supporto agli intensivisti”.
Mentre la maggior parte delle persone con Covid-19 sviluppa una malattia lieve o non complicata, circa il 14% sviluppa una malattia grave che richiede il ricovero in ospedale e il supporto dell’ossigeno e il 5% richiede l'ammissione in un’unità di Terapia Intensiva. Nei casi più gravi, la malattia può essere complicata da sindrome da distress respiratorio acuto(ARDS), sepsi e shock settico, insufficienza multiorgano, con interessamento particolare di rene e cuore. È stato anche osservato che la durata mediana della rilevazione dell’Rna virale si attesta intorno ai 20 giorni (IQR 17-24) nei sopravvissuti, ma il virus SARS-CoV-2 risulta rilevabile fino alla morte nei non sopravvissuti. La più lunga durata osservata di diffusione virale nei sopravvissuti è stata di 37 giorni.
08 aprile 2020
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