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Coronavirus. Dal modello previsionale sui contagi agli studi per fermare la replicazione. L’impegno dell’Irccs Mario Negri


"Sul piano della ricerca sperimentale sta studiando gli effetti dell’inibizione della proteina Cyclophilin A per fermare la replicazione del Coronavirus. Al via anche uno studio sulla stessa proteina, in collaborazione con le Terapie Intensive di Niguarda. Sul piano della ricerca clinica è al vaglio una terapia di sostegno farmacologico, nei pazienti in trattamento ventilatorio. Inoltre sul piano del primo intervento siamo membri dell’unità di crisi della regione". A spiegarlo è il direttore Giuseppe Remuzzi. 

17 MAR - È ben noto quanto l’emergenza in atto dal 29 gennaio relativa all’epidemia di Covid-19 stia mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario nazionale, in particolare in Lombardia. Giuseppe Remuzzi, Direttore del Mario Negri e membro del Consiglio Superiore di Sanità, spiega come l’Istituto sta collaborando attivamente con le istituzioni per gestire l’emergenza Coronavirus.

“Sono diversi i fronti su cui siamo impegnati - spiega Remuzzi -. Di recente, in collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo, l’Istituto ha elaborato un modello previsionale sull’andamento dei contagi pubblicato da The Lancet. L’importanza dello studio è confermata dalle numerose richieste provenienti dagli Stati Uniti e dai maggiori paesi europei interessati ad approfondire il modello per prevedere l’andamento della diffusione del virus nei rispettivi paesi".
 
"Sul piano della ricerca sperimentale partendo da studi già in atto presso l’Istituto Valentina Bonetto, capo del Laboratorio di Biomarcatori Traslazionali, in collaborazione con Massimo Galli e Stefano Rusconi dell’Ospedale Luigi Sacco, sta studiando gli effetti dell’inibizione della proteina Cyclophilin A per fermare la replicazione del Coronavirus. Al via anche uno studio sulla stessa proteina, in collaborazione con le Terapie Intensive di Niguarda (Roberto Fumagalli, Arturo Chieregato), come possibile marcatore che aiuti ad identificare i pazienti con rischio elevato di sviluppare un quadro clinico grave in modo da poter organizzare un’assistenza efficace e tempestiva. Sempre dal punto di vista della ricerca sperimentale Mario Salmona, capo dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare, sta coordinando uno studio che utilizza molecole sintetiche (peptidi) che impediscono l’accesso del virus nella cellula".

"Sul piano della ricerca clinica - prosegue - è al vaglio con Guido Bertolini, capo laboratorio di Epidemiologia Clinica, una terapia di sostegno farmacologico, nei pazienti in trattamento ventilatorio. La terapia di sostegno è effettuata attraverso ossigenoterapia come CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) o ventilazione invasiva. È anche in via di definizione uno studio sperimentale per valutare l’effetto dell’inizio precoce della CPAP, per evitare le necessità di ventilazione invasiva in questi pazienti".

"Inoltre sul piano del primo intervento, con Guido Bertolini siamo membri dell’unità di crisi della regione Lombardia per un supporto epidemiologico a Pronto Soccorso e Rianimazioni. L’obiettivo è dividere il flusso dei pazienti Covid-19 negativi e Covid-19 positivi/sospetti e individuare i pazienti da rinviare al domicilio per non sovraccaricare le strutture ospedaliere. A supporto dei Pronto soccorso, Bertolini coordina anche un appuntamento settimanale in tele-conference in diretta su YouTube che ha l’obiettivo di favorire lo scambio di informazioni tra i medici e condividere le esperienze di coloro che sono stati coinvolti fin dai primi giorni nell’emergenza Covid-19. Con la stessa finalità Stefano Finazzi, Laboratorio di Epidemiologia Clinica, coordina un altro appuntamento settimanale dedicato ai medici delle Terapie Intensive italiane già parte del network GIVITI (Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva)".

"Parallelamente, in collaborazione con il Policlinico di Milano e l’Ospedale Luigi Sacco, l’Istituto con il coordinamento di Alessandro Nobili - Laboratorio di Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l'Anziano, sta lavorando alla creazione di un registro e di una rete delle unità ospedaliere. L’obiettivo è di monitorare le caratteristiche epidemiologiche e cliniche dei pazienti affetti da Covid-19 che non richiedono un ricovero in terapia intensiva. Il registro permetterà la valutazione degli interventi e delle terapie adottate durante il ricovero e il loro impatto a 3, 6 e 12 mesi.  L’Istituto è attivo anche sul piano dell’informazione alla cittadinanza. Con il coordinamento di Antonio Clavenna del Dipartimento di Salute pubblica, ha messo a punto uno sportello on line per rispondere a domande e dubbi sul virus e un servizio continuativo d'informazione con aggiornamenti e risposte pubblicate sui canali dell’Istituto", conclude Remuzzi.
 

17 marzo 2020
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