Coronavirus. Rezza (Iss): “Impossibile escludere il rischio di nuove infezioni”
Il direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità precisa che i “provvedimenti presi dal governo italiano in anticipo rispetto agli altri paesi Europei diminuiscono certamente la probabilità di arrivo di pazienti infetti, il che naturalmente non vuol dire che si possa escludere questa evenienza, anche perché il traffico dei passeggeri verso l'Europa non sarà mai del tutto bloccato”.
05 FEB - "Si fa presente che i provvedimenti presi dal governo italiano in anticipo rispetto agli altri paesi Europei diminuiscono certamente la probabilità di arrivo di pazienti infetti, il che naturalmente non vuol dire che si possa escludere questa evenienza, anche perché il traffico dei passeggeri verso l'Europa non sarà mai del tutto bloccato. Quindi in questa fase si deve ragionare in termini probabilistici, ed è errato fare riferimento ad un ipotetico 'rischio zero'. Certamente la diminuzione del volume di passeggeri in arrivo da zone a rischio riduce la probabilità di introduzione dell'infezione attualmente, ma ciò non vuol dire che il peggio sia passato in quanto bisogna tenere altissima l'attenzione finché i focolai cinesi particolarmente attivi non saranno posti sotto controllo”. È quanto evidenzia
Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss
Per quanto riguarda il paragone con l'influenza, Rezza spiega che “questo è semplicemente dovuto al fatto che non essendoci attualmente circolazione del nuovo coronavirus in Italia la stragrande maggioranza delle febbri rilevate in questo momento sono attribuibili al virus influenzale, ma non vuol dire automaticamente che la minaccia posta dal nuovo coronavirus debba essere posta sullo stesso piano, essendo la pressoché totalità della popolazione suscettibile a un virus totalmente nuovo. Com'è buona norma in questi casi si ritiene di dover esprimere estrema cautela sulle valutazioni in merito a un fenomeno nuovo”.
05 febbraio 2020
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