Scaccabarozzi (Farmindustria): “Regioni non hanno rispettato accordo su payback. Apprezziamo parole di Speranza ma nei prossimi 6 mesi si rivedano i tetti di spesa”
Il presidente degli industriali del farmaco a tutto tondo oggi durante l’annuale incontro con i giornalisti prima delle festività natalizie. “I nostri dati segnano sempre un trend positivo, con un aumento dell'export del 26%”. E poi sulla carenza dei farmaci: “Il problema è nella distribuzione all'estero”.
20 DIC - Rivedere i tetti di spesa della farmaceutica nei prossimi 6 mesi, no all’equivalenza terapeutica non supportata dalla scienza, riforma del payback e della governance, carenza farmaci, Brexit e prospettive del settore. Sono questi alcuni dei temi affrontati stamani dal presidente di Farmindustria,
Massimo Scaccabarozzi durante l’annuale incontro con i giornalisti prima delle festività natalizie.
Revisione tetti di spesa.
“Devo dire – esordisce il presidente - che il ministro della Salute si sta impegnando per fare delle cose importanti e ha illustrato un punto di vista che apprezziamo, riconoscendo al settore farmaceutico la sua importanza. Speriamo che nei primi 6 mesi del nuovo anno si trovi un meccanismo per riparametrare la spesa farmaceutica e allocare le risorse in modo adeguato, e che si lavori per una nuova governance del settore. La visione del ministro è giusta: bisogna superare la logica dei tetti e della spesa a `silos´”.
E in questo senso il leader degli industriali del farmaco ricorda anche come le aziende abbiano ottemperato all’accordo sul payback dello scorso gennaio con le Regioni (ma caldeggiato anche dall’allora Ministro Grillo) ma dalla controparte i patti (revisione dei tetti di spesa) non sia stato rispettato.
“Noi abbiamo stretto un patto con le Regioni e alcune aziende, pur di chiudere, hanno anche versato più di quello che era previsto: da 2 miliardi e 378 milioni per il 2013-2017, siamo arrivati a 2 mld e 379 milioni. Abbiamo versato un milione in più. Ora, prima di fare un altro accordo, tocca alle Regioni portare a termine la loro parte, facendosi sentire ai tavoli istituzionali”.
Un settore sempre in crescita.
“I nostri dati - ha precisato Scaccabarozzi - segnano sempre un trend positivo, con un aumento dell'export del 26% secondo gli ultimi dati Istat. La nostra crescita deriva sia dalla produzione d'eccellenza che anche le aziende straniere stanno implementando nel nostro Paese, sia dall'internazionalizzazione delle imprese a capitale italiano. Grazie ai nostri livelli di produttività, io sono sereno che si possa continuare a questo ritmo. Ma, dopo essere stata scalzata dall'Italia, la Germania sta reagendo e ci tallona come primo produttore di medicinali in Europa. Per continuare a crescere c'è bisogno di un ambiente favorevole, con regole e tempi certi per l'approvazione dei nostri farmaci più innovativi: la norma che prevede il via libera in 100 giorni è completamente disattesa e abbiamo avuto dei ritardi anche a causa dello `stallo´ in cui versava fino a poco tempo fa l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa)”.
Il volano della ricerca.
“Lo stesso ministro Speranza - ha rimarcato il presidente di Farmindustria - ha parlato di attrarre una parte dei 1000 miliardi di investimenti nel sistema farmaceutico previsti nel mondo in 5 anni: attualmente all'Italia ne vengono riservati 3, io mi riterrei soddisfatto se si arrivasse a 10 miliardi. Ma è necessario procedere con una nuova governance, con una visione che vada da qui ai prossimi 4 anni. Quella che il ministro ha, la condividiamo: con il sistema attuale ci sono aziende che devono restituire 80-100 milioni di euro l'anno e che potrebbero benissimo smettere di commercializzare i loro prodotti in Italia, perché economicamente potrebbe non avere senso. Bisogna ragionare non sulla base dei tetti di spesa, ma sulle prestazioni, pensando ad esempio a un budget generale per il cancro, o per altri grandi malattie, perché se la spesa per i medicinali aumenta, parallelamente cala quella per le prestazioni di cui i malati non hanno più bisogno, proprio grazie alle terapie farmacologiche”.
Ma sul tema della ricerca il presidente ha anche messo in guardia dal Dllgs applicativo della Legge Lorenzin sulla Ricerca sottolineando come il divieto previsto per per i professionisti di poter aver rapporti con le aziende rischia “di paralizzare la ricerca”.
Un settore in continua evoluzione.
Il numero uno di Farmindustria ha poi richiamato l’attenzione sul fatto che il mondo del pharma sta cambiando e presto saranno necessarie nuove professionalità. “L'automazione dei sistemi produttivi porta alla necessità di personale con qualifiche diverse”. Per questo, il presidente ha ricordato il protocollo firmato dall’associazione con il Miur per i programmi scuola-lavoro: «Stiamo pensando alle professionalità del futuro, perché nei prossimi 10 anni stimiamo che di renderanno necessarie 100 nuove professioni e la formazione mirata dei giovani deve partire subito”.
La carenza dei farmaci.
Per Scaccabarozzi il fenomeno è “essenzialmente legato ad un problema di distribuzione. C'è una legge sulla libera circolazione delle merci nel mercato Ue ciò vuol dire che i farmaci si possono esportare ed il distributore può decidere di esportarli dove ha più convenienza. In Italia c'è un prezzo unico fissato ed è chiaro che se in Italia i prezzi dei farmaci sono più bassi del 20%, il distributore li acquista e poi li vende in altri Paesi. A ciò si aggiunge anche il fatto che oggi alcune farmacie hanno il titolo sia di distributore sia di stocchista. Noi aziende non possiamo opporci”.
Tuttavia, ha osservato “col decreto Calabria si è bloccata l'esportazione di alcuni farmaci carenti ed a quel punto i farmaci sono ricomparsi. Dunque, il problema è nella distribuzione all'estero. Al contrario, i problemi tecnici e produttivi da parte delle aziende sono in misura residuale”.
Brexit.
“Non credo che a causa della Brexit ci saranno ripercussioni per l'Italia. Il principio - ha sottolineato - è quello che non va contingentata la salute di un Paese perché questo è uscito dall'Unione europea. Dunque, per la farmaceutica non dovrebbero nascere ostacoli”. L'export farmaceutico dall'Italia verso la Gran Bretagna, rileva Farmindustria, nel 2018 è stato pari a 1,23 miliardi di euro, l'8% del totale dell'export dall'Italia verso i Paesi Ue.
Fine mandato.
Scaccabarozzi ha parlato infine dei suoi 9 anni trascorsi alla guida di Farmindustria: il suo quarto mandato, il più lungo della storia dell'Associazione italiane delle industrie farmaceutiche, terminerà a luglio e il manager ha evidenziato che “è stato un periodo faticoso ma importante, che credo vada a chiudersi nel 2020. Anche se per Farmindustria io sono sempre disponibile”.
20 dicembre 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Scienza e Farmaci