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Osteoporosi. Frediani (Un. Siena): “Importante personalizzare la cura”


Dosi maggiori e prese per via iniettiva, invece che orale, potrebbero risolvere uno dei problemi principali della cura all’osteoporosi, la mancata aderenza alla terapia. Secondo i dati, infatti, molte donne allo scadere del mese si scordano di assumere il bisfosfonato.

21 FEB - Uno dei principali ostacoli nella cura dell’osteoporosi è la mancata aderenza alla terapia: 1 donna su 2 abbandona infatti la cura con i bisfosfonati entro l’anno. Soprattutto quando l’ assunzione è per via orale – anche per via della modalità di assunzione – sono sempre di più le donne che, per distrazione, dimenticano di assumere il farmaco. Ma un nuovo dosaggio, somministrabile per via iniettiva e preparato da Abiogen Pharma, potrebbe oggi risolvere il problema.
 
Secondo gli esperti, infatti, il clodronato, principio attivo che si assume per via iniettiva, potrebbe aiutare tutte quelle donne che si dimenticano il farmaco mensile o che mal sopportano la modalità di assunzione del bisfosfonato orale. “Abbiamo visto che con clodronato è possibile riportare le donne che hanno problemi con i bisfosfonati orali  sulla via di una migliore aderenza della terapia”, ha spiegato Bruno Frediani, Responsabile del Centro Osteoporosi dell’Università di Siena. Soprattutto se viene assunto ad un dosaggio più alto, in modo che la cadenza delle iniezioni possa addirittura essere dimezzata.
Se da un lato le formulazioni mensili hanno facilitato la vita delle pazienti, infatti dall’altro hanno peggiorato l’aderenza alla terapia: molte donne allo scadere del mese si scordano di assumere il bisfosfonato. Soprattutto quando l’assunzione è orale, poi, i problemi si moltiplicano: sia che questa sia mensile, settimanale, oppure giornaliera, il farmaco deve essere assunto almeno trenta minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o farmaco della giornata, con abbondante acqua. Il principio attivo ha infatti problemi di assorbimento (normalmente è inferiore all’1%). In più, soprattutto se non si seguono scrupolosamente le indicazioni, sono possibili anche effetti collaterali a livello gastrointestinale.
 
Ecco perché, secondo il medico, bisogna costruire una cura ‘su misura’ per queste pazienti: “Forse sarebbe meglio consigliare la somministrazione per via iniettiva. A maggior ragione oggi che è disponibile un nuovo dosaggio, più alto, che dimezza la cadenza delle iniezioni. La prescrizione ottimale per clodronato 200 mg è pari a una ogni 14 giorni, con un’efficace azione sull’osso dimostrata dagli studi clinici”, ha spiegato Frediani. “Per la donna dunque è una bella comodità, e non è l’unico vantaggio. L’assorbimento del principio attivo intramuscolare è pari al 100 percento ed è sempre il medesimo, al di là delle sostanze ingerite. Per fare un paragone, l’assorbimento del bisfosfonato alendronato, da assumere per via orale, si può ridurre anche del 60 percento se vengono presi in concomitanza un caffè oppure un succo di arancia.” 
E in più il clodronato possiede un’azione antinfiammatoria e analgesica a beneficio della sintomatologia dei pazienti osteoporotici affetti anche da osteoartrosi. “Il nuovo dosaggio potrebbe dunque forse risolvere tutti i problemi che il farmaco presenta, portando finalmente ad una cura personalizzata per ogni paziente”, ha concluso il medico.

21 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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