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L’appello di Msf all’Assemblea Oms: “I farmaci non sono un lusso. Approvare risoluzione italiana su trasparenza dei prezzi”

di Silvia Mancini (MSF)

Se la proposta presentata dall’Italia all’Assemblea Oms in corso a Ginevra venisse approvata, si arriverebbe ad un opportuno equilibrio di contrattazione tra i singoli Governi e le aziende farmaceutiche, portando una notevole riduzione dei prezzi e un maggiore accesso alla salute a livello globale. Risultati che però non interessano a paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone e Svizzera che si sono detti contrari ad alcune parti cruciali del testo.

25 MAG - A Ginevra si sta giocando una partita chiave per il futuro dell’accesso ai farmaci, un problema in crescita anche in Europa. Tra pochi giorni sapremo se la risoluzione sulla trasparenza e riduzione del prezzo dei medicinali, presentata dall’Italia, verrà approvata o meno dall’Assemblea Mondiale della Sanità. In ballo c’è il futuro di tante persone affette da malattie mortali se non curate come l’epatite C, la fibrosi cistica e alcune forme di tumore. Medici Senza Frontiere (MSF) sta seguendo da vicino i lavori, concentrando i suoi sforzi affinché tra malato e farmaco non possa mai mettersi di mezzo un ostacolo economico. Perché un farmaco, salvavita o meno, troppo caro, è un’autentica beffa per chi combatte contro la malattia.
 
Se la proposta di risoluzione presentata dall’Italia venisse approvata, si arriverebbe ad un opportuno equilibrio di contrattazione tra i singoli Governi e le aziende farmaceutiche, portando una notevole riduzione dei prezzi e un maggiore accesso alla salute a livello globale. Risultati che però non interessano a paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone e Svizzera che si sono detti contrari ad alcune parti cruciali del testo. Per i loro governi è preferibile continuare a favorire l’opacità nelle contrattazioni con le imprese farmaceutiche che, attraverso i brevetti, consolidano i loro monopoli e ostacolano la concorrenza. Peccato che sia proprio la totale mancanza di trasparenza sui costi di ricerca sviluppo e produzione di un farmaco a consentire alle multinazionali farmaceutiche di imporre prezzi esorbitanti e arbitrari. E oltre ad ostacolare la nascita di un mercato competitivo soprattutto per i farmaci di ultima generazione, questi costi esorbitanti pesano enormemente sui bilanci dei singoli stati.
 
Vista con gli occhi del singolo individuo questa situazione è ancor più inaccettabile. Chi sarebbe disposto a fare la spesa in un supermercato che non mostra i prezzi dei suoi prodotti? Nessuno. Eppure è proprio questa la dinamica che si verifica in alcuni paesi dove i prezzi dei farmaci sono gestiti in modo selvaggio dalle società farmaceutiche. È il caso del farmaco anti-Epatite C, noto con il nome commerciale di Sovaldi: dalla sua approvazione e immissione sul mercato nel 2014 continua a essere razionato da diversi governi europei a causa del prezzo elevato che, in alcuni casi, raggiunge ancora i 20.000 euro per ciclo terapeutico. Oggi MSF, nei contesti in cui lavora, fornisce il farmaco generico equivalente (Sofosbuvir) a 75 euro per ciclo terapeutico, una differenza di prezzo sostanziale che rivela la natura arbitraria con cui le case farmaceutiche fissano il costo dei loro prodotti con l’unico obiettivo di massimizzare i profitti. La stessa sorte tocca ad alcuni trattamenti antitumorali di ultima generazione a loro volta razionati o riservati a casi specifici, o ad altri farmaci, come l’Orkambi per la fibrosi cistica che resta di difficile accesso per molti pazienti di alcuni Paesi Europei.
 
Da oltre 20 anni, MSF è testimone di come gli elevati prezzi dei farmaci limitino l'accesso a trattamenti salvavita necessari a milioni di persone nei paesi in via di sviluppo. Solo grazie alla concorrenza dei farmaci generici è stato possibile ridurre il costo degli antiretrovirali per il trattamento dell'HIV/AIDS da più di 10.000 dollari per paziente all'anno nel 2.000 a meno di 100 dollari oggi. Questa forte riduzione dei prezzi ha permesso di fornire trattamenti contro l'HIV a oltre 22 milioni di persone in tutto il mondo.
 
Il problema del costo dei farmaci è strettamente legato a quello della trasparenza delle case farmaceutiche. La ricerca, lo sviluppo e i costi di produzione dei medicinali restano avvolti da un mistero che consente alle multinazionali farmaceutiche di imporre prezzi esorbitanti e arbitrari.  È ora di aprire la “scatola nera”.    
 
Anche nel caso della concessione di un brevetto, è importante ricordare come quasi sempre i prodotti innovativi siano il risultato di un importante impegno collettivo di enti pubblici, filantropici e privati che includono ricercatori, finanziatori, medici e pazienti, il cui risultato finale non dovrebbe essere a esclusivo vantaggio e controllo delle imprese farmaceutiche.
 
MSF ha voluto attivarsi per identificare alcune possibili soluzioni dimostrando che svolgere un’attività di ricerca e sviluppo volta ai bisogni di salute pubblica è possibile. Lo ha fatto avviando un processo di dialogo con la comunità scientifica e con esperti internazionali in materia di salute e dando vita alla Drugs for Neglected Diseases Initiative (DNDi), una realtà non-profit il cui obiettivo è quello di individuare terapie efficaci ed accessibili adatte ai contesti privi di solide strutture sanitarie.
 
In questi giorni, nel cuore dell’Europa, si decide la sorte di milioni di pazienti in tutto il mondo. I paesi partecipanti alla 72ª Assemblea mondiale dell’OMS hanno l’opportunità di dimostrare la propria volontà politica nell’ambito della salute pubblica promuovendo e sviluppando politiche di intervento che possano sostenere l'innovazione, garantendo al contempo l'accesso delle persone ai farmaci di cui hanno bisogno a prezzi equi. Dal punto di vista giuridico lo possono fare e da una prospettiva morale e politica, hanno il dovere di farlo. Un compromesso al ribasso sulla risoluzione italiana continuerebbe a non assicurare alla popolazione mondiale un accesso adeguato a farmaci. Curarsi non può mai essere un lusso.
 
Silvia Mancini
Epidemiologa e advocacy officer di MSF

25 maggio 2019
© Riproduzione riservata

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