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Trapianto di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche: l’impegno di Gitmo. Intervista alla presidente Francesca Bonifazi

di Marzia Caposio

Il Gruppo Italiano per il trapianto di cellule staminali emopoietiche e terapie cellulari (Gitmo) che ha come obiettivo lo sviluppo ed il progresso tecnologico dell’attività trapiantologica. Alle porte del XIII Congresso della Società, che si terrà il 6 e 7 maggio a Bologna, abbiamo chiesto alla presidente Francesca Bonifazi finalità e dei progetti del Gruppo.

30 APR - Un punto d'incontro per medici ed infermieri che si occupano di trapianto di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche impiegati per la cura di patologie ematologiche, oncologiche e genetiche. È questa l'idea alla base del Gruppo Italiano per il trapianto di cellule staminali emopoietiche e terapie cellulari (GITMO) che ha come obiettivo lo sviluppo ed il progresso tecnologico dell’attività trapiantologica. Alle porte del XIII Congresso della Società, che si terrà il 6 e 7 maggio a Bologna, abbiamo chiesto a Francesca Bonifazi, Presidente GITMO di parlarci del gruppo, delle sue finalità e dei progetti di cui fa parte.

Dott.ssa Bonifazi, può descrivere cos'è GITMO, quando nasce e perché?
GITMO è il Gruppo Italiano per il trapianto di cellule staminali emopoietiche e terapie cellulari. Si costituisce a Genova nel 1987 presso l’Ospedale S. Martino, sotto la guida del Professor Alberto Marmont, come gruppo collaborativo clinico-scientifico nell’ambito del trapianto di midollo osseo, e nasce dalla necessità di condividere, all’inizio della storia del trapianto in Italia, protocolli clinici, expertise, studi etc. Sin dagli albori quindi, la comunità trapiantologica italiana mostra una naturale inclinazione alla modalità collaborativa, di rete come diremmo oggi. Attualmente, il GITMO promuove studi clinici e fa formazione in tutto il territorio italiano. Conta circa 750 soci in tutta Italia:  più del 95% dei Direttori dei Programmi trapianto Italiani che è socio GITMO. Nel 2018, il GITMO è stato accreditato come Società Scientifica presso il Ministero della Salute.
 
Attualmente, è l’unica Società Scientifica che rappresenta il trapianto in Italia e fornisce i dati di attività trapiantologica alla competent authority nazionale, il Centro Nazionale Trapianti. La rete Italiana è costituita da 94 centri trapianto, 86 sono accreditati GITMO, di questi 52 fanno attività allogenica, e circa 1/4 dell’attività trapiantologica è eseguita su bambini presso centri pediatrici. Per molti anni il GITMO ha affiancato la competent authority nella governance della rete trapianto stabilendo i criteri di accreditamento. Oggi il GITMO rappresenta l’interlocutore principale della competent authority in tema di trapianto emopoietico. Infine è da ricordare che il GITMO è una Società multiprofessionale attorno a cui si raccolgono medici ematologi, pediatri, oncologi, immunologi, infermieri, biologi, biotecnologi, farmacisti e datamanagers. Questa organizzazione rispetta il concetto di team trapiantologico, dove la multidisciplinarietà è un obbligo.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, può spiegare cosa si intende per trapianto di cellule staminali emopoietiche?

Il trapianto di midollo osseo, o meglio trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE), consiste nella sostituzione dopo radio/chemioterapia dell’emopoiesi del paziente con le CSE del donatore (trapianto allogenico) e del paziente stesso (trapianto autologo). Le CSE si trovano nel midollo osseo, nel sangue mobilizzato con fattore di crescita e nel cordone ombelicale. La sorgente oggi più utilizzata è la seconda. Il trapianto rimane ancora oggi spesso l’unica terapia in grado di guarire molte malattie neoplastiche e non del midollo osseo quali leucemie, linfomi, mielodisplasie, immunodeficienze. L'indicazione più frequente al trapianto autologo è il Mieloma multiplo, mentre per il trapianto allogenico è la leucemia acuta (circa 60% dei trapianti). In Italia si eseguono ogni anno  più di 3.000 trapianti autologhi e quasi 2.000 trapianti allogenici: il donatore più utilizzato è quello da registro (45%) poi quello familiare (sia identico sia parzialmente identico). Il trapianto allogenico guarisce grazie ad un duplice effetto di sostituzione delle cellule del sangue malate del ricevente (che essendo malate non possono esplicare la loro funzione) e con l’uccisione delle cellule malate del ricevente da parte delle cellule del sistema immunitario del donatore che le riconoscono e le elimina. Il trapianto allogenico non è scevro da rischi di mortalità e morbidità, ma i risultati clinici sono in continuo sensibile miglioramento. La comunità scientifica trapiantologica italiana ha dato e dà importanti contributi, riconosciuti a livello internazionale, a tale avanzamento.
 

Qual è l'impegno del GITMO, quali sono gli obiettivi e quali le iniziative di sensibilizzazione e formazione che organizzate?

L’impegno del GITMO copre diversi ambiti. Prima fra tutti quello scientifico con la promozione di studi clinici prospettici e retrospettivi, consensus interdisciplinari nell’ambito di trapianto. Da ciò, infatti, deriva la credibilità scientifica internazionale del GITMO. In ambito di formazione e aggiornamento, il gruppo organizza corsi educazionali multiprofessionali, residenziali ed itineranti, nonché pluriannuali. Dal 2014 ha istituito un corso di formazione triennale sul trapianto, rivolto a tutte le professionalità coinvolte, con il patrocinio dell'autorità competente. La società provvede inoltre alla diffusione delle conoscenze in ambito trapiantologico anche tramite twitting (GITMOtwitting). Inoltre, promuove il percorso di qualità/accreditamento internazionale dei programmi della rete trapiantologica italiana e collabora con l’autorità competente per l’aspetto regolatorio del trapianto in Italia.

Siamo alle porte del XIII Congresso della Società. Ci può fare un excursus su quali saranno i temi oggetto del congresso?

Uno dei miei punti programmatici, come Presidente, è stato quello dello sviluppo della interconnessione con gli specialisti che si occupano del malato ematologico adulto e pediatrico prima del trapianto. Ritengo infatti che da una maggior interazione tra questi due soggetti possa derivare un vantaggio sia a livello di outcome, di assistenza e di conoscenza scientifica. Per questo motivo, nella riunione nazionale di quest’anno incontreremo il gruppo di lavoro delle leucemie acute del GIMEMA e delle sindromi mieloproliferative croniche, due indicazioni importantissime al trapianto allogenico. La riduzione della mortalità trapianto-correlata, in queste ultime tre decadi, ha permesso di estendere l’indicazione al trapianto per le malattie del midollo osseo nella fascia di età tra i 60 e i 70 anni, in cui si verifica la maggiore incidenza di molte malattie ematologiche. Inoltre, la riduzione della mortalità trapianto-correlata contribuisce a superare il vecchio concetto del trapianto come terapia "one shot" e lo rende invece più assimilabile ad una poliedrica piattaforma di terapia farmacologica e cellulare, malattia-specifica, che quindi vede una sinergia d’azione e di interesse tra professionalità diverse. La conoscenza dei meccanismi molecolari alla base dell’effetto di  "graft versus tumor" cioè dell’azione antineoplastica del trapianto ha visto l'Italia in prima linea a livello scientifico e questo patrimonio nei prossimi anni porterà ad una applicazione pratica terapeutica di tali conoscenze. Si parlerà poi di complicanze e delle nuove possibilità di trattarle. Infine verranno trattati i temi regolatori che, come ho accennato in precedenza, rimangono un punto importante della vita del GITMO nell’integrarsi nella realtà italiana.

GITMO si sta impegnando nella revisione delle linee guida italiane per alcune patologie rare. Ci può spiegare quali di quali patologie vi state occupando, come e a che punto siamo?
Il GITMO si occupa di GVHD (malattia del trapianto contro l’ospite), la maggior complicanza del trapianto; delle complicanze precoci quali le malattie da danno endoteliale, come le infezioni, e di quelle tardive, come fertilità, qualità della vita, secondi tumori; della prevenzione e della terapia della ricaduta. Il lavoro del GITMO è reso possibile grazie a finanziamenti provenienti da fondi istituzionali e grazie al supporto di companies private con una prospettiva di quesito che è sempre quello del beneficio sull’outcome e dell’avanzamento scientifico. Il GITMO collabora con varie companies quali Adienne, Amgen, Atarabio, Biotest, Celgene, Gilead, Incyte, Iqone, Italfarmaco, Janseen Oncology, Jazz Pharmaceuticals, Mallinckroft Pharmaceuticals, Medac, MSD, Miltenyi, NEOVII, Novartis, Pfizer, Sandoz, Sanofi-Genzyme, Therakos, Tillomed, per progetti educazionali e scientifici, quali il supporto di clinical trials e la scrittura di consensus. Per esempio, insieme con JAZZ Pharmaceuticals, GITMO ha collaborato al progetto denominato “GITMO three steps”, una consensus italiana su una grave patologia rara quale la malattia veno-occlusiva (VOD) epatica, di cui nei prossimi mesi verrà ultimata la scrittura e quindi la pubblicazione.
 
Marzia Caposio

30 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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