Malattia di Crohn, nuovo score prevede l’ascesso intra-addominale
Un gruppo di ricercatori israeliani ha messo a punto una scala di valutazione in grado di prevedere, con una certa affidabilità, le possibilità di ascesso intra-addominale nei pazienti affetti da Malattia di Chron che arrivano al Pronto Soccorso. Il sistema si basa su cinque parametri
06 MAR -
(Reuters Health) - Un nuovo punteggio di rischio basato su cinque parametri prevede con precisione l’ascesso intra-addominale nei pazienti affetti da Malattia di Crohn che si presentano al pronto soccorso.
Il sistema di punteggio, punteggio semplice e non invasivo, è stato messo a punto da un team di ricercatori dell’Hebrew University Medical Center di Gerusalemme.
“Circa il 28% dei pazienti con malattia di Crohn sviluppa fistole che aumentano il rischio di un ascesso intra-addominale – spiega
Eran Israeli, tra i responsabili dello studio – Come identificare tali ascessi, senza esporre i pazienti a Tac superflue, non è ancora chiaro”.
Lo studio
Israeli e il suo team hanno identificato cinque variabili a cui hanno assegnato dei punti che sono stati sommati nel computo di previsione del rischio: localizzazione ileo-colica della Malattia di Crohn (un punto); malattia perianale (tre punti); non assunzione di corticosteroidi (due punti); rapporto neutrofili/ linfociti (NLR)> 11,75 (tre punti); e proteina C-reattiva (CRP)> 0,5 mg / dL (cinque punti).
Un punteggio superiore a nove ha identificato correttamente 38 pazienti su 72 (53%) con un ascesso intra-addominale, ma ha rappresentato in modo non corretto 20 pazienti su 58 (35%) con punteggi più alti, per un valore predittivo positivo del 65%.
Un punteggio di sette o minore ha identificato correttamente il 62,4% dei pazienti senza un ascesso intra-addominale, ma ha rappresentato in modo non corretto 11 dei 157 pazienti (7%) con punteggi bassi, per un valore predittivo negativo del 93%.
“Raccomandiamo di incorporare il punteggio nel processo decisionale clinico per quanto riguarda la necessità di eseguire una Tc addominale immediata in questi pazienti, dato che questa popolazione è significativamente più esposta alle radiazioni ionizzanti – sottolineano i ricercatori – Ulteriori studi prospettici dovrebbero essere eseguiti per convalidare i nostri risultati”.
Fonte: J Crohns Colitis 2019
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
06 marzo 2019
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