Sequenziato il genoma dello Schistosoma haematobium, collegato allo sviluppo di cancro e Aids
Oltre ad essere causa di schistosomiasi, malattia tropicale ad ampia diffusione, il parassita è fattore di rischio per l’Aids e può essere causa dello sviluppo di neoplasie della vescica. Oggi alcuni ricercatori australiani ne hanno sequenziato il genoma.
26 GEN - I parassiti delle specie delle
Schistosomatidae sono causa della seconda malattia tropicale a maggiore prevalenza nel mondo dopo la malaria, la schistosomiasi. Il più devastante dei patogeni di questo tipo è lo
Schistosoma haematobium, che è stato collegato a malattie come l’Aids e cancro alla vescica. Il genoma di questo parassita è però appena stato sequenziato a partire da due dei minuscoli vermi dai ricercatori dell’Università di Melbourne. Lo
studio che ne parla è stato pubblicato su
Nature Genomics.
“Il genoma dello
S. haematobium era il pezzo mancante della ricerca sulla schistosomiasi”, ha spiegato
Neil Young, ricercatore dell’ateneo australiano. “Dopo aver ottenuto la fotografia genetica del parassita abbiamo la traccia biologica di tutti i principali patogeni della famiglia”. I ricercatori avevano infatti già studiato il Dna dello
Schistosoma mansoni e dello
Schistosoma japonicum, che causano malattie dell’intestino e del fegato.
L’agente patogeno viene trasmesso all’uomo da alcuni tipi di lumache d’acqua dolce. I vermi di questo parassita si diffondono nei vasi sanguigni e qui depongono delle uova che si vanno a radicare nella vescica, causando malattie croniche o addirittura portando al cancro. “Il tratto più importante che emerge dalla ricerca è che il genoma di questo parassita ci può aiutare a comprendere meglio come la sua presenza nell’organismo umano possa portare in alcuni casi allo sviluppo del cancro alla vescica, ma non solo a questo tipo di patologia”, ha continuato il ricercatore. È stato infatti dimostrato come l’agente patogeno sia collegato non solo all’insorgenza della neoplasia, ma anche allo sviluppo dell’Aids, per la quale la schistosomiasi genitale è considerata fattore di rischio.
“Attualmente – ha poi concluso Young – non esistono vaccini o farmaci che possano trattare l’infezione da
Schistosoma haematobium, anche per questo analizzarne il genoma potrebbe aiutare a sviluppare medicinali o terapie mirate per la malattia che deriva dal patogeno”.
Laura Berardi
26 gennaio 2012
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