Scoperto il ‘freno’ molecolare che blocca le metastasi di tumore del colon: è un cluster di microRNA
di Maria Rita Montebelli
Uno studio frutto di un immenso sforzo collaborativo e interdisciplinare ha permesso di individuare nella disattivazione di un gruppo di piccole molecole, il cosiddetto cluster miR-371~373, una delle cause della diffusione metastatica del tumore del colon. La riattivazione della loro funzione rallenta la crescita di queste cellule in vitro. Da questi risultati potrebbero scaturire nuove terapie per il cancro del colon in fase avanzata
12 SET - Arriva dall’università del Lussemburgo la notizia di una scoperta che potrebbe rivoluzionare il trattamento del tumore del colon, uno dei big killer tra I tumori. Di questa neoplasia si registrano ogni anno circa 1,3 milioni di nuovi casi al mondo e gli oltre 700 mila decessi annui sono attribuibili principalmente alla malattia in fase metastatica.
Non è chiaro cosa determini la comparsa delle metastasi ma adesso uno studio pubblicato su
Cancer Research fornisce un’interessante idea in proposito.
Confrontando cellule del tumore primitivo e cellule metastatiche, i ricercatori dell’Università del Lussemburgo hanno scoperto una differenza significativa a livello del
cluster miR-371~373, un complesso di piccole molecole che risulta disattivato in una popolazione specifica di cellule tumorali molto aggressive e a rapida crescita.
La riattivazione di questo
cluster, attraverso una serie di complessi esperimenti, ha determinato un significativo rallentamento della crescita delle cellule metastatiche, andando ad inibire l’asse di segnale TGFBR2/ID1.
“Il cancro è una malattia molto complessa- spiega il dottor
Pit Ullmann, primo autore dello studio pubblicato su
Cancer Research – e i risultati di questo studio sono di certo solo un tassello del
puzzle, ma di certo contribuiscono alla comprensione della genesi delle metastasi, che potrebbe portare a nuovi trattamenti della malattia in fase metastatica.”
Grazie alla collaborazione con una serie di centri ospedalieri del Paese, i ricercatori sono riusciti a validare questi risultati su campioni di una numerosa coorte di pazienti del Lussemburgo. “Questa tipologia di studi -commenta la dottoressa
Elisabeth Letellier, primo autore dello studio - è possibile solo grazie alla collaborazione di diversi gruppi di ricerca con
expertise differenti.”
Lo studio è stato finanziato dal
National Research Fund (NRF) del Lussemburgo e da
Fondation Cancer.
Maria Rita Montebelli
12 settembre 2018
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