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Cuore e donne anziane. La passeggiata “salva” dall’insufficienza cardiaca

di Lisa Rapaport

Per le donne anziane la passeggiata quotidiana rapprensenta una vera e propria attività di prevenzione dell’insufficienza cardiaca. Il dato emerge da uno studio USA che ha considerato oltre 100 mila donne di età compresa tra i 50 e i 79 anni.

06 SET - (Reuters Health) – Le donne anziane che camminano tutti i giorni sono meno esposte al rischio di insufficienza cardiaca. A suggerirlo è uno studio condotto negli Stati Uniti.
 
Lo studio. 
I ricercatori dell’Università di Buffalo (New York) hanno esaminato i dati relativi a 137.303 donne in post-menopausa, di età compresa tra i 50 e i 79 anni (media 63 anni). Più di un terzo soffriva di ipertensione, ma alcune presentavano altri fattori di rischio per una cardiopatia. Dopo un follow up di 14 anni, 2.523 donne hanno sviluppato insufficienza cardiaca.
 
Rispetto a quelle che non avevano fatto alcun tipo di attività fisica, le signore che si erano esercitate almeno un po’ avevano l’11% in meno delle probabilità di sviluppare questa condizione. Le partecipanti con i più alti livelli di attività fisica facevabo registrare il 35% in meno delle probabilità di avere un’insufficienza cardiaca. ”I nostri risultati mostrano chiaramente che elevati livelli di attività fisica auto-riferiti sono associati a rischi significativamente inferiori di sviluppare insufficienza cardiaca in generale e ciascun suo sottotipo”, commenta Michael LaMonte, autore principale dello studio.
 

Tra le donne che hanno sviluppato insufficienza cardiaca, 451 presentavano una ridotta frazione di eiezione. Rispetto a quelle che non si erano allenate, chi si era impegnata in almeno una piccola attività aveva il 19% in meno delle probabilità di sviluppare questo tipo di insufficienza cardiaca. Le signore più solerti nell’esercizio fisico avevano il 32% in meno di possibilità di sviluppare una ridotta frazione di eiezione.

Per valutare i livelli di attività, i ricercatori hanno esaminato i dati dei questionari completati da tutte le donne. Poi, hanno classificato i livelli e l’intensità di esercizio delle partecipanti sulla base dell’equivalente metabolico di attività (MET) di ore a settimana.
Le media MET delle partecipanti era di 13 ore a settimana. Ciascuna ora MET aggiuntiva di attività a settimana risultava legata al 16% in meno di rischio di insufficienza cardiaca generale e a un 10% in meno di rischio di insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione.
 

Fonte: JACC: Heart Failure 2018
 

Lisa Rapaport

 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

06 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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