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Come difendersi dall'apocalisse biologica? La proposta degli esperti americani in sicurezza sanitaria

di Maria Rita Montebelli

Bioterrorismo o pandemie spontanee rappresentano minacce planetarie contro le quali è necessario mettere a punto delle strategie di difesa e di prevenzione. Come quelle elencate nel report del Johns Hopkins Center for Health Security appena pubblicato. La minaccia principale è rappresentata dai virus respiratori a RNA. L’appello ai governi e alle aziende farmaceutiche per intensificare la ricerca di nuovi farmaci anti-virali

29 MAG - Quale microrganismo, diffuso ad arte nell’ambiente o per cause naturali, potrebbe rendersi responsabile nel prossimo futuro di una pandemia di dimensioni epocali? Se lo sono chiesti i ricercatori del Johns Hopkins Center for Health Security, che hanno redatto un report con l’identikit dei germi più temibili, quelli contro i quali mettere in campo tutte le possibili strategie di prevenzione. Il pericolo in questione riguarda non solo lo storico, i microrganismi già protagonisti in passato di temibili pandemie, ma anche e soprattutto quelli che non hanno ancora dato prova delle loro potenzialità di morte e che configurano tuttavia un rischio biologico da catastrofe globale (GCBR).
 
Gli eventi etichettati come GCBR sono quelli in cui un agente biologico può determinare un disastro straordinario e di proporzioni gigantesche che andrebbe oltre la possibilità di controllo da parte dei governi nazionali e internazionale e del settore privato.
 
Finora nessuno aveva pensato di redigere un ‘catalogo’ dei possibili responsabili di GCBR e dunque le priorità di allerta venivano disegnate solo su basi ‘storiche (es. la pandemia di spagnola del 1918).
“E’ invece fondamentale – afferma Amesh Adalja, leader del progetto – che gli esperti in sicurezza sanitaria siano preparati anche alle nuove minacce, non solo a quelle del passato, se si vogliono scongiurare GCBR”.
 
Detto fatto, i ricercatori della Johns Hopkins hanno convocato 120 tra i maggiori esperti mondiali del campo per stilare delle raccomandazioni ad hoc su vecchie e nuove minacce. Il tutto è racchiuso nel rapporto “The characteristics of Pandemic Pathogens”.
 
L’identikit del microrganismo della catastrofe perfetta. Per prima cosa si è provveduto a stilare un identikit dei patogeni in grado di determinare un GCBR. L’agente infettivo ‘ideale’ nel provocare catastrofi di questo tipo avrebbe una modalità di diffusione per via respiratoria; sarebbe contagioso anche nel periodo di incubazione, prima cioè della comparsa dei sintomi o quando i soggetti infettati presentino ancora solo una sintomatologia sfumata. Andrebbe a colpire dei soggetti naive da un punto di vista immunologico; avrebbe un tasso di mortalità basso ma significativo, fatto questo che aumenterebbe ulteriormente il rischio di diffusione dell’infezione.
Nel report si legge anche che  il potenziale pandemico maggiore è quello dei  virus a RNA.
 
Come difendersi dal pericolo di una pandemia. Nel report gli esperti elencano al riguardo una lista di otto raccomandazioni, “con la speranza – afferma Adalja – che medici e responsabili politici le prendano in seria considerazione per rafforzare la capacità di recupero del settore sanitario ed essere sempre più preparati ad affrontare un’eventuale pandemia”.
·         Prepararsi contro una minaccia di livello GCBR implica l’adozione di un approccio focalizzato, ma sempre con la dovuta flessibilità
 
·         Gli approcci basati su una lista di patogeni ‘storici’ non dovrebbero costituire un’idea standard permanente che distolga il pensiero da altri patogeni a potenzialità pandemica
 
·         Migliorare la sorveglianza delle infezioni umane causate da virus a RNA dovrebbe rappresentare una priorità assoluta
 
·         Sviluppare una pipeline di agenti anti-virali contro i virus respiratori a RNA (sia ad ampio spettro che mirati ai singoli virus) aumenterebbe le possibilità di difendersi da potenziali agenti GCBR
 
·         Analogamente dovrebbe rappresentare una priorità la ricerca di vaccini contro i virus respiratori a RNA (compreso un vaccino universale contro l’influenza)
 
·         Un’agenda di ricerca clinica volta a ottimizzare il trattamento dei virus respiratori a RNA dovrebbe essere sostenuta finanziariamente dalle aziende farmaceutiche e dai produttori di device medici e sviluppata presso centri di ricerca clinica.
 
·         Fondamentale anche un’attenta revisione della letteratura relativa ai virus respiratori a RNA, a rischio di determinare una pandemia.
 
·         Dovrebbe diventare una routine effettuare diagnosi microbiologiche specifiche delle sindromi infettive in qualunque parte del mondo
 
 
Maria Rita Montebelli

29 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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