Canada: per curare la leucemia potrebbero bastare gli antibiotici
La tigeciclina, usata per curare le infezioni, può essere usata per impedire ai mitocondri di fornire energia alle cellule tumorali. La promettente notizia arriva dal Canada, dove un team di ricerca ha analizzato oltre 500 farmaci già in commercio.
15 NOV - È successo spesso, nella storia della farmacologia, che composti usati da sempre per un particolare scopo si siano rivelati utili anche per la cura di altre malattie. Basta pensare all’uso dell’aspirina per prevenire malattie cardiache, quando da sempre era stato usato come analgesico o antipiretico. Da oggi anche un antibiotico usato per la cura di infezioni intra-addominali e cutanee, la tigeciclina, potrebbe aver trovato un nuovo importante impiego: quello nella lotta al cancro. Il medicinale infatti sembrerebbe poter distruggere le cellule staminali della leucemia, tagliando loro energia. La scoperta, compiuta allo University Health Network di Toronto, è stata pubblicata in un
articolo sulla rivista
Cancer Cell.
“Immaginate le cellule del corpo come una rete elettrica, con piloni che danno energia ovunque. Noi abbiamo scoperto che la tigeciclina può tagliare i fili corrispondenti ad alcuni piloni, ovvero alle cellule staminali leucemiche, lasciando perfettamente intatto il resto dell’impianto, ovvero quello che “dà luce” alle cellule sane”, ha spiegato Aaron Schimmer, docente allo University Health Network.
Il team canadese ha infatti dimostrato che le cellule leucemiche hanno un bisogno particolare di energia e che è possibile spegnere selettivamente la loro fonte di sostentamento bloccando la sintesi proteica nei mitocondri. La ricerca degli scienziati consisteva proprio nell’identificare in farmaci già sul mercato la capacità di sconfiggere in questo modo le cellule tumorali e in particolare quelle staminali della leucemia. A questo scopo il team canadese ha testato centinaia di medicinali, usando un robot in grado di maneggiare provette con grande velocità. Questo testava i farmaci variandone le dosi, in modo da testare se e come taluni potessero aggredire le cellule del cancro.
“È la tecnologia che ha reso questa scoperta possibile”, ha commentato Schimmer. “In tre giorni abbiamo testato tutti i medicinali. Per fare la stessa cosa a mano ci avremmo messo mesi”. Questo perché òa mole di composti esaminata è stata molto grande: oltre 500 farmaci già in commercio.
Ma il risultato è stato soddisfacente, visto che con dei medicinali già approvati si può accedere più rapidamente ai trial clinici. Il team è oggi impegnato a dare inizio ad un nuovo test clinico proprio con la tigeciclina come trattamento per la leucemia.
Laura Berardi
15 novembre 2011
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