Napoli. Al Monaldi intervento chirurgico senza precedenti: rimossa dal cuore una metastasi da timoma
di Ettore Mautone
Intervento all’avanguardia: primo del genere descritto in letteratura senza senza ricorso a cuore artificiale. La paziente, operata otto anni fa di timoma, nel corso del follow up, ha presentato una plurirecidiva composta da 6 masse mediastiniche di cui 3 intrapericardiche. L’ultima metastasi entrava dentro il cuore ed era alimentata dall’arteria discendente anteriore.
02 MAR - Intervento di chirurgia estrema all’Azienda Ospedaliera dei Colli. Presso l’Unità operativa semplice dipartimentale di Tecniche avanzate in cardiochirurgia dell’ospedale Monaldi è stata rimossa una metastasi da timoma dal cuore in una donna di 40 anni.
L’operazione ha visto impegnate le equipe di Carlo Curcio, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Toracica e di
Michelangelo Scardone, direttore dell’Unità operativa semplice dipartimentale di Tecniche avanzate in cardiochirurgia.
La paziente, operata otto anni fa di timoma, nel corso del follow up, ha presentato una plurirecidiva composta da 6 recidive mediastiniche di cui 3 intrapericardiche.
Nella prima fase dell’intervento, l’equipe della Chirurgia toracica ha provveduto a rimuovere le 3 masse nel mediastino anteriore. All’apertura del pericardio sono state rinvenute altre 3 masse, delle quali 2 dietro l’aorta e 1, del diametro di circa 4 centimetri, che infiltrava la parete anteriore del cuore, rendendone quasi impossibile l’asportazione. L’equipe del dottor Scardone, quindi, ha attivato la circolazione extracorporea e ha verificato che l’ultima metastasi entrava dentro il cuore e che era alimentata dall’arteria discendente anteriore, che rappresenta la più importante arteria cardiaca. Si è proceduto, quindi, all’asportazione integrale della massa tumorale insieme con la parete anteriore cardiaca e con parte dell’arteria discendente anteriore ed è stato ricostruito il cuore.
L’equipe era già pronta ad impiantare un cuore artificiale qualora la paziente non avesse avuto una funzione cardiaca sufficiente, invece è stato possibile arrestare la circolazione extracorporea con una funzione cardiaca sufficiente tanto da consentire alla donna di uscire agevolmente dalla sala operatoria e di avere un decorso post operatorio e una ripresa al di là di ogni aspettativa.
“Il caso presentato è un esempio della importanza della multidisciplinarietà e del lavoro effettuato in collaborazione tra equipe diverse. Consultata la letteratura scientifica internazionale è emerso che si tratta del primo intervento del genere portato a termine con successo e senza l’impiego di un cuore artificiale”, hanno dichiarato i due chirurghi che hanno effettuato l’intervento,
Carlo Curcio e
Michelangelo Scardone.
“Si tratta di un intervento all’avanguardia che è stato possibile soprattutto grazie alla collaborazione tra le unità operative coinvolte. Le nuove frontiere della medicina vanno sempre più verso un lavoro multidisciplinare e non a compartimenti stagni” ha dichiarato
Giuseppe Matarazzo, commissario dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.
Ettore Mautone
02 marzo 2018
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