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Come e quando si sbaglia a prescrivere antibiotici. Dagli Usa l’identikit degli errori più comuni

di Maria Rita Montebelli

Un ampio studio condotto su oltre 280.000 pazienti in North Carolina (Usa) evidenza dei pattern di inappropriatezza ricorrenti nella prescrizione degli antibiotici per patologie ORL e respiratorie (bronchiti, otiti, sinusiti). Più a rischio di ricevere un antibiotico ‘inappropriato’ sono gli adulti tra i 40 e i 64 anni, i bianchi, i pazienti con un’assicurazione privata, chi abita in città. A maggior rischio di inappropriatezza i prescrittori più anziani e i medici di famiglia (rispetto al pediatra). Un’importante indagine conoscitiva per disegnare correttivi ‘su misura’

30 GEN - Il problema della scarsa appropriatezza nelle prescrizioni di antibiotico-terapia non è affatto trascurabile e dà un importante contribuito all’antibiotico-resistenza. Prima di irrigidirsi su misure vessatorie o punitive è però importante analizzare il fenomeno per capire dove e in quali contesti si sbagli di più nel prescrivere un antibiotico inutile, così da poter intervenire con misure correttive mirate.
 
Uno sforzo in questa direzione viene da uno studio pubblicato su Infection Control & Hospital Epidemiology, organo ufficiale della Society for Healthcare Epidemiology of America.
 
Gli autori hanno preso in esame le prescrizioni ambulatoriali relative a 281.315 pazienti adulti e pediatrici effettuate da 898 prescrittori prresso 246 ambulatori del Carolinas Health Care System (Charlotte, North Carolina, Usa). I pazienti in esame erano stati esaminati nel periodo 2014-2016 per quattro patologie comuni che normalmente non richiedono l’uso di antibiotici: virosi delle prime vie aeree, bronchiti, sinusiti, otiti non suppurative.
 
· I risultati dello studio dimostrano che le bronchiti acute sono la condizione patologica per la quale più di frequente vengono prescritti in maniera inappropriata gli antibiotici.
 
· Il ‘rischio’ di uscire dalla visita con la prescrizione di un antibiotico inutile è maggiore per i pazienti tra i 40 e i 64 anni, mentre si riduce dopo i 64 anni.
 
· Più a rischio di una prescrizione antibiotica inappropriata sono risultati i pazienti di razza caucasica, soprattutto se dotati di assicurazione privata.
 
 
· I prescrittori di antibiotici più a rischio di inappropriatezza sono risultati quelli più anziani.
 
· Nei pazienti adulti residenti in aree metropolitane, il rischio di ricevere una prescrizione antibiotica per queste patologie era del 36% superiore ai residenti in aree rurali.
 
Tra gli autori di questa ricerca, anche Lisa Davidson, direttore medico dell’Antimicrobial Support Network presso il Carolinas Health Care System che ricorda come presso la sua struttura il personale ambulatoriale è stato dotato di materiali educativi che aiutano a guidare la conversazione con i pazienti riguardo gli antibiotici; i medici sono stati dotati anche di checklist di farmaci OTC da consigliare ai pazienti con patologie virali.
 
I risultati di questa ricerca dimostrano dunque  che le strategie volte a ridurre le prescrizioni inappropriate dovrebbero essere confezionate su misura per i pazienti ambulatoriali.
Ma gli autori sottolineano anche la necessità di fare formazione sulla gestione degli antibiotici. In particolare alcuni risultati più approfonditi indicano che una formazione per medici e pazienti, relativa all’appropriata prescrizione di antibiotici per la bronchite, che includa anche una guida al corretto uso dell’azitromicina, potrebbe rivelarsi estremamente utile.
 
Come anche potrebbe essere utile una ricerca qualitativa approfondita per comprendere le interazioni medico-paziente che possono influenzare la prescrizione di antibiotici per le patologie virali.
 
“Comprendere i fattori che impattano sulla prescrizione è di fondamentale importanza nel determinare come ridurre il cattivo uso degli antibiotici – afferma Melanie Spencer, direttore esecutivo del Center for Outcomes Research and Evaluation presso il Carolinas HealthCare System – e i risultati di questo studio dimostrano che esistono molte variabili inerenti ai pattern prescrittivi, associate a molteplici caratteristiche dei pazienti, dell’ambulatorio e del prescrittore”.
 
Maria Rita Montebelli

30 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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