Tumore del colon: rischia di più chi mangia carni rosse e processate, cereali raffinati e soft drink
di Maria Rita Montebelli
Sono i risultati di un enorme studio condotto da ricercatori dell’Università di Harvard che hanno seguito oltre 121 mila operatori sanitari per 26 anni. Una dieta a base di alimenti in grado di generare uno stato infiammatorio può aumentare il rischio di cancro del colon, in particolare in alcune categorie di soggetti: maschi obesi o in sovrappeso, donne magre, astemi di entrambi i sessi
20 GEN - Una dieta particolarmente ricca di alimenti con potenzialità infiammatorie (carni rosse e processate, cereali raffinati, bevande ad elevato contenuto calorico) risulta associata ad un aumentato rischio di tumore del colon, sia nei maschi che nelle femmine.
Il tipo di dieta abituale di una persona può dunque condizionare il rischio di sviluppare questa forma di tumore, o al contrario aiutare a prevenirlo. In questo senso, la dieta rappresenta uno di quei fattori di rischio modificabili per il cancro del colon. Il grado di infiammazione, generato dalla dieta o da altri fattori, può essere misurato attraverso dei biomarcatori, quali interleukina-6 (IL-6), proteina C reattiva (PCR), tumor necrosis factor α receptor 2 (TNF α R2).
Uno studio di coorte osservazionale, condotto da
Fred K. Tabung e colleghi della Harvard T.H. Chan School of Public Health (Boston, Usa) ha seguito per 26 anni 121.050 persone di entrambi i sessi, impegnate in professioni sanitarie, per verificare l’esistenza o meno di un legame tra infiammazione prodotta dalla dieta e tumore del colon.
Gli alimenti sono stati suddivisi in 18 gruppi diversi a seconda del loro potenziale infiammatorio, che veniva calcolato sulla base di quanto riportato dai partecipanti in apposti questionari alimentari, compilati ogni 4 anni (esposizione); nello stesso periodo venivano registrati i nuovi casi di cancro del colon (esiti).
La classificazione degli alimenti è stata fatta sulla base di un indice infiammatorio dietetico empirico EDII sviluppato e validato dallo stesso gruppo di ricerca e pubblicata nel 2016 su
Journal of Nutrition. L’indice EDII comprende 9 categorie di alimenti ‘pro-infiammatori’ e 9 categorie ‘anti-infiammatorie’.
I risultati di questo importante studio, pubblicati su
JAMA Oncology, dimostrano che un punteggio elevato, indice di diete in grado di generare uno stato infiammatorio, risulta associato ad un maggior rischio di sviluppare un cancro del colon, in entrambi i sessi. Il rischio è risultato più elevato tra i maschi obesi o in sovrappeso, tra le donne magre e tra i non consumatori di alcol di entrambi i sessi.
L’infiammazione emerge dunque da questo studio come un potenziale meccanismo patogenetico che collega le abitudini alimentari allo sviluppo del cancro del colon. Ridurre il potenziale infiammatorio della dieta potrebbe dunque ridurre il rischio di sviluppare un tumore del colon.
Maria Rita Montebelli
20 gennaio 2018
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