Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 23 NOVEMBRE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Malattia psoriasica. Qualità di vita compromessa per un paziente su due, ma in Veneto è alta l’attenzione al paziente


I dermatologi veneti puntano a migliorare la capacità del paziente a svolgere le normali attività quotidiane. Per la totalità dei clinici la terapia ideale è quella orale. Ma sono attenti anche al risparmio: vorrebbero avere terapie a costi ridotti. Avviata una collaborazione intensa tra dermatologi e reumatologi per la cura della Psa. Questi i risultati del progetto Bridge che unisce clinici, farmacisti, pazienti e decisori per individuare il Patient Journey delle persone affette da Psoriasi e Artrite psoriasica presentati a Padova

30 SET - Prurito, arrossamento della pelle e desquamazione. Rigidità, gonfiore e dolore delle articolazioni. Sono questi i sintomi, spesso pesanti, che impattano negativamente sulla qualità della vita delle persone affette dalla malattia psoriasica, ossia pazienti colpiti da psoriasi (PSO) ed artrite psoriasica (PSA). Azioni comuni come andare a lavorare, recarsi a scuola e anche vivere serenamente la propria vita sociale possono infatti diventare difficilissime. Una diagnosi di malattia quasi mai precoce e un conseguente allungamento dei tempi di accesso a terapie adeguate rendono poi il loro cammino ancora più faticoso. I pazienti sono soddisfatti delle terapie prescritte dal medico, ma preferirebbero poter assumere i medicinali per bocca ed evitare di andare in ospedale per sottoporsi alle cure. Anche i dermatologi prediligono la somministrazione orale e, in particolare tra i “desiderata” dei clinici veneti figura l’avere una terapia con un migliore livello di sicurezza a lungo termine. Soprattutto nel prescrivere le terapie guardano con attenzione alla capacità del paziente a svolgere le normali attività quotidiane, mentre la terapia ideale per la PSO è quella che offre maggior sicurezza a lungo termine e quella dal minor costo per la PSA.
 
A scattare una fotografia accurata del vissuto del paziente affetto da Psoriasi e Artrite Psoriasica (circa due milioni e mezzo in Italia, e più di 100mila in Veneto con Psoriasi, tra il 20 e il 30% con Artite psoriasica), e dei clinici coinvolti nel percorso di cura è un’indagine realizzata dall’Associazione per la difesa degli Psoriasici (Adipso) e dalla Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria (Sics) e presentata a Padova nel corso di un evento Ecm organizzato da Sics con il contributo non condizionante di Celgene.
 
L’indagine - la più ampia svolta in Italia, raccoglie infatti i dati di sei ricerche specifiche che hanno coinvolto 167 pazienti di cui 103 affetti da Psoriasi e 64 da Artrite Psoriasica e quasi duemila operatori sanitari (656 specialisti in dermatologia e reumatologia, 177 farmacisti ospedalieri e 1.158 medici di medicina generale) - costituisce la base del progetto Bridge, che unisce clinici, pazienti e decisori per individuare il Patient Journey del paziente con malattia psoriasica.
 
Il vissuto dei pazienti con Psoriasi e Artrite Psoriasica. Arrossamento e desquamazione della pelle (34%), prurito (25%) e alterazioni delle unghie (12%) sono le manifestazioni maggiormente segnalate dai pazienti con PSO. La malattia colpisce prevalentemente gomiti (19%), cuoio capelluto (14,5%), ginocchia (12,9%) e tronco (11,4%). Per quasi la metà del campione (46,9%) le lesioni cutanee evidenti impattano negativamente sulle attività quotidiane come lavoro, scuola e relazioni sociali. Soprattutto i pazienti denunciano una compromissione della loro qualità di vita. Il 18% dei pazienti dichiara inoltre di essere affetto anche da Artrite Psoriasica.
Il 65,6% dai pazienti con PSA denunciano invece dolore e/o gonfiore a una o più articolazioni. Il 20,8% accusa rigidità a una o più articolazioni. Manifestazioni cutanee e prurito sono gli altri sintomi segnalati (rispettivamente 19,2% e 16,7% dei casi). Sul fronte comorbidità, il 43,8% dei pazienti dichiara di essere affetto anche da Psoriasi, ipertensione arteriosa (20%), diabete (11,4%), depressione (9,5%) e altre cardiopatie (4,8%). Soprattutto questa malattia è percepita in modo estremamente grave da 7 pazienti su 10.
 
La terapia ideale. In generaleun terzo dei pazienti con malattia psoriasica (36,9%) vorrebbe disporre di terapie che contrastino la desquamazione, l’arrossamento e il prurito, mentre il 22,5% indica in un miglioramento del benessere generale l’obiettivo di salute. Ancora, il 13,9% vorrebbe una terapia che gli consentisse di svolgere al meglio le normali attività quotidiane. Nel complesso, il 65,1% è soddisfatto della terapia prescritta dal medico anche se un paziente su 3 (27,1% del campione) vorrebbe farmaci a somministrazione orale e 1 su 5 (il 19,75%) preferirebbe non doversi recare in ospedale per assumere la terapia.
 
Il vissuto degli specialisti veneti. Per i dermatologi veneti i sintomi che spingono il paziente con Psoriasi non ancora diagnosticato a recarsi in visita sia nei centri prescrittori sia negli ambulatori sono la desquamazione (il 33,3% contro una media italiana del 47%) e l’arrossamento (il 33,3% in linea con la media italiana). Con valori superiori alla media italiana segnalano soprattutto la sensazione di bruciore (il 16,6% contro una media nazionale del 2%) e il prurito (16,6% in Veneto, 15% media italiana). Gli obiettivi principali della terapia prescritta sono ridurre l’estensione delle manifestazioni cutanee (per il 33,3% del campione dei dermatologi del Veneto contro il 32,5% in Italia) e migliorare il benessere generale del paziente (il 33,3% in Veneto contro una media italiana del 25,6%).
Per quanto riguarda invece la PSA, secondo dermatologi e reumatologi, il sintomo più avvertito dai pazienti veneti è soprattutto il dolore (33,3% in Veneto, 22,1% media italiana), mentre gonfiore e coinvolgimento delle unghie sono segnalati solo dall’11,1% degli specialisti contro rispettivamente il 29,3% e il 14,4% della media italiana. Per gli specialisti del Veneto, infine, l’obiettivo principale quando si prescrive un trattamento è quello di migliorare la capacità del paziente di svolgere la normale attività quotidiana: la pensa così il 40% rispetto a una media italiana del 21%.
 
“La malattia psoriasica – ha detto Stefano Piaserico, Ricercatore Universitario presso la Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Padova – presenta un quadro clinico estremamente complesso in quanto può accompagnarsi a numerose comorbidità, legate all'infiammazione sistemica, con alterazioni di tipo metabolico e possibili conseguenze anche a carico dell’apparato cardiovascolare. Richiede quindi un approccio multidisciplinare. In Veneto, anche grazie alla collaborazione con l’amministrazione regionale, sono state identificate linee di indirizzo proprio per garantire un’assistenza ideale ai pazienti. È stato inoltre istituito un Registro Regionale dedicato ai farmaci biologici. Per quanto riguarda la gestione del paziente con Artrite psoriasica, è stata avviata una collaborazione intensa e proficua tra dermatologi e reumatologi. Nella fattispecie – ha aggiunto – in alcuni Centri del Veneto sono stati attivati ambulatori interdisciplinari che prevedono durante la visita la presenza congiunta del dermatologo e del reumatologo. Questo permette ai pazienti di avere un’assistenza integrata ottimale, senza la necessita di spostamenti, con la possibilità avere un consulto polispecialistico e senza attese”.
 
I “desiderata” degli specialisti. Per i clinici veneti le caratteristiche che dovrebbe avere la terapia ideale - rispetto a quelle già disponibili - sono rappresentate da un miglior livello di sicurezza a lungo termine (33,3% per PSO; 39,7% la media italiana) e da una somministrazione per via orale (il 100% contro una media italiana dell’82%). La terapia ideale per la PSA? Quella con il minor costo: la pensano così il 40% degli specialisti contro una media italiana del 22,2%.
 
“Oggi il trattamento della psoriasi e dell’artrite psoriasica è profondamente cambiato rispetto al passato in virtù della disponibilità di nuovi farmaci molto efficaci e anche sicuri soprattutto nel lungo termine – ha spiegato Paolo Gisondi, Professore Associato di Dermatologia presso l’Università degli Studi di Verona – un vantaggio che ci consente di mantenere nel tempo i pazienti in trattamento senza incorrere nel rischio di eventi avversi. Tra le diverse opzioni farmacologiche disponibili, una nuova opportunità di cura è offerta, ad esempio, da quei farmaci che agiscono bloccando molecole specifiche come la fosfodiesterasi, un enzima intracellulare che modula l’attività infiammatoria di molte cellule inclusi i cheratinociti, i sinoviociti, i linfociti e le cellule dendiritiche”.
 

30 settembre 2017
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy