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Diabete: aumenta la prevalenza ma diminuiscono ricoveri ed eventi cardiovascolari

di Maria Rita Montebelli

Guai abbassare la guardia. Tuttavia, come riporta un lavoro pubblicato oggi sul New England Journal of Medicine, qualcosa forse sta cambiando in meglio. Se non sul fronte della prevalenza, almeno su quello delle cure. Dall’analisi del Registro Diabete Svedese emerge infatti un trend in riduzione per quanto riguarda mortalità globale, morbilità cardiovascolare e ricoveri. Meno brillante invece la riduzione degli eventi fatali nei tipo 2, rispetto alla popolazione generale.

13 APR - La prevalenza del diabete è in aumento esponenziale in tutto il mondo, avendo fatto registrare una crescita del 30,6% dal 2005 (333 milioni di persone) al 2015 (435 milioni di persone). Poco si sa invece dei trend a lungo termine relativi all’eccesso di mortalità a e di complicanze cardiovascolari nel diabete di tipo 1 e 2. Per colmare questo gap di conoscenza un gruppo di ricercatori svedesi ha cercato di rintracciare il dato all’interno del registro nazionale svedese sul diabete, analizzando gli anni dal 1998 al 2012 e seguendo i pazienti fino al 2014.
 
I trend registrati nei pazienti con diabete sono stati confrontati con quelli di un ugual numero di controlli, tratti dalla popolazione generale e abbinati per età, sesso e nazione.
 
Tra i pazienti con diabete di tipo 1 nel periodo in studio si è registrata, per ogni 10.000 anni-persona una riduzione di 31,4 morti per tutte le cause, una riduzione di 26 decessi per cause cardiovascolari, una riduzione di 21,7 decessi per coronaropatia, 45,7 ricoveri in meno per malattie cardiovascolari.
 
Nel caso dei soggetti con diabete di tipo 2 si è avuta, per ogni 10.000 anni persona, una riduzione di 69,6 morti per tutte le cause, una riduzione di 110 decessi per cause cardiovascolari, una riduzione di 91,9 decessi per coronaropatia e addirittura203,6 ricoveri in meno per malattie cardiovascolari.
 
Contestualizzando il dato con quanto è accaduto in questo periodo nella popolazione generale, emerge che i pazienti con diabete di tipo 1 hanno presentato una riduzione degli outcome cardiovascolari maggiore del 40% rispetto ai controlli non diabetici, mentre nei pazienti con diabete di tipo 2 la riduzione rispetto ai controlli è stata del 20%.  Purtroppo però, sul fronte degli eventi fatali, mentre la riduzione registrata nei diabetici di tipo 1 e nei controlli è sostanzialmente sovrapponibile, questa è risultata inferiore ai controlli nei soggetti con diabete di tipo 2.
 
In conclusione, almeno in Svezia, dal 1998 al 2014 la mortalità e l’incidenza degli eventi cardiovascolari si è ridotta sensibilmente tra le persone con diabete, con la sola eccezione degli eventi fatali nei pazienti con diabete di tipo 2.
 
Per quanto difficile confrontare le riduzioni nel tasso di eventi da una nazione all’altra per le inevitabili differenze nell’accesso alle cure, negli standard di cura e nei criteri diagnostici per diabete – scrivono gli autori – questi risultati sono consistenti con i trend di mortalità globale e malattie cardiovascolari associati al diabete che sono stati osservati in Europa e Nord America.
 
Maria Rita Montebelli

13 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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