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Sicurezza dei pazienti. A Bonn la seconda edizione del Global Action Summit. “Apprendimento errori e coinvolgimento attivo di pazienti e operatori sanitari per vincere sfida”

di Tommaso Bellandi e Giulia Dagliana

Questo il messaggio lanciato dalle due giornate di lavori appena concluse, che hanno riunito circa 250 esperti e 100 rappresentanti dei ministeri della Salute di 50 Paesi del mondo in Germania. Da Lorenzin l’impegno dell’Italia con la nuova legge sulla responsabilità professionale, ed il programma di prevenzione delle infezioni associate all’assistenza ed in particolare della sepsi, con la stweardship antibiotica ed il rafforzamento della rete dei laboratori. 

30 MAR - La sicurezza dei pazienti è una delle priorità delle politiche sanitarie a livello globale pertanto è necessario uno sforzo comune per individuare e prevenire i rischi in modo sistematico nei servizi sanitari, con il coinvolgimento attivo dei pazienti e degli operatori sanitari. Una grande sfida culturale, che richiede l’apprendimento continuo dagli errori, la partecipazione dei cittadini e la formazione degli operatori sanitari alla prevenzione dei rischi, con una sincera e duratura leadership politica a livello internazionale e locale.

Questo il messaggio fondamentale delle due giornate di lavori appena concluse, che hanno riunito circa 250 esperti e 100 rappresentanti dei ministeri della salute di 50 Paesi del mondo a Bonn. L’evento organizzato dal governo tedesco, con la collaborazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha avuto l’obiettivo si portare avanti l’agenda politica per la sicurezza dei pazienti avviata nel primo summit tenutosi lo scorso anno a Londra.

Il Ministro della Sanità tedesco Hermann Gröhe ha raccontato come il governo tedesco dal 2013 ha incluso la sicurezza delle cure tra i diritti dei pazienti ed attraverso l’alleanza per la sicurezza dei pazienti promuove l’applicazione delle pratiche per la sicurezza, la formazione degli operatori sanitari e le iniziative di educazione dei cittadini. Proprio qui in Germania è nata l’idea di istituire la giornata globale per la sicurezza dei pazienti il 17 settembre di ogni anno, giornata che attraverso l’OMS verrà promossa in tutto il mondo per sensibilizzare i cittadini ed i caregiver sulle priorità per la prevenzione dei rischi.

In occasione del global summit, il ministero della salute tedesco ha commissionato all’OCSE uno studio sull’economia della sicurezza dei pazienti, in cui emerge chiaramente il ritorno sugli investimenti nelle pratiche per la sicurezza rispetto ai costi delle conseguenze dirette ed indirette degli eventi avversi. Prevenire costa meno che riparare agli effetti della non-sciurezza. Si stima ad esempio che un ospedale che investe lo 0,13% del proprio budget nella prevenzione degli eventi tromboembolici può risparmiare il 4% delle conseguenze associate alle tromboembolie prevenibili.

Partire dalle storie dei pazienti ed investire sulla trasparenza per capire cosa succede all’interno dei servizi sanitari, è il punto di partenza secondo Jeremy Hunt, ministro della sanità britannico. “Il silenzio è pericoloso”, dice Hunt, dobbiamo investire sulla comunicazione aperta per miglirare i nostri sistemi, dobbiamo in questo essere coraggiosi. Per questo motivo in UK hanno istituito l’agenzia nazionale per l’investigazione sugli eventi avversi, guidata da esperti in human factors, che conduce verifiche negli ospedali per valutare il livello di trasparenza e di impegno per la sicurezza dei pazienti. Un’altra recente inziativa riguarda il monitoraggio delle morti ospedaliere, con la valutazione e pubblicazione dei dati relativi alla mortalità evitabile da parti di ogni trust. Da una prima valutazione è emerso che negli ospedali inglesi ci siano mediamente 150 morti evitabili alla settimana.

Margaret Chan, direttore generale dell’OMS, ha presentato la nuova campagna globale per la sicurezza dei pazienti “Medications without harm”, indirizzata alla riduzione dei rischi connessi con l’uso dei farmaci che determinano circa un quarto del totale degli eventi avversi, con un costo umano ed economico considerevole. Le azioni della campagna prevedono interventi sulla riconciliazione delle terapie nelle transizioni tra le cure primarie e l’assistenza ospedaliere, la prevenzione dei rischi associati alla politerapia e l’uso sicuro dei farmaci ad alto rischio.

Il direttore della National Academy of Science statunitense, Victor Dzau, ha illustrato la storia della sicurezza dei pazienti dalla pubblicazione dello storico rapporto “To err is human” nel 1999 sino ad oggi. Se “To err is human” ha definito una nuova cornice teorica e metodologica per interpretare il problema degli eventi avversi in una logica sistemica, superando la cultura della colpa, ad oggi sono disponibili numerose evidenze su cosa fare per prevenire i rischi, così come sono conosciute le aree nelle quali è ancora necessario fare ricera. Una di queste aree è certamente la performance diagnostica, che è un processo multidisciplinare, in cui il ruolo del paziente è fondamentale.
 
A seguito dell’ultimo rapporto “Improving diagnostic performance” è stata sviluppata una Checklist per i pazienti per guidarli nel racconto della loro storia clinica e aiutare cosi gli operatori nel fare la diagnosi. Si tratta di uno strumento sicuramente importante in ambiente ospedaliero ma ancora di più lo è sul territorio, al di fuori degli ospedali dove vengono erogate la maggior parte delle cure.

Altro tema prioritario emerso oggi è certamente la sicurezza nell’impiego delle tecnologie digitali per la gestione dei percorsi assistenziali e per l’accesso alle informazioni sulla salute: esperti e politici concordano sulla necessità di garantire la qualità e la sicurezza dei dati elettronici, a partire dal coinvolgimento attivo dei pazienti che sono i depositari delle conoscenze e dei dati prodotti sulla propria salute.

Il Ministro Beatrice Lorenzin ha espresso l’impegno dell’Italia con la nuova legge per la sicurezza dei pazienti e la responsabilità degli operatori sanitari, ed il programma di prevenzione delle infezioni associate all’assistenza ed in particolare della sepsi, con la stweardship antibiotica ed il rafforzamento della rete dei laboratori.

Ieri, la prima giornata del summit, in sei diversi workshop si sono confrontati gli esperti con i policy makers su altrattanti temi, poi ripresi nella seconda giornata in occasione dell’assemblea dei ministri. Gli argomenti trattati sono l’integrazione della gestione del rischio clinico ed economico, l’impatto delle tecnologie digitali nei servizi sanitari, la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, la sicurezza nella diagnosi e nelle procedure. L’OMS ha organizzato una sessione per il lancio della nuova campagna globale “Medication without harm” ed una dedicata alla condivisione di soluzioni per la sicurezza dei pazienti adottate nei paesi a basso medio reddito.

Tutte le relazioni degli esperti e lo studio dell’OCSE sui costi e l’efficienza della sicurezza dei pazienti sono disponibili qui
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Tommaso Bellandi e Giulia Dagliana
Centro GRC


30 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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