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Diabete. Con l’insulina glargine di nuova generazione migliorano i profili di sicurezza ed efficacia


Il diabete e l’insulina glargine di nuova generazione sotto i riflettori al Congresso “Touch The Change” organizzato da Sanofi Italia nella capitale. Una due giorni di lavori che hanno visto confrontarsi oltre 300 tra diabetologi e endocrinologi, con 37 speaker di livello internazionale e nazionale

28 MAR - Sicurezza, stabilità glicemica e flessibilità. Sono sicuramente queste le tre parole d’ordine della terapia insulinica basale. Un salvavita per il diabete di tipo 1 ed un valido aiuto per quello di tipo 2, che utilizzato in maniera appropriata e somministrato nei tempi e nei modi giusti consente alle persone colpite di tenere sotto controllo la malattia con un’alta qualità della propria vita. Una carta importante quindi per una patologia che investe circa 4 milioni di persone in Italia (ai quali si aggiungono almeno un altro milione di malati che non sanno di esserlo), ma che sconta ancora tante le criticità da superare.
 
Quali? Preclusioni psicologiche da parte dei pazienti stessi, ma anche problemi obiettivi: nonostante l’insulina basale abbia rappresentato per tanti anni la terapia di riferimento, ci sono ancora importanti bisogni clinici non soddisfatti. Circa la metà dei pazienti in trattamento non raggiungono infatti gli obiettivi in termini di glicemia o spesso non raggiungono la dose ottimale di insulina, sia durante la fase iniziale di trattamento, sia in quella di mantenimento. E i rischi di ipoglicemia sono sempre in agguato.
 
Ma ora sul fronte delle terapie grazie all’innovazione sono arrivate nuove opportunità, come l’insulina glargine di nuova generazione (insulina glargine 300 U/mL), dispensata dal Ssn, che permette un migliore controllo della glicemia con un minor numero di ipoglicemie.
 
Questi i temi affrontati nel corso del Congresso “Touch The Change” organizzato a Roma da Sanofi Italia. Una due giorni di lavori che hanno visto la partecipazione di oltre 300 tra diabetologi e endocrinologi, con 37 speaker di livello internazionale e nazionale che hanno fatto il punto sulla terapia insulinica mettendo in luce gli atout della nuova opportunità. Ricordando anche la necessità di snellire i tempi di recepimento delle direttive Aifa a livello regionale per velocizzare l’accesso ai farmaci da parte di tutti i pazienti sul territorio nazionale, nelle realtà ancora in ritardo.
 
I numeri del Diabete. Secondo gli ultimi dati aggiornati recenti dell’Osservatorio ‘Arno Diabete’ nato da una collaborazione tra la Società Italiana di Diabetologia e il Cineca, il tasso di prevalenza totale del diabete in Italia è del 6,2%, circa 4 milioni di persone.Un numero più che raddoppiato rispetto a 30 anni fa: in soli 18 anni, i casi noti sono infatti aumentati di oltre il 70%. A questi vanno aggiunti i casi di diabete non riconosciuto, che si stima siano 1 ogni 4 casi di diabete noto. Tirando le somme circa 5 milioni colpite con una prevalenza di circa l’8,1%. Numeri importanti dagli alti costi: i diabetici consumano circa il doppio di farmaci, 71 confezioni contro 32, rispetto ai non diabetici; il 93% si è sottoposto ad almeno una prestazione specialistica con il Ssn (visita ambulatoriale o esami del sangue o strumentali), contro il 73% dei non diabetici. E una persona su cinque con diabete si ricovera in media 1.7 volte l’anno e con una degenza media superiore di quasi un giorno rispetto ai non diabetici.
 
Sul fronte delle cure è quindi fondamentale assicurare stabilità al paziente con un livello di insulina costante nel tempo. E l’innovazione in questo senso ha offerto un grande assist. Grazie alla ricerca infatti sono oggi a disposizione terapie più evolute per il paziente diabetico, che partono da una rinnovata efficacia della terapia farmacologica per arrivare ad un approccio integrato delle cure abbracciando quindi le nuove esigenze del paziente e consentendogli una miglior qualità di vita. Insomma, non è il paziente ad adattarsi alla terapia farmacologica, ma è il farmaco che va incontro al paziente diabetico.  
 
Una filosofia seguita dall’insulina glargine di ultima generazione per il trattamento del diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2 negli aduli, arrivata di recente anche in Italia. Toujeo®, questo il nome commerciale, è un’insulina glargine 300 U/mL, in soluzione iniettabile, nata dall’evoluzione di insulina glargine 100 U/mL, terapia di riferimento nel trattamento del diabete. Una terapia, dispensata dal Ssn dalla metà di febbraio, che consente di mantenere un controllo ottimale del proprio livello di glicemia. Si somministra con grande flessibilità, una volta al giorno a qualsiasi ora della giornata, preferibilmente alla stessa ora ogni giorno, agisce in modo stabile e prolungato nell’arco della giornata riducendo anche i casi di ipoglicemia. Insomma un’insulina basale con una maggiore maneggevolezza, che facilita la gestione da parte del medico e quindi anche del paziente.
 
“La nuova glargine modificata – ha spiegato Giorgio Sesti, Ordinario di medicina Interna all’Università degli Studi di Catanzaro – presenta vantaggi sotto il profilo della sicurezza in quanto riduce il rischio di ipoglicemie in particolare di quelle notturne, pericolose perché spesso non sono avvertite dal paziente e possono così creare un rischio cardiovascolare importante. Inoltre è un sicuro miglioramento anche dal punto di vista della qualità di vita del paziente perché consente di mantenere un profilo glicemico sotto controllo ottimizzato durante tutta la giornata e quindi anche a diverse ora dalla somministrazione. Un aspetto importante perché determina anche una più alta adesione alla terapia”.
 
“Siamo passati dall’insulina NPH caratterizzata da una durata di azione inferiore alle 24 ore e da un picco di azione prevalentemente notturna – ha spiegato Francesco Giorgino, Professore ordinario di Endocrinologia e Malattie Metaboliche all’Università di Bari –  a delle insuline più moderne come per esempio la glargine (100U/ml) con una durata e una maggiore costanza nel tempo. Ma questo percorso non è terminato, anzi si è evoluto. Oggi alcuni pazienti trattati con l’insulina glargine 100U/ml possono fare esperienze di ipoglicemia notturna e sono caratterizzati da un controllo glicemico non costante che può produrre effetti non identici nei diversi giorni di somministrazione quindi con un controllo glicemico non ottimale. Con la nuova insulina glargine 300U/ml di ultima generazione invece si osserva un miglioramento delle caratteristiche sia farmacocinetiche che farmacodinamiche dell’insulina basale. Da un punto di vista molecolare presenta il vantaggio di non differire dalla molecola glargine che già conosciamo, quindi non presenterà sorprese, soprattutto – ha aggiunto Giorgino –  assicura un minor rischio di ipoglicemia notturna, maggiore stabilità e riproducibilità dell’effetto clinico e una durata di azione superiore che copre perfettamente le 24 ore”.
 
Ma non solo. Ci sono vantaggi anche in un’ottica di sostenibilità: il prezzo della nuova insulina glargine è stato fissato a un prezzo competitivo e inferiore a quello delle insuline basali attualmente disponibili. Un aspetto non trascurabile a livello regionale che dovrebbe facilitare il suo accesso su larga scala.
 
“Toujeo è una risposta importante per le persone con diabete – ha commentato Alexander Zehnder, Md, Presidente e Amministratore Delegato di Sanofi Italia che ha lanciato la nuova insulina – ma oltre alla nuova insulina glargine seguiranno altre novità, non solo terapeutiche, frutto del nostro approccio integrato al diabete, a cui stiamo dedicando risorse importanti. Oggi, il nostro impegno nel diabete non potrebbe essere più forte e concreto”.

28 marzo 2017
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