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Cancro. Scoperto in Israele il meccanismo che impedisce alle cellule tumorali di proliferare e ne innesca l’auto-distruzione

di Maria Rita Montebelli

Individuate tre proteine che opportunamente modificate durante la divisione cellulare (mitosi) possono portare al suo arresto e innescare un meccanismo di auto-distruzione delle cellule tumorali. La scoperta potrebbe portare a colpire le cellule tumorali a rapida proliferazione senza danneggiare quelle sane. Il gruppo dell’università di Tel Aviv si sta al momento focalizzando sul tumore della mammella triplo negativo e sul cancro del pancreas, due tra i tumori più aggressivi e resistenti alla terapia

28 MAR - L’elemento che caratterizza i tumori è la capacità delle loro cellule di replicarsi rapidamente e di proliferare, togliendo spazio vitale alle cellule sane e invadendo tessuti e organi fino a distruggerli. La chemioterapia mira proprio a colpire le cellule a rapida replicazione, senza riuscire purtroppo a distinguere quelle tumorali da quelle sane.
 
Ma adesso una scoperta che arriva dall’Università di Tel Aviv (Israele) apre nuovi scenari alla cura del cancro. Malka Cohen-Armon e colleghi della Sackler School of Medicine dell’Università di Tel Aviv hanno infatti individuato tre proteine in grado di uccidere le cellule a rapida divisione; opportunamente modificate durante la mitosi (la fase di divisione cellulare), queste proteine sarebbero in grado di attivare un programma di morte cellulare, capace di portare all’auto-distruzione le cellule tumorali, senza danneggiare quelle sane. La loro ricerca è pubblicata su Oncotarget.
 
“La scoperta di questo meccanismo esclusivo in grado di uccidere le cellule tumorali senza danneggiare i tessuti sani e il fatto che questo meccanismo è rintracciabile in una serie di cellule tumorali umane a rapida proliferazione è molto interessante. Tra l’altro – afferma Cohen-Armon – in presenza di questo meccanismo appena individuato, più rapida è a proliferazione delle cellule tumorali, più veloce ed efficiente può essere la loro eradicazione. Il meccanismo scatenato nel corso della mitosi potrebbe dunque aiutare a trattare quei tumori più aggressivi che non rispondono alla chemioterapia tradizionale. Questa scoperta avrà un profondo impatto sulla ricerca oncologica; si tratta di un nuovo specifico target che eradica in modo rapido ed esclusivo le cellule cancerose senza danneggiare le cellule umane a normalmente proliferanti”.
 
Il gruppo israeliano ha condotto esperimenti su una serie di tumori, come quelli della mammella, del polmone, dell’ovaio, del colon, del pancreas, del cervello ed ematologici. Il meccanismo che sono riusciti ad individuare riguarda alcune proteine specifiche che influenzano la costruzione e la stabilità del cosiddetto fuso mitotico, una struttura microtubulare sulla quale si ‘appoggiano’ di cromosomi pronti per la duplicazione e per dar vita così a due cellule tumorali ‘figlie’.
 
I ricercatori hanno scoperto che i derivati della fenantridina sono in grado di disturbare l’attività di queste proteine, provocando la distorsione del fuso mitotico e prevenendo in questo modo la divisione dei cromosomi. Modificando queste proteine, la cellula non può più dividersi e questo innesca un meccanismo di auto-distruzione.
 
“ Il meccanismo che abbiamo individuato nel corso della mitosi delle cellule tumorali – spiega Cohen-Armon - può essere colpito in maniera specifica dai derivati della fenantridina. Riteniamo tuttavia che sulla base di questa scoperta potranno essere sviluppati anche una serie di altri farmaci in grado di modificare queste proteine e di indurre l’autodistruzione delle cellule tumorali nel momento della loro replicazione. Più rapida è la proliferazione delle cellule cancerose, più rapida ci aspettiamo che sia la loro morte”.
 
Gli studi sono stati effettuati sia su colture cellulari che su trapianti di cellule tumorali umane fatti su topi. Gli scienziati israeliani si sono avvalsi di tecniche di biochimica,  imaging e di biologia molecolare per osservare dal vivo questo meccanismo. Nei topi trapianti con cellule di cancro della mammella triplo negativo, tra i più resistenti alle terapie attualmente disponibili, l’attivazione di questo meccanismo di auto-distruzione ha indotto l’arresto della crescita del tumore. L’attenzione dei ricercatori è attualmente rivolta a valutare le potenzialità dei derivati della fenantridina nel trattamento del cancro del pancreas, un altro tra i tumori più aggressivi e resistenti alla terapia.
 
 “Questa scoperta – conclude Cohen-Armon - apre nuove strade all’eradicazione dei tumori più aggressivi e a rapida crescita, senza danneggiare i tessuti sani”.
 
La fenantridina è un composto chimico sintetizzato la prima volta nel 1891 dal chimico svizzero Amé Pictet e da H. J. Ankersmit; viene utilizzato come base dei coloranti fluorescenti che si legano al DNA, come il bromuro di etidio e lo ioduro di propidio.
 
Maria Rita Montebelli

28 marzo 2017
© Riproduzione riservata

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