Bambini. Lo stress lascia impronte biologiche e condiziona la salute da adulti
di Kathryn Doyle
Le fonti di danno biologico e di stress psicologico per i bambini sono molteplici e si ripercuotono per sempre sulla loro capacità di affrontare le avversità della vita. In questo contesto è importante identificare le fonti della violenza quotidiana che si verifica negli ambienti comunitari, in modo da poter intervenire prima possibile sui bambini che vivono in quartieri dove i tassi di criminalità e di violenza sono più elevati.
17 NOV -
(Reuters Health) – Le fonti di danno biologico e di stress psicologico per i bambini sono molteplici e si ripercuotono per sempre sulla loro capacità di affrontare le avversità della vita. In questo contesto è importante identificare le fonti della violenza quotidiana che si verifica negli ambienti comunitari, in modo da poter intervenire prima possibile sui bambini che vivono in quartieri dove i tassi di criminalità e di violenza sono più elevati. Le evidenze di uno studio pubblicato da
Jama Pediatrics.
Partendo da questi presupposti,
Katherine P. Theall e colleghi ,del Global Community Health and Behavioral Services presso la Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine di New Orleans, hanno studiato 85 bambini neri, dai cinque ai 16 anni, provenienti da 52 quartieri della città che si diversificavano per il numero di negozi che vendono alcolici, di notizie di crimini violenti e per il numero di fatti riportati relativi alla violenza domestica. I bambini sono stati sottoposti a test psicometrici adeguati alla loro età. Come esiti primari sono stati considerati la lunghezza dei telomeri e la cortisolemia in risposta allo stress.
Si è così evidenziato che nei bambini che vivevano nei pressi di più negozi di alcolici, o nei quartieri con molti casi di violenza domestica e crimini violenti, i livelli di cortisolo rimanevano elevati e vi erano meno probabilità di tornare alla normalità dopo uno stress test. Inoltre, la lunghezza dei telomeri risultava minore, anche se in misura appena percettibile, dopo ogni episodio riportato di violenza domestica o di crimini violenti nel raggio di 500 metri.
“I nostri risultati indicano che l’effetto di fattori negativi a livello di quartiere è misurabile a livello biologico, anche nei bambini,” scrivono gli autori. E’ comunque difficile generalizzare i risultati di uno studio che ha considerato un campione esiguo di soli 85 bambini – ha rimarcato Theall. E i marcatori biologici come gli ormoni dello stress e la lunghezza dei telomeri non sono da considerare come degli endpoint fortemente indicativi, come invece potrebbero essere il riscontro di malattie e di problemi sociali. Tuttavia, questi marcatori possono avere delle implicazioni sulla salute futura dei bambini una volta divenuti adulti e quindi potrebbe essere utile comprendere prima possibile l’impatto dei fattori di quartiere che possono essere corretti con l’adozione di politiche sanitarie mirate”.
Fonte: JAMA Pediatrics 2016
Kathryn Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
17 novembre 2016
© Riproduzione riservata
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