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Antibiotici. Uno spot in chiave horror ne promuove il buon uso


È Ricky Tognazzi il protagonista dell’iniziativa di sensibilizzazione che racconta il rischio emergente dei superbatteri resistenti agli antibiotici attraverso la metafora del “supervampiro”. Un’iniziativa promossa dalla Società Italiana Terapia Antinfettiva e sostenuta da Msd Italia. 

20 OTT - Il ritorno di una minaccia che sembrava consegnata definitivamente al passato. L’irruzione di un “supervampiro” tra gli abitanti di un villaggio che si erano liberati dei vampiri ma poi avevano abusato del rimedio.
 
È questa la trama dello spot in chiave horror “Il Supervampiro”, trasmesso sul web, con Ricky Tognazzi protagonista, ideato dalla Società italiana terapia antinfettiva (Sita) per raccontare ai cittadini l’incombente pericolo dei superbatteri in grado di resistere a tutti o quasi gli antibiotici disponibili. Un chiave originale scelta dalla società scientifica e resa possibile grazie ad un’erogazione di Merck & Co. per il tramite della sua consociata italiana Msd, per insegnare agli italiani come usare bene gli antibiotici.
 
L’antibiotico resistenza è ormai un’emergenza globale che preoccupa i Governi e le Organizzazioni internazionali: solo poche settimane fa a New York, durante l’Assemblea Generale dell’Onu, 193 Capi di Stato hanno sottoscritto una dichiarazione politica congiunta sulle linee guida mondiali per la lotta alla resistenza antimicrobica. Prima del 2016 solo HIV/Aids, malattie croniche ed Ebola erano arrivati all'Assemblea generale come “emergenze di salute pubblica”.
 
Anche l’Italia è in prima linea. Anche perché il vero rischio, come ha ricordato Mario Marazziti, Presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati “è quello di tornare a un’era pre-antibiotici. Uno scenario inquietante”. Ma entro il primo semestre 2017, ha annunciato Vito De Filippo, Sottosegretario di Stato alla Salute sarà sviluppato un Piano nazionale per combattere le resistenze antimicrobiche basato sull'approccio ‘One Health’.
 
“Per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è necessario un approccio multi settoriale, in grado di coordinare all’interno di un unico piano strategico tutte le iniziative mirate alla riduzione e all’utilizzo responsabile di antibiotici, sia per uso umano che veterinario – ha aggiunto  Mario Melazzini, Presidente Aifa ricordando che nell’ambito della messa a punto del Piano Nazionale per il Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza l’Aifa “partecipa ai gruppi che si stanno occupando di comunicazione e informazione, di uso corretto degli antibiotici e di ricerca e sperimentazione, con l’obiettivo di aumentare il livello di consapevolezza sull’antimicrobico-resistenza».
 
Le previsioni per il futuro sono preoccupanti. Si stima infatti che entro il 2050, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, con un tributo annuo di oltre 10 milioni di vite, più del numero dei decessi attuali per cancro. “Ci rivolgiamo direttamente a tutti i cittadini – ha quindi detto Claudio Viscoli, Direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Università di Genova, Irccs San Martino di Genova e Presidente Sita – perché sono loro i principali fruitori degli antibiotici e devono sapere che questi farmaci rischiano di perdere la loro efficacia gli antibiotici sono gli unici farmaci il cui cattivo uso si riflette sulle generazioni future e devono essere assunti al dosaggio giusto, per il tempo giusto e allo scopo di curare le infezioni batteriche e non quelle virali”.
 
I cinque errori da non commettere. Assumere antibiotici senza prescrizione del medico, ridurre o aumentare la dose, interrompere la terapia prescritta, utilizzarli contro raffreddore e influenza,. Sono queste gli errori che favoriscono la selezione di batteri resistenti in grado di causare infezioni non curabili con le terapie antibiotiche disponibili. Avere quindi comportamenti virtuosi è essenziale anche perché l’Italia è uno dei Paesi più esposti ha questa fenomeno.
“Ci sono delle situazioni con infezioni da batteri che non rispondono più ad alcun antibiotico – ha affermato Ercole Concia, Direttore della Divisione Clinicizzata di Malattie Infettive dell’Aou di Verona – negli ospedali italiani il 45% dei ricoverati viene trattato con antibiotici, mentre un comportamento virtuoso dovrebbe collocare quest’uso fra il 25 e il 30%. Spesso è anche il paziente che si autoprescrive antibiotici o magari li ha in giacenza dalla precedente infezione”.
 
In Italia le infezioni correlate all’assistenza o intra-ospedaliere colpiscono ogni anno circa 284mila pazienti (dal 7% al 10% dei pazienti ricoverati) causando circa 4.500-7mila decessi. Le più comuni infezioni sono polmonite (24%) e infezioni del tratto urinario (21%).
 
“All’interno delle strutture di assistenza vi sono persone spesso anziane e fragili, che portano dispositivi medici, come ad esempio i cateteri, e sono facilmente aggredibili dalle infezioni – ha sostenuto Annalisa Pantosti, Direttore del Reparto Malattie Batteriche Respiratorie e Sistemiche, dell’Istituto Superiore di Sanità – acquisire un’infezione in ospedale, in seguito ad un intervento chirurgico o semplicemente in seguito alla degenza, vuol dire rimanere più a lungo in ospedale, dover sottostare a terapie più costose e complesse e in ultima analisi rischiare di morire per le complicanze dovute all’infezione”.
 
Come vincere la minaccia dei superbatteri? “Gli ambiti d’intervento sono tre: la ricerca di nuove opportunità terapeutiche, le misure finalizzate al controllo epidemiologico della trasmissione dei patogeni multi resistenti, accomunabili nel termine “infection control”, e, strettamente correlato alla seconda, il contenimento dell’uso incongruo degli antibiotici, ossia la antimicrobial stewardship” ha sottolineato  Pierluigi Viale, Direttore dell’Uo di Malattie Infettive dell’AouPoliclinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Fondamentali, anche il rilancio della pratica vaccinale, in preoccupante calo, e l’uso consapevole degli antibiotici anche negli animali, secondo l’approccio One Health, vale a dire una nuova visione della salute umana e della salute animale, intese come “salute unica”.
 
Sul fronte delle nuove terapie, dopo anni di progressiva diminuzione degli investimenti in ricerca, le prospettive stanno cambiando e all’orizzonte vi sono nuove molecole antibiotiche sulle quali sta investendo Msd.  “Da 125 anni – ha affermato Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato Msd Italia – siamo in prima linea nella lotta contro le malattie infettive, un impegno confermato negli anni e oggi rinnovato con l’arrivo di nuovi antibiotici che andranno ad arricchire l’armamentario dei medici per combattere l’antibiotico-resistenza ed avere a disposizione una soluzione laddove gli antibiotici attuali non funzionano più. La nostra ambizione è quella di essere riconosciuti come il partner di riferimento della Sanità Pubblica nella lotta all’antibiotico-resistenza, con la nostra offerta olistica di valore che parte dalla prevenzione attraverso i vaccini e arriva fino alla cura sia della salute umana che degli animali”.
 
 
Sul sito della Sita sono disponibili informazioni utili sull’antibiotico-resistenza, le regole per il corretto uso degli antibiotici, video interviste con gli esperti infettivologi, un test per misurare il proprio livello di consapevolezza sul problema delle infezioni multiresistenti e strumenti di condivisione social per promuovere i corretti comportamenti legati all’uso degli antibiotici e prevenire la diffusione dei batteri. Inoltre la Sita distribuirà negli ospedali italiani un leaflet con le 4 regole da ricordare per usare bene gli antibiotici: assumerli sempre dietro prescrizione del medico, non assumerli per curare raffreddore e influenza, rispettare le dosi prescritte e non interrompere la terapia.
 
 
 

20 ottobre 2016
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