GSK. Efficace terapia combinata per BPCO. Lo studio su NEJM
di Marco Landucci
Lo studio è stato disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza della combinazione fluticasone furoato vilanterolo in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), confrontata alla “terapia usuale” somministrata nella pratica clinica quotidiana. I dati sono stati presentati a Londra al Congresso Internazionale dell’European Respiratory Society (ERS).
05 SET - GlaxoSmithKline e Innoviva hanno annunciato oggi la pubblicazione dei risultati dell’innovativo studio Salford Lung Study (SLS) sul
New England Journal of Medicine. Questo studio unico, i cui risultati principali sono stati resi noti nel maggio 2016, è stato disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza della combinazione fluticasone furoato vilanterolo in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), confrontata alla “terapia usuale” somministrata nella pratica clinica quotidiana. I dati dello studio sono stati presentati ieri a Londra al Congresso Internazionale dell’European Respiratory Society (ERS).
Gli obiettivi e i risultati
Per quanto riguarda l’endpoint primario, nei pazienti che hanno avuto riacutizzazioni nell’anno precedente allo studio – quando questi sono stati trattati con 100/25 mcg della combinazione fluticasone furoato/vilanterolo (FF/VI) – si è osservata una riduzione statisticamente significativa dell’8.4% (p=0.025; 95% CI 1.1 to 15.2) nel tasso di riesacerbazioni moderate o severe in confronto ai pazienti trattati con la terapia usuale. La maggioranza di questi pazienti inseriti nello studio utilizzavano come terapia un corticosteroide inalatorio (ICS) (88%). Una simile riduzione nelle riacutizzazioni con FF/VI è stata osservata in quei pazienti in trattamento all’inizio dello studio con associazione ICS/LABA (8.0%; p=0.047; 95% CI 0.11 to 15.4).
Non si sono invece osservate differenze tra FF/VI e la terapia consueta in termini di esiti secondari, tra cui il tempo alla prima esacerbazione moderata o severa, il tasso di esacerbazioni severe, la percentuale di contatti con la medicina specialistica e i contatti correlati alla BPCO con il medico di medicina generale.È stato osservato un maggior numero di contatti totali con la medicina generale nel gruppo trattato con FF/VI (incremento del 12.3%, 95% CI 5.4 to19.6). Il COPD Assessment Test (CAT), che misura l’impatto della malattia sullo stato di salute e sulla qualità di vita, ha mostrato che il 45% dei pazienti che hanno ricevuto FF/VI hanno migliorato il punteggio CAT di 2 o più: si tratta di un miglioramento clinicamente rilevante, in confronto al 36% osservato nel gruppo trattato con la terapia consueta (odds ratio 1.51, 95% CI, 1.28 to 1.77).
L’incidenza di eventi avversi seri (SAE) è risultata simile nei due gruppi (29% FF/VI, 27% terapia usuale). Per quanto riguarda le polmoniti, un evento indesiderato grave di particolare interesse, l’associazione FF/VI ha dimostrato la non inferiorità rispetto alla terapia usuale (7% versus 6%). Questo endpoint è stato richiesto come parametro regolatorio di sorveglianza post-marketing dall’European Medicines Agency (EMA).
I commenti
Neil Barnes, Global Medical Head, Respiratory Franchise di GSK, afferma: “Nello studio SLS abbiamo incluso un ampio spettro di pazienti che hanno avuto interventi minimi per vedere se questo ci poteva permettere di osservare una differenza tra i trattamenti. I risultati offrono una robusta evidenza che metterà in grado la comunità sanitaria di iniziare a capire come la scelta del trattamento per la BPCO possa influenzare significativamente gli esiti per il paziente. Stiamo continuando ad analizzare i dati dello studio perché sappiamo che c’è molto di più da imparare e speriamo di condividere quanto scopriremo in pubblicazioni future. Voglio ringraziare tutti i pazienti che hanno partecipato e i partners che hanno collaborato con GSK per rendere possibile questo trial unico”.
Michael W. Aguiar, President and Chief Executive Officer of Innoviva, aggiunge: “La presentazione dei dati all’ERS e la pubblicazione sul New England Journal of Medicine confermano l’efficacia della combinazione fluticasione furoato vilanterolo in confronto non solo alla terapia usuale, ma anche per quei pazienti che assumono farmaci diversi della stessa classe ICS/LABA. Si tratta di dati importanti da condividere con i medici, che vengono da uno studio unico, condotto in condizioni che riproducono strettamente la pratica clinica di ogni giorno”.
Lo studio è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra GSK, North West e-Health (NWEH), Università di Manchester, Salford Royal NHS Foundation Trust, University Hospital of South Manchester (UHSM), NHS Salford and GPs and community pharmacists in Salford, Trafford and South Manchester.
Un secondo Salford Lung Study è attualmente condotto nei pazienti con asma: i risultati sono attesi nel 2017.
Disegno dello studio
Lo studio Salford è uno studio di fase IIIb, multicentrico, randomizzato, controllato e in aperto (RCT). L’obiettivo dello studio è stato confrontare l’efficacia e il profilo di sicurezza di FF/VI 100/25mcg con le terapie usuali per la BPCO. Tutti i pazienti con BPCO eleggibili, seguiti in 80 ambulatori di medicina generale a Salford e nella parte sud di Manchester, sono stati identificati da database sanitari e sono stati invitati a partecipare allo studio dal loro stesso medico di medicina generale.
In tutto 2802 pazienti con BPCO sono stati randomizzati 1:1 per ricevere FF/VI 100/25mcg, con o senza LAMA, oppure per continuare a ricevere la terapia usuale. FF/VI è stato somministrato una sola volta al giorno attraverso l’inalatore Ellipta. I pazienti che assumevano LAMA in aggiunta alla terapia di combinazione ICS/LABA (triplice terapia) che sono stati randomizzati alla terapia con FF/VI hanno potuto continuare la terapia con LAMA in associazione a FF/VI. La terapia usuale è stata assunta come prescritta dal medico, e poteva includere broncodilatatori singoli o in associazione, corticosteroidi inalatori da soli o associati ad un broncodilatatore a lunga durata d’azione, o in triplice terapia costituita da LAMA, LABA e corticosteroide inalatorio.
I primi risultati
Lo studio Salford aveva criteri di esclusione minimi e ha compreso un’ampia popolazione di pazienti. I pazienti sono stati seguiti per un periodo di 12 mesi in un contesto di normale pratica clinica attraverso una scheda di raccolta dati elettronica (EMR), che collegava la medicina generale, la medicina specialistica e il database della farmacia. Nel corso dello studio i medici potevano modificare il trattamento o passare ad un’altra terapia in qualsiasi momento, come avviene nella pratica quotidiana, con la sola eccezione di un passaggio dal trattamento usuale all’associazione FF/VI.
Lo studio ha permesso di monitorare tutti gli accessi in ospedale, le visite ambulatoriali ospedaliere e ai Pronto Soccorsi così come tutti i dati derivanti dalla medicina generale (compresi tutti i contatti con la struttura sanitaria, l’attività fuori orario di visita e la prescrizione di antibiotici o di steroidi per via orale) attraverso la scheda elettronica.
Il primo endpoint di efficacia è stato il tasso medio annuo di riacutizzazioni moderate o gravi, dove la riacutizzazione moderata è stata definita come la necessità del soggetto di ricevere una prescrizione correlata alla riacutizzazione (trattamento per affrontare un aggravamento dei sintomi di BPCO) di corticosteroidi orali e/o antibiotici, senza o con contatto con Il Sistema Sanitario Nazionale, nè con ospedalizzazione. Una riacutizzazione grave è invece stata definita come legata al ricovero ospedaliero, diretta conseguenza di un aggravamento dei sintomi di BPCO oppure come una prolungata ospedalizzazione, come risultato di una riacutizzazione di BPCO.
Marco Landucci
05 settembre 2016
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